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Il decreto sicurezza bis arriva sul tavolo tra la manifesta contrarietà del M5s e dubbi di costituzionalità. Il premier avrebbe cercato fino all’ultimo di sminare il provvedimento bandiera della Lega. Le fratture nel governo potranno essere ricomposte dopo il 26 maggio? Cosa dicono i giornali

Mentre il magistrato ordina lo sbarco dei migranti a bordo della Sea Watch, dunque la loro accoglienza, e “Salvini lo scopre in diretta tv” – come titola a pag. 2 il Corriere della Sera – tanto che va in onda, diretto e frontale, lo “scontro Salvini-pm”, c’è adesso un grosso problema: che riguarda proprio il decreto sicurezza bis. Perché “non è correggibile, non può essere riscritto in modo da risultare conforme alla Costituzione: quel che il vicepremier leghista pretende di imporre per legge semplicemente non si può fare” scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione cartacea, uno dei motivi per cui “non può essere approvato”.

Notizia che affiora proprio la mattina del Consiglio dei ministri, riunione attesa da dodici giorni e prevista per oggi e che la sera della vigilia non era stata ancora convocata, sottolinea il Corriere, che in un retroscena racconta “L’imbarazzo di Conte che rallenta l’iter del decreto sicurezza”: “Il premier, che si è arrovellato per giorni per sminare il vertice, è stato fino all’ultimo tentato di rinviare tutto. Finché alle dieci di sera ha dato il via libera alla convocazione più sofferta del suo mandato.

Un vertice elettorale

In vista della bufera post-voto, che potrebbe travolgerlo. Conte punta a muoversi in sintonia con il Colle e avrebbe volentieri tolto di mezzo il decreto-bandiera della Lega, senza nemmeno appoggiare i faldoni sul tavolo. Ma Salvini non gradisce altri ‘rallentamenti da campagna elettorale’, ha fretta di ‘andare a lavorare’ al Viminale e ha spronato pubblicamente Conte ribadendo che ‘il decreto è pronto’. Un assaggio della sua ira, se il Cdm fosse stato rinviato” sottolinea il quotidiano di via Solferino.

“E così l’avvocato pugliese si è rassegnato a presiedere un Consiglio che a Palazzo Chigi chiamano ‘light’, o ‘vuoto’”. Pertanto il Cdm di oggi sarebbe solo “un passaggio formale” che “consenta a Salvini e Di Maio gli ultimi spot elettorali, mentre il voto sui provvedimenti (sicurezza e Famiglia, ndr) slitterà a dopo il 26 maggio”. Fin qui l’iter, dunque.

Quanto ai contenuti del disegno di legge, Il Fatto sostiene che la sua non approvabilità è ormai “pure l’opinione che s’è andata formando tra i giuristi del governo (da Palazzo Chigi ai ministeri) e – per ora informalmente – del Colle”. I motivi? “Il testo, molto snello (12 articoli) – scrive il quotidiano diretto da Marco Travaglio – è una sorta di compendio delle ossessioni di Salvini: reprimere l’immigrazione irregolare e il conflitto sociale. Obiettivi, se non condivisibili, politicamente legittimi, che però non possono essere perseguiti in modo da confliggere con Carta e leggi vigenti, cioè a danno dei diritti di cittadini italiani ed esseri umani in genere.

Guerra di logoramento tra alleati

Pertanto il testo del dl Sicurezza bis “messo a punto dal Viminale – si legge su Il Messaggero di Roma – oltre a sollevare dubbi di costituzionalità, non convince Conte e non piace proprio al M5S che ne contesta l’intera struttura e soprattutto la sottrazione al ministero di Toninelli di alcune competenze. Per ritorsione analogo destino segna il presunto ‘decreto famiglia”. E a scrivere a chiare lettere che dietro lo scontro sulla Sea Watch e il tentativo di affossamento del dl bis sulla sicurezza, “c’è lo zampino del M5S”, è Il Giornale, ciò che “riscatena la guerra tra alleati”. E “il gioco di sponda fra Conte e Di Maio mira a indebolire la Lega”. Tattica di logoramento in un governo di separati in casa, ma in “un clima avvelenato che preoccupa una volta di più il Colle che ha seguito con attenzione tutto il crescendo del confronto tra Salvini e la procura di Agrigento” scrive il quotidiano diretto da Sallusti.

E così, a causa dei veti incrociati sule leggi, su “Sicurezza e famiglia, il governo in lite è chiuso per voto” titola su carta la Repubblica. E “spaccato su quarantasette ostaggi del mare”. Di più, “talmente diviso che fino a sera Giuseppe Conte si rifiuta perfino di comunicare allo staff l’orario di convocazione del Consiglio dei ministri previsto per oggi. A Palazzo Chigi, al netto di qualche nomina, non passerà neanche uno spillo. ‘Non ci sono le condizioni per approvare il decreto sicurezza bis – fa trapelare il premier – Salvini sa come la penso’” riscostruisce il quotidiano diretto da Carlo Verdelli.

Lo sfogo di Giorgetti

Ma è La Stampa di Torino a dar corpo ai fantasmi che si sono impossessati di Palazzo Chigi in un’intervista al sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti che, nell’ammettere che “nell’esecutivo non riusciamo nemmeno più a fare un ordine del giorno”, “i 5 Stelle ci fanno opposizione” e “il governo è fermo da 20 giorni”, allo stesso tempo confessa anche come “la lealtà di Salvini con Di Maio “è irragionevole”.

Lega sotto assedio, pertanto? “È tipico di quelli che emergono con forza, di quelli che stanno per affermarsi. È capitato anche ad altri. Salvini è stato visto come un pericolo e le bombe arrivano da tutte le parti. Se sfidi il potere costituito in Italia e in Europa diventi un pericolo che in qualche modo deve essere sterilizzato” è la risposta di Giorgetti. Un altro giorno di passione, lo scontro continua.

Sorgente: Il Consiglio dei ministri più difficile del governo Conte

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