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Non è ancora chiusa la partita del caso Siri. Dopo la presa di posizione del premier Giuseppe Conte che ha in sostanza dimesso il sottosegretario leghista del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti accusato di corruzione, il vicepremier leghista Matteo Salvini ha fatto sapere di non avere tempo per beghe e di polemiche e ha detto di occuparsi di “tasse, di droga, di sicurezza, di immigrazione”. Ma soprattutto, fonti del Carroccio hanno fatto sapere che Siri non si dimetterà e che nella “Lega nessuno lo molla”. Un modo piuttosto diretto per dire che il sottosegretario resterà al suo posto fino alla riunione del consiglio dei ministri durante la quale Conte dovrebbe proporne la revoca. Revoca che comunque non dovrebbe tardare, perché il consiglio dei ministri è in programma la prossima settimana, tra mercoledì e giovedì e come ha detto l’altro vicepremier Luigi Di Maio, in consiglio dei ministri il M5s ha la maggioranza. Era stato già il titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a dichiarare che l’intenzione annunciata da Conte di revocare la nomina di Siri “non è una vittoria né un sconfitta di alcuno. Non si può gioire quando un membro del governo viene giustamente invitato a dimettersi e dico giustamente perché mi spiace per lui e la sua famiglia, ma vanno tutelate le istituzioni e l’immagine del governo del cambiamento che ha bisogno della fiducia e del consenso degli italiani che la politica aveva perso. Speriamo non serva un Consiglio dei ministri per votare, spero lui faccia un passo indietro”, ha aggiunto. Speranza, a quanto pare, destinata a essere delusa, quella di Toninelli, vista e considerata la volontà della Lega di arrivare alla conta. Ieri, prima che Conte annunciasse la decisione di rimuovere il sottosegretario leghista alla prima occasione utile, c’era stato un colloquio di oltre tre ore tra i due.Un colloquio che avrebbe rafforzato i timori del premier su un possibile allargamento dell’inchiesta e quindi sulla gravità delle accuse. Quindi la decisione. Nel corso di una conferenza stampa il premier Giuseppe Conte ha dichiarato: “Ho incontrato Siri e ho avuto con lui un lungo colloquio nel corso del quale di è detto disponibile e fornirmi dettagli dell’inchiesta. Ho sempre rivendicato un alto tasso di etica pubblica per questo governo. E’ normale ricevere suggerimenti di modifica di normativa, ma dobbiamo valutare se la norma non avrebbe offerto vantaggi retroattivi. Così ora so che non ci trovavamo di fronte a una norma generale e astratta e che disponeva non per il futuro, ma per il passato. Per questo ho valutato l’opportunità delle sue dimissioni. Credo che le dimisisoni o si danno o non si danno. Eventuali dichiarazioni spontanee di Siri non potranno rappresentare la svolta. Quindi in occasione del prossimo consiglio dei ministri presenterò un decreto di revoca della nomina del sottosegretario del ministero delle infrastrutture”. Un annuncio che ha provocato dapprima la reazione del vicepresidente del consiglio, il capo politico del M5S Luigi Di Maio, certo che la Lega non aprirà la crisi di governo sulle dimissioni di Siri. E successivamente quella del capogruppo del Carroccio alla camera, Riccardo Molinari “Il consiglio dei ministri sarà l’8 o il 9 maggio. Mi auguro non ci sia il voto su Siri. Se mai il M5s voterà a favore e il M5s ha la maggioranza assoluta in consiglio dei ministri. Conosco la Lega e Matteo Salvini, sono persone di buonsenso e intelligenti: aprire una crisi di governo per un sottosegretario accusato di corruzione non sarebbe una mossa giusta”, ha dichiarato il capo politico del M5S. “Siri voleva dimettersi 15 giorni dopo essere stato ascoltato dai magistrati. Non sappiamo quando sarebbe stato ascoltato, magari avrebbe scavallato le Europee. Sarebbe stata una strada un pò furba che non potevamo permettere.Voglio fare un appello alla Lega e a Salvini una volta superato il caso Siri: vediamoci, parliamoci e lavoriamo il più possibile per gli italiani”. Il capogruuppo della Lega alla camera, Riccardo Molinari, ha invitato poerò Conte ad assumersi le sue responsabilità.

Sorgente: Caso Siri, Salvini sfida Conte, E il sottosegretario non si dimette

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