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Ne hanno fatto uso 28 mila studenti, nel 2017 ci sono stati 148 morti per eroina e 74 decessi da sostanza misteriosa. Eppure la politica non se ne occupa

L’Italia sta ricominciando«a contare i morti». Dopo un calo costante durato più di 15 anni, dal 2017 sono tornati ad aumentare. Ma non se n’è accorta. Non vuole vedere. E nessuno tra politici, responsabili della salute pubblica, sindaci, assessori (tranne poche menti illuminate, o terrorizzate da una storia che già si conosce) si chiede perché la curva dei decessi ha piegato — di nuovo — verso l’alto. E qualcuno si chiede qual è (quali sono) le sostanze che uccidono? È l’eroina? Solo l’eroina? O i «fentanili», farmaci oppioidi sintetici (ultra potenti «parenti» dell’eroina creati in laboratorio) che negli Stati Uniti stanno provocando un’ecatombe, e che in Italia hanno già causato due decessi, uno a Milano, l’altro a Varese? Intanto sono 350 i decessi classificati come overdose negli anni 2015-2017. Ma alla voce «sostanza responsabile del decesso», ci si scontra con un: «Non identificata». Contemporaneamente le statistiche dicono che il numero dei morti torna a salire a causa di una sola sostanza: eroina. Solo segnali, per il momento, ma per leggerli, ed eventualmente contrastarli, bisognerebbe conoscere una storia iniziata 46 anni fa.

Il primo morto

Nel 1973 viene rapito a Roma Paul Getty III, nipote dell’uomo all’epoca più ricco del mondo; un’epidemia di colera si diffonde in estate a Bari, Palermo, Napoli, Cagliari; a settembre il segretario del Pci Enrico Berlinguer lancia la proposta del «compromesso storico»; e a dicembre, il giorno 17, un commando di terroristi palestinesi attacca un aereo della Pan Am a Fiumicino, una strage che provoca 34 morti. In quell’anno passa del tutto inosservata la prima vittima di un’altra strage, che si sarebbe propagata per decenni: il primo decesso in Italia per overdose di eroina. Uno stupefacente che iniziava appena a comparire sullo scenario criminale e sociale, come raccontano gli archivi italiani dell’antidroga (un chilo d’eroina sequestrato nel 1971, 29 chili l’anno dopo). A partire da quell’anno, in Italia, di droga sono morte oltre 25 mila persone. L’anno peggiore fu il 1996: 1.562 decessi per overdose (275 dei quali in Lombardia, 220 nel Lazio). I numeri «parlano»: l’eroina si diffonde e crea per qualche anno un numero sempre più ampio di tossicodipendenti, all’inizio sono anni di latenza, di incubazione. Poi, si iniziano a contare i morti. Sempre di più.

Nuovo anno nero: il 2017

Per 16 anni (dal 2000 al 2016) i decessi sono calati gradualmente (meno 48 per cento). Un trend positivo, ma che ha portato l’oblio sul tema droga. Nel 2017 però arriva, inaspettata, una inversione di tendenza: più 9,7 per cento in un anno solo. A determinarla, un aumento della diffusione di eroina. Nel 2016, su 268 morti, 99 sono da eroina, pari al 37 per cento; l’anno dopo, l’ultimo su cui si hanno dati disponibili e certificati, su 294 vittime, 148 sono per eroina: un aumento del 50 per cento. Solo per dare un’idea, sempre nel 2017, 53 morti sono legate alla cocaina, 13 al metadone, 1 ai barbiturici e 2 all’Mdma. Guardando all’età , i livelli di mortalità più alti si riscontrano a partire dai 25 anni per raggiungere i picchi massimi nella fascia superiore ai 40 anni. La domanda decisiva allora diventa: sono i primi segnali di una nuova potenziale strage? Per capirlo bisogna incrociare i dati delle Relazioni al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, i rapporti della Dcsa (Direzione centrale servizi antidroga) e lo studio del Cnr sull’uso di alcol e sostanze psicoattive in Italia.

Le morti «misteriose»

