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Vallerano, la difesa dei genitori di Francesco Chiricozzi, il consigliere di CasaPound arrestato: «È caduto in una trappola». Dal Blocco Studentesco agli ultrà della Viterbese: i 70 voti presi alle elezioni e i raduni col primario dell’ospedale Belcolle

di Fabrizio Caccia

Dal nostro inviato
VALLERANO (Viterbo) —
Via del Colle, un giardino curato, i limoni nei vasi che splendono al sole dopo il temporale. Sul cartello stradale blu del senso alternato, proprio davanti al cancello di casa, c’è un adesivo nero con la croce celtica: «Acca Larenzia». Sul contatore dell’acqua, la “tartaruga” di CasaPound. Siamo arrivati.

«Attento, sa, io sono la mamma dello stupratore, stia lontano, potrebbe essere pericoloso…», dice la signora Silvia, la mamma di Francesco Chiricozzi, che fa l’insegnante e prova ad esorcizzare lo choc enorme per il figlio arrestato per violenza sessuale. Anche papà Lorenzo, imprenditore agricolo, ora lo difende a spada tratta: «Lo scriva pure, Francesco è caduto in una trappola».

La casa è a cento metri dalla sezione di CasaPound. Francesco Chiricozzi, 19 anni, consigliere comunale di Vallerano, è stato eletto alle ultime amministrative del 10 giugno scorso: suoi 70 dei 311 voti complessivi presi dal movimento di destra. «Si dimetterà domani (oggi, ndr)», assicura il capogruppo Yacopo Polidori: tre anni fa Polidori fu denunciato insieme a Francesco, allora minorenne, per un pestaggio ai danni di un ragazzo del comune di Vignanello che aveva osato sui social sfottere Mussolini e criticare le loro lotte contro lo ius soli e l’arrivo di tre nigeriani nello Sprar. Polidori, un giovane con la barba, ora è barricato in casa in contrada Pieve: «Da Roma abbiamo avuto l’ordine di non parlare». Non parlano, i ragazzi di CasaPound. Il capo della Digos di Viterbo, Fabio Zampaglione, li conosce però uno a uno, perché la loro sede centrale si trova davanti al palazzo della Questura. I militanti della provincia sono in tutto un centinaio e Chiricozzi, insieme agli altri, veniva spesso a Viterbo alle riunioni convocate dal leader carismatico, il professor Claudio Taglia, primario del reparto di Chirurgia Maxillo Facciale all’ospedale Belcolle.

Davanti al locale di Viterbo dove la notte del 12 aprile si è consumato lo stupro, il pub “Old Manners” di piazza Sallupara, affiliato allo Csen (Centro sportivo educativo nazionale), ci sono molti adesivi del Blocco Studentesco («Quelli col sangue di Enea») e degli ultrà di destra della Curva Nord della Viterbese. Chiricozzi li frequentava entrambi: ma proprio per le sue “old manners”, le sue vecchie maniere forti, è stato sfiduciato dal Blocco (cioè i “nipotini” di CasaPound, ben radicati ormai nei licei italiani) e poi ha dovuto anche dire addio allo stadio, per un Daspo che si beccò tentando di introdurre un bengala ad Arezzo.

Riccardo Licci, 21 anni, il suo complice viterbese, è figlio di un assicuratore: anche i suoi genitori sono «gente perbene», dicono in Questura. Ma i genitori, spesso, non sanno niente dei figli. «Elegante e arrogante…w Hitler»; «Belli, compatti e fascisti»,così scriveva su Instagram Chiricozzi, che postava orgoglioso i suoi selfie seduto su un pullman accanto a una ragazza di colore con l’orripilante didascalia «Trova l’intruso…». Solo qualche mese fa pubblicò sui social un manifesto fascista con la scritta «Difendila!» e l’immagine di un uomo straniero mentre abusa di una donna bianca. E adesso è accusato di aver fatto scempio proprio di un’italiana e di aver filmato tutto senza pietà, compreso il momento in cui lui alza il braccio destro alla ragazza, già stesa per terra da un pugno, per constatare se lei sia ancora in grado di difendersi. Ma il braccio ricade come un corpo morto. E da lì inizia lo stupro. Se non gli avessero sequestrato il cellulare la sera stessa del 12, quell’immonda sequenza sarebbe finita probabilmente in qualche chat di nuovi camerati.

Il sindaco di Vallerano, Adelio Gregori, del Pd, non ci vuole ancora credere: «Tra i banchi – dice- i tre consiglieri di CasaPound, Polidori, Chiricozzi e Pierpaolo Armenti, si son sempre comportati correttamente». Poi però gli viene in mente una cosa: «Un giorno comparvero delle scritte fasciste in una scuola, così in consiglio decidemmo di votare una mozione. I tre di CasaPound votarono tutti contro». Compatti e fascisti.

Sorgente: Stupro a Viterbo, il video dei militanti Casapound stava per finire in una chat – Corriere.it

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