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L’ombra di Salvini sul premier che non esclude ritocchi ai ministeri. Sulla Tav pronto a una mediazione che non scontenti i leghisti

Ilario Lombardo

Giuseppe Conte ha fretta di blindare il governo. La sua domenica elettorale è stata giusto una parentesi tra il prima e il dopo, nella speranza che il dopo faccia dimenticare in fretta i toni della campagna elettorale, che, sostiene, «ha acceso particolarmente il clima senza certo giovare all’azione del governo».

Maglioncino e camicia da relax, Conte si è recato a votare in tarda mattinata al centro di Roma, poi è tornato in famiglia. Ma ha tenuto a far sapere di aver passato comunque la giornata a lavorare su un calendario di dossier e riunioni che non sono più rimandabili. Lo ha fatto tra i brutti presagi del pomeriggio che la notte ha confermato, consegnando un responso inequivocabile con conseguenze prevedibili per il presidente del Consiglio. Da oggi in poi Matteo Salvini si muoverà sempre di più da premier ombra, sbracciandosi e assottigliando gli spazi di autonomia del capo del governo.

Nell’immediato Conte sarà investito del compito di tenere per quanto possibile in piedi la maggioranza che lo ha messo a Palazzo Chigi. I conti, però, vanno fatti di fronte ai nuovi rapporti di forza: il M5S esce sconfitto, la Lega vincente. Il capovolgimento è tutto nei numeri. Ed è il Movimento il partito di cui il premier è espressione. Conte è il primo a sapere che ora grava una grande incognita sul suo futuro. Vanno raccolti i cocci di due mesi di liti violenti, con la coda di una frattura, esibita pubblicamente, tra l’inquilino numero uno di Chigi e il sottosegretario, il leghista Giancarlo Giorgetti.

Obbligato a un equilibrismo complicato dagli infiniti battibecchi di Lega e 5 Stelle, nelle ultime settimane Conte è stato trascinato in una rissa tra tifoserie, percepito come troppo sensibile alle ragioni dei grillini. Il caso Siri, la flat tax, le autonomie, il decreto Sicurezza. E la Tav. Soprattutto la Tav. L’Alta velocità Torino-Lione a breve irromperà nuovamente sulla scena a intorbidire l’armonia della maggioranza. Conte sarà chiamato nuovamente a una mediazione sul filo dell’acrobazia, come fece a febbraio. Con la differenza che questa volta non dovrà scontentare Salvini. L’elenco delle cose da fare che il leghista metterà sul tavolo non è solo lungo ma anche pesante. E il premier sa che dovrà ingoiare più di quanto è stato disposto a fare finora. «C’è un contratto, rispetteremo quello e nel contratto sono previste flat tax e autonomie», confida Conte, che anticipa una settimana impegnativa di lavoro, quasi a scacciare gli incubi di un ribaltone. Per il resto, Conte si aspetta una discussione accesa anche sull’opportunità di ritoccare l’accordo di maggioranza e non esclude un rimpasto tra i ministri. Intanto oggi avrà una riunione con i tecnici del Tesoro per un aggiornamento sul quadro economico. Domani, dedicherà l’intera mattinata a valutare gli emendamenti del decreto Sblocca cantieri che ancora naviga in Parlamento. Nel pomeriggio volerà a Bruxelles per il vertice informale in cui si comincerà a discutere di nomine europee.

Conte arriverà in rappresentanza di un governo spaccato, per metà trionfante per metà perdente. Due partiti che hanno sfidato Bruxelles sui conti pubblici, e che ora saranno in minoranza nell’Europarlamento, con di fronte a sé una delle leggi di Bilancio più difficili da realizzare.Il premier verrà accolto con mille dubbi sul destino della maggioranza italiana, sulle ambizioni di Salvini e le debolezze dell’esecutivo. Conte farà quello che ha sempre fatto: cercherà di tranquillizzare, di assicurare che la stabilità non è messa in discussione, che il lavoro andrà avanti e che ci sarà ancora lui in autunno, quando si entrerà nel vivo della Finanziaria. Sono le stesse rassicurazioni che dovrà rivolgere a se stesso.

I. LOMb.

Sorgente: Conte teme per il suo futuro “La campagna elettorale ha indebolito il nostro lavoro” – La Stampa

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