Ai 148 morti acclarati per eroina nel 2017, si aggiungono 74 morti da sostanza non determinata: sostanzialmente decessi «misteriosi», non attribuibili con certezza a sostanze note (erano 118 nel 2016). Una delle ipotesi è che siano però anche quelli legati all’eroina, probabilmente tagliata con altre sostanze. Sui tagli e le «sperimentazioni» criminali si hanno poche certezze, anche perché una delle principali carenze del sistema italiano è una totale mancanza di analisi preventiva sulle sostanze al fine di adeguare le risposte sociali e sanitarie. Il mercato della droga, come quello legale, deve fidelizzare i clienti, conquistarne di nuovi, allargare i profitti: dunque cerca il punto di compromesso tra qualità della sostanza, prezzo, impiego di altre sostanze. Questo punto di intersezione sta sempre più in basso, e si è visto a Milano, al «boschetto» di Rogoredo, la piazza di spaccio più grande del nord Italia dove le forze dell’ordine stanno facendo un importante lavoro di prevenzione. Qui i prezzi erano scesi fino a 5 euro a dose e anche più sotto, con una «qualità» ancora accettabile visto che viene utilizzata anche da persone con una lunga storia di tossicodipendenza. Nelle altre città i prezzi sono più alti. Una nuova emergenza sono poi gli psicofarmaci spacciati per strada, anche quelli low cost e facilmente reperibili dai ragazzi (sostanze «legali»): Rivotril, Suboxone, Contramal, il primo a base di benzodiazepina, utilizzati per combattere l’ansia o l’epilessia. Se associati all’alcol e presi in dosi massicce o mixati con altre sostanze hanno effetti simili all’eroina. La criminalità nigeriana, per scalzare le gang nordafricane, a Mestre ha fatto una strage (oltre 20 morti) con l’eroina tagliata con il metorfano, una sostanza che ne moltiplicava gli effetti. La morte di ragazzi e ragazze adolescenti con una siringa nel braccio nei bagni delle stazioni ferroviarie replicano immagini di trent’anni fa.

I nuovi consumatori

Secondo l’ultima Relazione al parlamento, nel 2017 i consumatori di eroina sono 285 mila, per un giro di affari da 2,3 miliardi. Le stime per il 2018, ancora non disponibili, vanno nella stessa direzione: l’uso sta aumentando. Quanto alla popolazione studentesca, secondo l’Espad elaborato dal Cnr, l’1,1 per cento ammette di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita (circa 28.000 studenti); lo 0,8 per cento l’ha assunta almeno una volta nel 2017 (oltre 20.000) e lo 0,6 per cento nel mese precedente la compilazione del questionario (15.500). Il 64 per cento degli studenti che hanno fatto uso di eroina almeno una volta nella vita riferisce di averla fumata con le «stagnole» (alluminio da cucina), il 28,5 per cento con la siringa in vena. Tra gli studenti che hanno riferito di aver usato eroina durante l’ultimo anno, il 79 per cento ha utilizzato anche altre sostanze stupefacenti, il 91 per cento cannabis, l’81 per cento cocaina, il 72 per cento sostanze stimolanti, il 66 per cento allucinogeni.

Il rischio «americano»

Il quadro in Italia oggi è questo: aumento del consumo di eroina, creazione di una nuova fascia di consumatori giovani, mercato criminale che sperimenta nuove strategie come l’abbassamento dei prezzi o la miscela di sostanze. Il risultato è l’impennata dei decessi per overdose da eroina. Questo scenario va necessariamente analizzato con un occhio a quel che sta accadendo negli Stati Uniti, dove la più grave epidemia di droga nella storia umana sta provocando circa 70 mila decessi l’anno (leggi l’inchiesta di Dataroom del 16 aprile 2018). In una città come Philadelphia ad esempio, come dimensioni poco più grande di Milano, nel 2017 ci sono state oltre 1.200 overdose mortali e più di 8 mila non mortali (su la Lettura #390 in edicola il reportage di Gianni Santucci da Philadelphia). Accade perché le gang criminali hanno inondato le strade di Fentanyl, o eroina mescolata al Fentanyl. Si tratta di un oppioide sintetico utilizzato come fortissimo antidolorofico, ma cento volte più potente della morfina, e che permette ai venditori di moltiplicare i guadagni (un chilo di Fentanyl prodotto clandestinamente nei laboratori cinesi costa 5 mila dollari al chilo e può essere tagliato molto più dell’eroina naturale).

Allo stesso tempo, crea una dipendenza più feroce e immediata. E aumenta a dismisura il rischio di overdose. Per ora in Italia si registrano pochi casi, ma tutto lascia presagire l’apertura di un mercato.

A ottobre 2018, provincia di Cosenza, 6 arresti per traffico di cerotti al Fentanyl; gennaio 2019, Melzo (Milano), furto di 4 fiale di Fentanyl in ospedale; febbraio 2019, 20 grammi di Fentanyl sequestrati a Roma: spedizione diretta in Umbria; febbraio 2019, 2 grammi di Fentanyl sequestrati a Milano, spediti dal Canada, diretti a Cinisello Balsamo (una analoga spedizione diretta in Piemonte è stata intercettata); aprile 2019, 23 grammi di sequestrati a uno spacciatore marocchino in un appartamento di Salò (Brescia). Bene, tutto questo non è percepito come allarme sociale, non entra nel dibattito pubblico e tanto meno in quello politico.

Sorgente: Eroina, nuova strage in Italia: decessi per overdose +9,7% in un anno. L’inchiesta di Milena Gabanelli per Dataroom del Corriere della Sera – Corriere.it

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