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Il vicepremier leghista avvisa Conte e i 5S: “Basta con i no”. Ma Di Maio: “Si allea con chi nega l’Olocausto, deriva preoccupante”

dal nostro inviato CARMELO LOPAPA

PARIGI. Il governo può andare avanti con questi equilibri anche dopo le Europee, manda a dire a Luigi Di Maio che accusa la Lega di volersi prendere tutto. “A patto che non si continui con la politica dei blocchi su tutto: le banche, i cantieri, la crescita. Serve una marcia in più, più coraggio, fare delle scelte. Ci pagano lo stipendio per fare le cose, non per bloccarle”. Si sono accumulati “già fin troppi rinvii, per i miei gusti”.

Suonano come una messa in mora le parole del vicepremier Matteo Salvini: su Conte, sul capo del M5S, sui ministri Tria, Costa, Toninelli. Ne viene fuori quasi una pagella, dalla quale l’ala di governo a 5stelle non sembra superare la sufficienza. Il vertice dei ministri dell’Interno del G7 è appena terminato, il capo del Viminale si sposta sulla terrazza che dà sugli splendidi giardini dell’Hotel de Beauvau, sede del dicastero.

È reduce anche dalla colazione di primo mattino in un hotel del centro con Marine Le Pen, con la quale si consolida l’asse sovranista per le Europee. Ancora ignaro dell’affondo che da lì a qualche ora gli avrebbe riservato il capo del Movimento, sempre più avversario e meno alleato: “Preoccupa che la Lega si alleerà con forze politiche che, in alcuni casi, negano addirittura l’Olocausto”. E il riferimento è ai tedeschi di Afd al fianco dei quali lunedì a Milano Salvini presenterà il suo manifesto “Verso l’Europa del buon senso”. Appena informato, al ministro dell’Interno cadono le braccia ma decide di tapparsi la bocca “per non alimentare altre polemiche”.

Ieri mattina la prima pagina di Repubblica riportava l’altra accusa di Di Maio alla Lega, quella di essere “abbagliata dal potere”, di volersi “prendere tutto”. Il segretario nel giardino del ministero torna a indossare i panni del segretario e sorride. “Dico solo che nonostante le vittorie in tutte le competizioni locali in questo anno non abbiamo preteso una sola poltrona in più a livello nazionale”. Dopo il 26 maggio allora “a me va bene anche questo assetto, ma pure all’estero ci si aspetta un’Italia che non blocchi tutto”.

La miccia è il turbolento Consiglio dei ministri di giovedì sera con l’ennesimo rinvio per il decreto sui rimborsi ai truffati delle banche. “Il presidente Conte ha detto che prende lui l’iniziativa, ecco, lo faccia, ma presto. Spero che il suo incontro di lunedì con le associazioni dei truffati sia risolutivo”. L’insofferenza del ministro dell’Interno – eccezionalmente in abito grigio e cravatta, con tanto di camicia bianca con le iniziali “M.S.” – è palese.

Nel mirino per quella storia però c’è soprattutto il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che rinvia la firma anche per i vincoli comunitari in materia di rimborsi ai clienti delle banche che hanno perso i risparmi, si teme anche un intervento della Corte dei Conti. “Anche io faccio il ministro e mi prendo le mie responsabilità, firmo decine di atti ogni giorno e mi assumo anche io dei rischi. Se te la senti di farlo, fai il ministro e il dirigente. Se non te la senti puoi sempre fare il panettiere”. Ci sono le regole europee, certo, “ma se aspettassimo il via libera da Bruxelles non faremmo mai nulla, non avrei dovuto mai rimettere mano alla Fornero”.

Ne ha per tutti e su tutto, Salvini. “Anche sui cantieri occorre avere più coraggio – dice – Domenica per esempio vado al Vinitaly di Verona e poi a Vicenza. Perché non sono partiti i lavori per l’alta velocità tra le due città?” Ecco, perché? “Toninelli sulla Brennero ha litigato con tutti gli amministratori locali. Invece firmi, firmi! Sono, come dire, prudenti, anche quando non c’è da perforare una montagna” (sorride sornione). Dopo le Europee una cosa cambierà di sicuro. “C’è una casella da coprire, agli Affari europei”, lasciata dal neo presidente Consob Paolo Savona.

“Non lo rivendico per la Lega – precisa Salvini – ma occorrerà un ministro che presidi Bruxelles: ci sono parecchi miliardi in ballo e il bilancio Ue dei prossimi sette anni”. Non che tutto il resto vada bene. “Prendete l’ambiente. Ecco, diciamo che al ministero dell’Ambiente di Sergio Costa sono specializzati in blocchi. Sempre no, no no. Il veto sui termovalorizzatori non ha senso. Siamo gli unici in Europa”. Prima di lasciare Parigi, Salvini si rivolge all’unico vero interlocutore che ormai riconosce nel governo, Giuseppe Conte: “Bisogna fare bene e fare in fretta. Ha la mia fiducia”. Ma tutto lascia pensare che sia ormai una fiducia a tempo.

Sorgente: Salvini, attacco a Tria sulle banche: “Più coraggio, o faccia il panettiere” | Rep

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