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«Il Comune ha portato una miccia invece di un estintore facendo arrivare i rom». La frase descrive bene la sofferenza e il rischio deflagrazione delle periferie esauste. A pronunciarla uno dei residenti di Torre Maura. Nel Municipio più a Est di Roma, dopotutto si concentrano 17 centri che accolgono 600 immigrati, il campo nomadi di via di Salone tra i più problematici d’Europa (oltre 600 ospiti), una ventina di discariche a cielo aperto e almeno 13 accampamenti abusivi. Le proteste ci sono a Torre Maura, ma possono trasformarsi molto velocemente in barricate anche a Torre Angela, Torre Gaia e alla borgata Finocchio dove la criminalità a opera di nigeriani spadroneggia.

LE DENUNCE
A Tor Sapienza l’insofferenza che divenne guerriglia nel novembre del 2014 non si è mai dissipata. L’aria è pesante «non solo perché le schegge impazzite sono pronte a ripartire» dice Roberto Torre, storico residente, ma anche a causa dei roghi tossici del vicino campo di via Salviati. «La “mala” dei nomadi ormai si è coalizzata con chi vive di espedienti» aggiunge. In zona si dice che la vera rivoluzione non è ancora scoppiata perché c’è una delle più grandi comunità religiose, quella della chiesa di San Vincenzo de’ Paoli. Sempre da una chiesa, invece, partirà la protesta pacifica di altri. Sulla pagina Facebook della parrocchia San Raimondo Nonnato a Osteria del Curato, a Roma Sud-Est, è apparso il post: «Basta roghi tossici, riunione l’8 aprile».

Il parroco “anti-roghi” si chiama don Michele Di Matteo e spiega: «Sono felice che i fedeli mi abbiamo chiesto di fare un’assemblea qui, siamo vicini alla comunità, vogliamo la salvaguardia della salute e di quella del Creato». I fedeli che respirano i fumi del campo rom La Barbuta pensano ad azioni legali e pacifiche, ma Enzo Richetti, del comitato di Morena spiega: «Già presentati gli esposti». E aggiunge: «L’esasperazione purtroppo può portare a violenze di massa che temiamo». Preoccupata anche la presidente del VII Municipio, Monica Lozzi (M5S) «per La Barbuta, ma anche per i continui roghi a Cinecittà Est».

Al Tiburtino III invece uno Sprar e un altro centro che aveva scatenato scontri (fisici) sono stati chiusi. «La pressione ormai è diminuita – dice Roberta Della Casa, minisindaco del IV distretto – abbiamo sgomberato molti accampamenti rom, ma l’attenzione resta alta». Accetterebbe i rom trasferiti da Torre Maura? «Assolutamente no, per non creare tensioni e perché non potremmo assicurare una sistemazione dignitosa». Tensioni pronte a diventare rivolte covano invece a Roma Ovest, alla Magliana, a Casetta Mattei, o ancora più in periferia a Colle del Sole. Non si salva neanche Roma Nord, con le occupazioni di Primavalle e Battistini, gli accampamenti autorizzati e non di nomadi, gli scippi, i furti negli appartamenti. E intanto l’ultra destra cavalca il malcontento.

Ultimo aggiornamento: 07:59

Sorgente: Non solo Torre Maura, viaggio nei campi-polveriera di Roma: «Qui si rischia la violenza di massa»

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