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Si litiga ancora all’interno della maggioranza. Stavolta a finire al centro dello scontro sono i rapporti tra Pd e M5S e lo scenario di un’eventuale intesa tra le due forze politiche. “Inizio a notare troppi accoppiamenti tra Pd e 5 stelle, troppa sintonia – dice Matteo Salvini -. Dicono no all’autonomia, no alla flat tax, no al nuovo decreto sicurezza. Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega, rispettando il patto”. “C’è una Europa da cambiare e noi la vogliamo cambiare in alternativa alla sinistra, in totale alternativa alla sinistra. Spero che i 5 stelle non abbiano cambiato idea” auspica il leader della Lega. Immediata la replica di Luigi Di Maio: “Non c’è un capo politico in Italia che abbia attaccato il Pd più di me. E’ ancora più subdolo, è ancora il Pd dei renziani con Zingaretti davanti” spiega il capo grillino durante la registrazione della puntata di Matrix.

Già in mattinata, Di Maio aveva ribadito che “fa sorridere” chi parla di alleanza tra Pd e M5S, “sono quello che ha attaccato di più il Pd nelle ultime settimane”. Il Pd, aveva osservato Di Maio, “è un partito ancora più subdolo, perché ha cambiato volto ma fa pratiche ancor peggiori del Partito democratico precedente. Assistere ad un’alleanza alla luce del sole tra Miccichè e il Pd in Sicilia, che governano da ieri Gela insieme, un comune importantissimo della Sicilia, significa essere venuti allo scoperto e non ci meraviglia: hanno gli stessi atteggiamenti, hanno le stesse pratiche, sia Forza Italia che il Pd sono i partiti principalmente coinvolti negli scandali di corruzione di questi giorni, sono quei due partiti che gli italiani hanno mandato all’opposizione e che noi non vogliamo far tornare al governo”.

E mentre secondo fonti del M5S “l’unica sintonia emersa finora con il Pd si è vista con la Lega”, i dem, dal canto loro, storcono il naso e vanno all’attacco: “Mai con il M5S – incalza il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci, interpellato dall’Adnkronos – è una considerazione politica ma anche numerica, alla fine lo capiranno anche gli editorialisti. La decisione che il Pd prese un anno fa grazie a Matteo Renzi intanto ha salvato il partito. Dopo 12 mesi di governo Conte abbiamo trasformato quel niet in qualcosa di granitico. Di Maio e Salvini perseguono gli stessi obiettivi, seguendo strade diverse. Quello che è certo è che il Pd non prenderà mai ordini da una specie di partito governato dalla piattaforma del signor Casaleggio“.

E “mai” è la parola che anche Matteo Orfini ripete più spesso parlando di Pd e 5 Stelle. Mai alleati, innanzitutto. E a chi prefigura scenari di una possibile convergenza futura, replica così: “Capisco che qualche brillante editorialista, che difficilmente ne ha azzeccata una, voglia portare la sinistra ad essere un succedaneo della Casaleggio associati ma questo non accadrà mai – dice Orfini all’Adnkronos -non ha alcun senso politico. Noi siamo l’opposto di quella roba lì. Lega e 5 Stelle sono la stessa identica cosa. Le modalità, la cultura politica, i temi identitari come la gestione dei flussi migratori, l’idea della democrazia, la demolizione dei corpi intermedi… hanno le stesse identiche posizioni. Mentre il Pd ha tutta un’altra visione del Paese e della democrazia. Ma di che stiamo parlando?”.

Sorgente: Intesa M5S-Pd, è lite

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