0 4 minuti 5 anni

Una delegazione della Commissione europea è pronta ad imbarcarsi alla volta di Roma. Un blitz prima dell’estate, il 5 giugno. Obiettivo: ispezionare i campi rom che il Campidoglio ha promesso di smantellare e capire come vengono spesi i milioni di euro concessi da Bruxelles per assistere i nomadi. La data è già stata comunicata alla giunta di Virginia Raggi. I «policy officer» dell’Ue approderanno nell’Urbe per visitare le baraccopoli della Barbuta e della Monachina, per testare l’efficacia della strategia grillina. Un piano foraggiato in gran parte dai fondi comunitari. Perché attraverso un programma denominato Pon Metro, l’Europa ha messo sul piatto, solo per la Capitale, 3,4 milioni di euro.

IL DOSSIER
Gli emissari dell’Ue vogliono vederci chiaro soprattutto sulle misure di «housing» proposte dal Campidoglio. Due in particolare: il bonus affitto, cioè il contributo da 800 euro al mese per i rom che riescono a trovare una casa in affitto (pochissimi, finora). E poi gli alloggi popolari, un tema balzato da un mese al centro del dibattito politico nazionale, dopo i casi di Torre Maura e Casal Bruciato, insomma le periferie frustrate dal degrado montante che finiscono per prendersela coi rom, mentre l’ultra-destra soffia sulle rivolte.
Formalmente l’Unione non ha mai sciolto la riserva su un’eventuale procedura di infrazione contro la Regione Lazio, dopo avere indagato sui criteri con cui i nomadi possono accedere alle case popolari. Un vecchio procedimento di pre-infrazione, avviato nel 2012, aveva messo sotto la lente una legge approvata dalla Pisana nel 1999 ma tuttora in vigore. Quella norma prevede per l’assegnazione degli alloggi alcuni requisiti come la residenza e gli sfratti. Condizioni che i rom, «per la loro situazione di fatto, non sono in grado di dimostrare». Motivo per cui la legge regionale era stata considerata «discriminatoria». L’iter della pre-infrazione si è chiuso nel 2016, ma la Commissione si è «riservata di avviare la procedura di infrazione». Da tre anni a questa parte, in realtà, di passi in avanti non se ne sono visti. Ma quel faro acceso da Bruxelles ha riavvampato gli animi della politica nostrana tre giorni fa. Perché l’assessore regionale Alessandra Sartore ha ricordato la vicenda in una relazione pubblica. Poche parole, bastate a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni per rilanciare gli attacchi contro la Commissione.

IL BLITZ
Ora l’Ue è pronta a spedire un pool di ispettori nella Capitale. La delegata di Raggi per i Nomadi, Monica Rossi, è appena stata a Bruxelles. Per incontrare gli alti funzionari della direzione generale Justice e spiegare loro quali mosse sono state decise dal Comune di Roma.
È la stessa Rossi a confermare la visita imminente della Commissione a Roma. «Da quanto so, verranno in Italia il 5 giugno, sicuramente visiteranno gli insediamenti della Barbuta e della Monachina». Cioè i due campi che dovrebbero chiudere entro il 2021. Questo almeno ha promesso, delibere alla mano, la giunta di Raggi, sempre più schierata sul fronte anti-Salvini. Ieri la sindaca ha attaccato di nuovo il ministro dell’Interno. «Non credete a chi vi dice: vengo e butto giù tutto con la ruspa. Non è così che si risolvono i problemi», ha detto da Ciampino, il Comune al voto che confina col campo rom. Quanto alle case popolari, ha ribadito Raggi, «chi ha diritto può accedervi, non si decide in base all’etnia».

Sorgente: Case ai rom, blitz dell’Unione europea nei campi nomadi

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20