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Dopo un quarto di secolo la capitale sfugge dalle mani dei conservatori islamici, segnando una svolta nella politica turca

Nelle amministrative in Turchia, dove il voto di domenica viene visto come una sorta di referendum su Erdogan, il successo elettorale del presidente finisce oscurato da uno storico trionfo dell’opposizione ad Ankara, dopo 25 anni di potere continuativo dei conservatori islamici. Erdogan rischia anche a Istanbul, dove il candidato sindaco dell’opposizione Ekrem Imamoglu afferma di aver vinto le elezioni municipali con oltre 29mila voti di scarto. Ma il conteggio dei voti, che era ricominciato dopo essere rimasto fermo per tutta la notte quando mancavano poche decine di seggi alla fine, è ora interrotto quando ne restano 84
da scrutinare, a seguito di alcune contestazioni. Lo ha reso noto il presidente della Commissione elettorale suprema (Ysk), Sadi Guven, senza chiarire quando è previsto il completamento dello scrutinio.

Secondo i dati diffusi dall’agenzia ufficiale Anadolu dopo lo spoglio del 98% delle schede, a Istanbul il candidato di Erdogan – l’ex premier Binali Yildirim – aveva il 48,70% e Imamoglu il 48,65 per cento.
Smirne, terza città turca e tradizionale roccaforte laica, resta nelle mani dell’opposizione: il Chp si conferma, infatti, con una vittoria mai in discussione per Mustafa Tunc Soyer.

Anche i curdi, che si erano concentrati sul sud-est del Paese, si riprendono molte città, compresa la loro capitale Diyarbakir, commissariata negli anni scorsi dal governo centrale insieme a un centinaio di altri Comuni con accuse di terrorismo per presunti legami con il Pkk.

Il presidente Erdogan afferma che il suo partito di governo e i suoi alleati nazionalisti hanno conquistato il 56% dei comuni. Erdogan ha parlato dal balcone del quartier generale del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) ad Ankara, da dove si rivolge tradizionalmente ai sostenitori dopo le vittorie
elettorali. Il suo Akp ha guidato le elezioni municipali con il 45% dei voti e si fa forte anche del 6% ottenuto dagli alleati nazionalisti del Mhp. Ma il socialdemocratico Chp è sopra il 30% e la sua Coalizione con l’Ip di centro-destra si avvicina al 40%.

Ad Ankara, cinque anni dopo un’elezione persa di misura con fortissime contestazioni per presunti brogli, Mansur Yavas si prende la sua rivincita. Sconfitto l’ex ministro Mehmet Ozhaseki. L’opposizione si prenderebbe anche Adana e Antalya, importanti centri sulla costa mediterranea, togliendoli alla destra islamica e nazionalista. E per la prima volta nella storia della Turchia, una provincia potrebbe essere guidata da un uomo del partito comunista: a Tunceli, nell’est, Mehmet Fatih Macoglu è vicinissimo a uno storico successo dopo quello di 5 anni fa in un distretto locale.

Il voto è stato accompagnato da gravi episodi di violenza nel sud-est del Paese, spesso teatro di scontri tra clan rivali durante le elezioni. I morti sono almeno 4 tra le province di Malatya e Diyarbakir. Ma decine sono anche i feriti. Severe le misure di controllo delle forze di sicurezza nella regione, che secondo le opposizioni hanno però creato ostacoli alla libertà del voto. Tra i numerosi osservatori invitati dai curdi dell’Hdp, anche due italiane sono state brevemente fermate e interrogate dalla polizia. (Ansa)

Aggiornato alle 10.00 di lunedì 1 aprile

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Sorgente: Turchia, Erdogan perde Ankara. Bloccato lo scrutinio a Istanbul – Il Sole 24 ORE

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