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Al Lingotto svolta di Fratelli d’Italia per catturare i voti dei moderati. Messaggio ai leghisti: mollate i grillini

DAVIDE LESSI
TORINO

È una doppia sfida quella che Giorgia Meloni lancia al Lingotto di Torino. La prima è delegittimare l’alleanza di governo Lega-M5S. La seconda, meno esplicita, è di erodere voti agli alleati di Forza Italia per rifondare un nuovo centro-destra. «Dopo le Europee questo governo non avrà più margini di vita. Si andrà a nuove elezioni e penso avremo la forza per un nuovo esecutivo in cui ci saremo noi, Fratelli d’Italia, e la Lega», dice dal palco. Non cita mai Berlusconi e i duemila delegati applaudono convinti.

Più che alla conferenza del partito della “fiamma tricolore”, quella ereditata da Msi e An, l’impressione è di essere finiti a una convention di moderati. Sì, tra i gadget esposti ci sono dei libri nostalgici del ventennio (La dottrina del fascismo, per dirne uno) e qualche t-shirt in carattere mussolineggiante. Per il resto, però, è tutto un via vai di giacche e cravatte, tailleur su misura, capelli leccati e bianchi sorrisi. Come l’abito di Meloni, la presidente di FdI artefice di questa trasformazione. E la ragione c’è: per puntare ai voti di Fi bisogna rivolgersi ai centristi.

Non è un caso allora la scelta di Torino, città industriale e simbolo di quelle grandi opere al palo che tanto fanno litigare M5S e Lega. «Dico a “riccioli d’oro” Toninelli che la Tav non è un buco nella Alpi per arrivare a Lione, ma la nostra via verso l’Europa», affonda Meloni che per l’occasione formula un nuovo slogan «Sì Tav e No tax». Un argomento, quello delle tasse, che serve alla presidente di FdI per fare un’altra critica «all’amico» Salvini: «La flat tax – dice – bisogna farla subito e per tutti, senza scaglioni. L’unica cosa piatta fatta da questo governo è la crescita». In platea l’imprenditore Fabio Pietrella, presidente di Confartigianato Moda e candidato per FdI nella circoscrizione Nordest, se la ride. Meloni sprona Salvini, anche sulle alleanze per le Europee, ma gli obiettivi sono altri. Il M5S che «ha condannato il Paese alla decrescita» e usa in campagna elettorale cinque capolista donne «come figurine». E poi Forza Italia che in Europa «sta con la Merkel e ha una posizione conservativa. Noi, invece, vogliamo cambiare tutto a partire dall’attuale presidente del Parlamento europeo». Cioè Antonio Tajani, vicepresidente dei forzisti.

La guerra tra alleati

L’operazione per svuotare il consenso ai berlusconiani è iniziata. Sabato sul palco è salito il governatore “azzurro” della Liguria, Giovanni Toti («Fino al 26 maggio sto con Berlusconi, ma il vostro manifesto corrisponde al il mio mondo», si è sbilanciato). E al padiglione del Lingotto non è mancato anche il pugliese Raffaele Fitto, ex ministro di stagione berlusconiana, ma ora artefice dell’alleanza di Fratelli d’Italia con il partito dei Conservatori europei. E poi tutta una schiera di volti che aiutano a ricostruire l’immagine di un partito più rassicurante. Tra loro Francesco Alberoni, il sociologo che ha scelto di candidarsi con la Meloni, a 89 anni. E poi, per gli amanti del genere «famiglia tradizionale», compare sui mega-schermi Massimo Gandolfini. Tra gli esterni poi ci sono il giornalista Mario Giordano e anche l’ex ministro Giulio Tremonti. Ma Meloni non si scorda degli irriducibili e li accontentata con Ignazio La Russa, Capitano Ultimo (molto applaudito il suo intervento in streaming, specie quando ricorda il carabiniere ucciso a Foggia) e il generale-candidato Marco Bertolini.

Qualcosa nel centro-destra si muove. E che l’obiettivo di Fdi sia di diminuire, se non azzerare il gap con Forza Italia è chiaro. Il 4 marzo finì 14% a 4% per gli azzurri. Ma il 26 maggio gli equilibri potrebbero cambiare. E lo si capisce anche dalle reazioni stizzite che si levano dagli ambienti berlusconiani. «Meloni si è scordata che Tajani è stato eletto presidente anche con i voti dei suoi conservatori?», commenta la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini. Il senatore Renato Schifani definisce «ingeneroso» quanto detto al Lingotto. Mentre la presidente dei deputati azzurri Mariastella Gelmini rivendica che «il centrodestra senza Fi non esiste e non avrebbe vinto le ultime regionali». L’unica a fare leggera autocritica è Mara Carfagna: «Votiamo per le europee, poi il partito andrà riorganizzato». Il dopo Berlusconi è già iniziato?

guarda i video cliccando il link sotto riportato

Sorgente: Meloni e Toti archiviano Berlusconi “Dopo le Europee governo con la Lega” – La Stampa

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