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Delegazioni in arrivo da tutta Italia – Roma, Trento, Napoli, Milano, Venezia, Bologna – e da molti dei Paesi in cui la libertà di stampa è più minacciata. Dalla Siria alla Turchia, dalla Slovacchia a Malta (non a caso molti dei cartelli erano dedicati a Daphne Caruana Galizia).

La XXVI giornata mondiale della libertà di stampa è stata celebrata a Roma, in piazza Santi Apostoli, con un’iniziativa della Fnsi. Contro i tagli e i bavagli. Mentre nella sede della Federazione nazionale della stampa viene firmata la Carta di Assisi, un manifesto internazionale contro i muri mediatici e sull’uso delle parole.

L’iniziativa è stata organizzata dalla Federazione nazionale della stampa italiana insieme a Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, associazione Articolo 21, Amnesty International Italia e Rete NoBavaglio. Durante il sit-in hanno preso la parola molti giornalisti stranieri, a partire dalla giornalista e scrittrice siriana, Asmae Dachan, che ha ricordato come sia importante “dare voce ai colleghi della Siria che non hanno la possibilità di esprimersi”. “In Siria – ha detto sono 50 anni che conviviamo con un regime”. E ha ricordato “gli oltre 600 colleghi morti negli ultimi 8 anni di guerra, di cui 50 deceduti in stato di detenzione sotto tortura”.

Una rappresentante di Amnesty International Italia ha sottolineato che nel 2018, in tutto il mondo, 88 giornalisti sono stati uccisi, 250 imprigionati di cui 130 in Turchia e 61 sono stati sottoposti a sparizione forzata. “In Italia – ha chiarito – le cose non vanno meglio, ci sono oltre 20 giornalisti sotto scorta”.

Ha preso la parola anche la ricercatrice turca Fazila Mat. “Nel mio Paese – ha raccontato – ci sono delle difficoltà quotidiane per i giornalisti. Nove reti televisive su 10 sono in mano al governo e i giornali ancora indipendenti portano avanti il loro lavoro con molta difficoltà. Ogni giorno molti colleghi vengono accusati di aver violato una legge, due sono stati condannati all’ergastolo”.

Radio Radicale, staffetta di firme per la rassegna di Bordin. Salvini pro emittente: “Preferirei taglio dei mega-stipendi Rai”

Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha fatto riferimento alla sospensione, ordinata dal Mise, dell’attività di Radio Padania sulla rete digitale che gli consentiva la diffusione in tutta Italia. “A Radio Padania dico di rivolgersi anche alla Lega che dovrebbe smetterla di votare i tagli delle radio, delle televisioni e dei giornali. Se la Lega non è d’accordo con i Cinque stelle e con Crimi lo dica. Oltre a manifestare solidarietà, voti l’emendamento che sarà presentato nei prossimi giorni e impedirà la morte di Radio Radicale e di centinaia di radio e di giornali. Mi attendo a questo punto un segnale”.

Per quanto riguarda l’Unione Europea, i giornalisti sono in tutto 400mila, lo 0,2% del totale degli occupati. Secondo Eurostat, che pubblica i dati relativi al 2018 in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa, gli Stati membri con la maggior quota di giornalisti sul totale degli occupati sono Croazia e Svezia, entrambe allo 0,4%, mentre quelli in cui i giornalisti pesano meno sull’occupazione sono Italia, Polonia, Lituania, Romania e Slovacchia, tutti intorno allo 0,1%.

“Il giornalismo, quando è svolto con rigore e con coraggio, rappresenta un baluardo di democrazia, di legalità, di resistenza alle mafie, alla corruzione e, di conseguenza, al degrado sociale, politico ed economico”, è stato il messaggio della presidente del Senato, Elisabetta Casellati.  “Il mio pensiero, in questa giornata, non può che andare a tutti quei cronisti che nella ricerca della verità dei fatti hanno subito e subiscono ogni giorno i soprusi e le ritorsioni fisiche e morali di chi vorrebbe limitare la libertà di stampa e il diritto di cronaca”.

Sorgente: Giornata per la libertà di stampa, sit-in contro tagli e bavagli. In Italia i cronisti sono solo lo 0,1 per cento degli occupati

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