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fotografia d’archivio

Sul fronte diplomatico il premier Conte incontra a Roma il vicepremier del Qatar, mentre il ministro Moavero vede il vicepremier libico Maitig

 

Roma, 15 aprile 2019 – Guerra in Libia, mentre sale il bilancio degli scontri (147 morti, 614 feriti e 16mila sfollati) tra le forze del governo di Sarraj e quelle del generale Haftar, il vicepremier del Qatar, Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani è a Roma oggi pomeriggio per un incontro bilaterale col premier italiano Giuseppe Conte, che vuole per l’Italia “un ruolo di facilitatore” nel processo di stabilizzazione e pace. Nella capitale arriverà anche il vicepremier libico Ahmed Maitig che sarà ricevuto dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
Intanto la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, punta l’attenzione sulla questione migranti e sul previsto aumento degli sbarchi, sottolineando che un attacco avrebbe immediate conseguenze sull’Italia perché chi proviene dalla Libia andrebbe considerato come un rifugiato

TRENTA: MIGRANTI E RIFUGIATI – “Chi parla di possibili attacchi militari non si rende conto di quello che sta dicendo – dice Trenta a Circo Massimo su Radio Capital – noi stiamo vivendo oggi le conseguenze di un attacco militare che non ha pensato al dopo”. E l’attacco avrebbe delle “conseguenze che ricadrebbero sull’Italia. Quelli che dicono attaccate perché arrivano i migranti non hanno capito che se si dovesse andare su un’altra guerra, non avremmo migranti ma rifugiati e i rifugiati vanno accolti. Chi pensa a un possibile attacco per risolvere il problema dei migranti fa un errore enorme”.
Ma la ministra critica anche la chiusura dei porti: “Sono appena tornata da un ultimo viaggio nel Corno d’Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030. Come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? E’ impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa”. Poi chiarisce: “Non sono quella che dice ‘apriamo a tutti’, assolutamente no, però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano”.

E continua la ministra: “In questa fase il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto, è vero. Ancora di più dobbiamo portare l’Europa dalla nostra parte, non è possibile farlo andando a parlare con quei partiti, movimenti e Paesi in Europa che impediscono di raggiungere gli obiettivi dell’Italia. Dobbiamo insistere per una soluzione europea”.

L’AMBASCIATA – Intanto l’Ambasciata d’Italia in Libia “resta aperta e pienamente operativa”, si legge sull’account Twitter dell’ambasciata, che risponde così “a quanto circola sui social”.  “Non si registra riduzione alcuna della presenza istituzionale italiana in Libia”, ha aggiunto la rappresentanza diplomatica. E in un secondo tweet l’ambasciata segnala il numero di emergenza:

Italy in Libya

@ItalyinLibya

Si segnala alla comunità italiana il numero di emergenza dell’Ambasciata d’Italia in Libia:
+218915766666

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MONITO ONU – Intanto le Nazioni Unite lanciano un nuovo monito alle parti in conflitto a Tripoli, sulle violazioni del diritto internazionale umanitario. “A meno di 48 ore dal bombardamento di una scuola, i magazzini del ministero della Pubblica Istruzione sono stati bombardati e bruciati, e 5 milioni di libri e risultati degli esami nazionali sono andati distrutti – ha dichiarato oggi l’Ufficio Onu per gli Aiuti umanitari (Ocha) – la comunità umanitaria di Tripoli ammonisce di nuovo: prendere di mira strutture civili è una violazione del diritto internazionale umanitario”.
Ieri la missione Onu in Libia (Unsmil) ha fatto sapere che “sta monitorando e documentando tutte le azioni di guerra che violano questa legge al fine di informare il Consiglio di sicurezza e la Corte penale internazionale dell’Aia”.

Sorgente: Libia, la ministra Trenta: “Con la guerra i migranti diventano rifugiati” – Esteri – quotidiano.net

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