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“Non stare tutto il giorno sui social, di solito, si dice ai bambini. Doverlo dire al ministro dell’Interno è davvero avvilente”. A Geri Ballo, evidentemente, le sfide piacciono. A 34 anni si è candidata alle europee al Sud con il Partito democratico e si è scelta un avversario non da poco: Matteo Salvini. “Quando me lo chiedono, io dico che mi candido contro Salvini perché siamo agli antipodi. La mia storia è la dimostrazione che le cose non stanno come dice lui”, spiega subito.

La Ballo è nata a Tirana. Laureata a Torino con tanto di Master ha lavorato nel campo della diplomazia e si è occupata di integrazione, minoranze e del Mezzogiorno. “In Italia sono arrivata alla fine degli anni ’90, avevo 11 anni -racconta all’Adnkronos-. La Lega nord faceva i manifesti criminalizzando gli albanesi, ne rimasi ferita. Non lo dimentico. Poi è stata la volta dei romeni, poi dei Rom, ora degli africani. Prima, in origine, c’erano i meridionali. Ora siamo alla deriva contro le donne e ogni tipo di minoranza”.

Negli anni in cui ha vissuto con i nonni in Albania ha fatto anche un incontro che l’ha segnata per sempre: “Con madre Teresa, l’ho vista più volte, una fonte di ispirazione incredibile -ricorda-. Mia nonna, molto cattolica, andava in Chiesa di nascosto perché con il regime non si poteva. Poi si è dedicata al volontariato e madre Teresa è venuta molte volte a visitarli, io ero la bimba che all’aeroporto l’aspettava con i fiori in mano”.

Al suo arrivo in Italia la Ballo si ricongiunse con la mamma, che era emigrata cinque anni prima alla ricerca del lavoro lasciandola ai nonni. “Chi diventa italiano passo dopo passo, e io lo sono da qualche anno, ha una consapevolezza dei diritti e dei doveri più profonda. Io quei diritti li ho conquistati e per questo esprimo un senso di gratitudine verso la cultura italiana e quella europea”.

Con queste premesse, la Ballo non ha faticato a trovare il senso del suo impegno per le europee: “Io mi candido per raccontare un’altra storia, che poi è quella del Meridione, delle culture si contaminano e si arricchiscono. E’ la storia della cultura del Sud che parla tutta contro Salvini, è la storia di un Mezzogiorno che deve essere raccontato nei termini giusti”.

Come simbolo delle sue battaglie Ballo ha scelto gli Arbereshe, la comunità italo-albanese presente soprattuto in Calabria. “Sono un esempio perfetto di integrazione. Ne ha parlato anche il presidente Mattarella, quando è stato a San Demetrio Corone: la loro storia è un mosaico bellissimo con la storia d’Italia. In Italia hanno trovato spazio e diritti e hanno fatto la storia di questo Paese, hanno contribuito al Risorgimento e all’Unità, erano tra i Mille. Gramsci aveva origini arbereshe, come Costantino Mortati. Hanno dato un contributo nella loro diversità, in pieno spirito europeo”.

L’altro ‘pilastro’ della candidatura della Ballo è proprio l’Europa, di cui si trovano tracce evidenti nella sua biografia: oltre alla specializzazioni in Politiche europee, per 6 anni ha seguito la carriera diplomatica all’Ambasciata albanese in Italia. “Sentirsi europei è bellissimo, io vengo da un Paese che meno di 30 anni fa era sotto un regime feroce. Ho chiaro cosa vuol dire stare dietro i muri. L’Europa come ideale è tutt’altro da rinnegare. Anzi! Dobbiamo tornare ad appropriarci dei sogni come quello europeo per non cadere in quel cinismo bieco che Salvini rappresenta”.

Tra le proposte che la giovane candidata sta illustrando in queste settimane di campagna elettorale in tutto il Sud, una riguarda proprio il rapporto tra l’Europa e il Mezzogiorno: recuperare i fondi strutturali non usati dall’Italia per indirizzarli con bandi diretti ai giovani del Sud attraverso la costituzione di un nucleo operativo a Bruxelles che tenga un filo diretto con gli enti locali.

La Ballo non ha la tessera del Pd ma, come spiega lei stessa, “ho subito condiviso il programma riformatore del Pd a livello europeo, la lotta a favore di un pilastro sociale dell’Europa, per l’equità, il welfare. E poi, è davvero molto importante l’idea di contrastare il sovranismo e la deriva nazionalista di chi vuole costruire i muri. Non lo possiamo accettare”.

Sorgente: Albanese e migrante corre col Pd: “Sono io l’anti Salvini”

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