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dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
Tante sono le formazioni che si presentano in nome e per conto del movimento di protesta, con scarse possibilità di successo
PARIGI – Alla fine non ci sarà una ma ben tre liste gilet gialli alle elezioni europee. Tante sono infatti le formazioni che si presentano in nome e per conto del movimento di protesta, anche se tutte hanno scarse possibilità di successo. Il fabbro del sud, Christophe Chalençon che aveva incontrato Luigi Di Maio a febbraio scatenando una crisi diplomatica, è il capolista di “Evolution Citoyenne”. Ufficialmente promuove “un’Europa delle nazioni” ma alcuni media francesi hanno rintracciato tra i 79 nomi della lista molti candidati favorevoli al Frexit. Per stessa ammissione di Chalençon “Evolution Citoyenne” non ha i soldi necessari per stampare le schede elettorali. E così propone ai suoi potenziali elettori di fare da sé, scaricando da Internet i moduli, con alto rischio di irregolarità nelle urne. E’ probabile, insomma, che la sua candidatura rimanga puramente simbolica.

Stesso problema anche per le altre liste collegate ai gilet gialli, tra cui “Mouvement pour l’initiative citoyenne”, che punta allo sviluppo dei referendum popolari, e “Alliance Jaune” guidata dal cantante Francis Lalanne che chiede di introdurre la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie. Anche queste due formazioni non potranno stampare e diffondere schede e materiali elettorali secondo la legge in vigore, e quindi saranno assenti dai seggi organizzati il 26 maggio.

Diverso il caso di alcuni rappresentanti dei gilet gialli che sono stati candidati da partiti più strutturati. E’ il caso di Jean-François Barnaba, 62 anni, alleato del sovranista e pro-Frexit Florian Philippot, ex braccio destro di Marine Le Pen, nella lista “Ensemble pour la France et gilets jaunes”. Scelta sovranista anche per un altro esponente del movimento Benjamin Cauchy, 38 anni di Tolosa, che si è unito a Nicolas Dupont-Aignan.

La notizia dell’esordio politico dei gilet gialli coincide con il record negativo di partecipazione in piazza: solo 19mila persone hanno manifestato in tutta la Francia nell’ultimo sabato di mobilitazione.

Intanto, una petizione promossa da esponenti della cultura chiede al governo di ascoltare le rivendicazioni dei gilet gialli.Tra i circa 1400 firmatari ci sono le attrici Juliette Binoche e Emmanuelle Béart, gli scrittori Édouard Louis e Annie Ernaux, per i quali il movimento “reclama cose essenziali: una democrazia più diretta, una maggiore giustizia sociale e fiscale, misure radicali per far fronte all’emergenza ambientale”. “Quello che chiedono – scrivono nel testo pubblicato da Libération e intitolato ‘Gilet gialli – non ci caschiamo!’ – lo chiedono per tutti. I gilet gialli siamo noi. Questa mobilitazione storica riguarda assolutamente noi, artisti, tecnici, autori, provenienti da tutti questi mestieri della cultura, precari o no”.

Sorgente: Francia, i gilet gialli alla sfida elettorale europea. Spaccati in tre – Repubblica.it

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