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Il premier temporeggia sul caso Siri, il leader M5S lo vuole in panchina in attesa delle indagini: “deve dimettersi per un problema di opportunità”

Un tentativo di accerchiamento a mezzo stampa, per arginare Matteo Salvini. E ricordargli quello che non è. “Non è la legge” afferma Luigi Di Maio in un’intervista alla Repubblica in cui ribadisce la necessità che il sottosegretario leghista Armando Siri si dimetta “per ragioni di opportunità” in attesa che siano i giudici a stabilire la verità sul suo conto. “Non è il premier” afferma Giuseppe Conte in un’intervista al Corriere della Sera in cui prende tempo sul caso Siri.

Luigi Di Maio afferma che “l’innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi”. Nel caso di Armando Siri “si tratta di opportunità politica. C’è un’indagine per corruzione in cui c’entra anche la mafia, non è uno scherzo. E c’è di mezzo un faccendiere che sembra essere un link tra Forza Italia e Lega”. Il riferimento di Di Maio è a Paolo Arata, ex parlamentare forzista, padre di Federico Arata, assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. “Nelle prossime ore chiederò a Salvini e Giorgetti un chiarimento a livello politico. Prima di arrivare a delle conclusioni devo parlare con loro”. Il suo Ministero sta collaborando alle indagini. “Ci sono state diverse proposte in più occasioni sull’eolico e alcune richieste di introdurre delle sanatorie sugli incentivi. Le abbiamo sempre bloccate – spiega Di Maio Ci sembravano strane”… “Alcune persone del mio staff sono state sentite come persone informate sui fatti”. Sul futuro del Governo, Di Maio dice che “non è a rischio, anzi, per me va avanti, perché quando lavoriamo da squadra funzioniamo bene. Il problema nasce quando qualcuno si muove in autonomia, come se governasse da solo”. Derubrica i continui litigi a “sfumature da correggere”. E il voto del 26 maggio, assicura, “non condizionerà gli equilibri. Sarebbe una forzatura. Sono le elezioni politiche a stabilire la composizione del Parlamento italiano”.

Giuseppe Conte dice che “Salvini ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura”. Deciderà dopo Pasqua sulle dimissioni del sottosegretario Siri. “Completerò presto la valutazione e la decisione verrà adottata nei prossimi giorni” afferma il premier, avocando a sé l’ultima parola. “Dare importanza all’etica pubblica significa vincolare tutti i componenti del Governo ad agire con “disciplina e onore”, come pretendono la Costituzione e i cittadini. Siamo di fronte a un semplice avviso di garanzia, per accuse delle quali, allo stato, so quanto sanno tutti. Significa che una decisione sarà presa dopo avergli parlato nei prossimi giorni, per avere altri elementi di valutazione nel rispetto dei diritti dell’interessato, che come prima cosa ha il diritto ma anche il dovere di conferire con il suo Presidente”. Il premier getta acqua sul fuoco delle continue polemiche fra Lega e M5S affermando che era “prevedibile, con le Europee alle porte”, ma “non le ritengo preclusive della possibilità di operare una sintesi efficace di governo”. Secondo Conte dopo le Europee il Governo “vivrà, non sopravviverà. Se dovesse solo vivacchiare, dovremmo tutti trarne le necessarie conseguenze, io per primo”. Non ci sono altre soluzioni alle porte: “Da ex tecnico prestato alla politica, non credo che la prospettiva di un governo tecnico possa risolvere i problemi dell’Italia. Occorrono esecutivi con una connotazione politica forte. La politica deve compiere scelte rispondendo ai bisogni e realizzando gli interessi degli elettori”.

Sorgente: Quello che non è Matteo Salvini. Di Maio: “Non è la legge”. Conte: “Non è il premier, aspetti” | L’Huffington Post

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