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Tra le vittime ci sono almeno 28 bambini. Onu: gli sfollati sono 16mila. Il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ha ricevuto al Cairo Haftar, e gli ha confermato il suo sostegno.

14 aprile 2019 Attacchi e controffensive, avanzate e ritirate, morti, feriti e centinaia di civili intrappolati: si fa sempre più cruenta la battaglia alle porte di Tripoli che si combatte tra le forze fedeli al governo internazionalmente riconosciuto di Fayez al Sarraj e quelle del generale Khalifa Haftar. Forze governative: “Abbattuto aereo di Haftar” Le forze fedeli al Governo di accordo nazionale (Gna) libico hanno annunciato di aver abbattuto un aereo da guerra delle forze del generale Khalifa Haftar, a sud di Tripoli. Libya Observer ha scritto in merito che i due piloti si sono salvati lanciandosi con il paracadute. Le forze dell’esercito libico hanno abbattuto un aereo nemico, che si preparava a condurre dei raid aerei nella regione di Wadi al-Rabie”, ha dichiarato il portavoce delle forze fedeli al premier Fayez al-Serraj, il colonnello Mohamad Gnounou. Il presidente egiziano al-Sisi conferma sostegno ad operazione Haftar Il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, ricevendo al Cairo il maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar, ha “confermato il sostegno agli sforzi per combattere il terrorismo e i gruppi estremisti e le milizie per ottenere la sicurezza e la stabilita’ per i cittadini libici in tutti i territori libici e per consentire la creazione di uno stato civile stabile e sovrano”. È quanto si legge in una nota della presidenza egiziana. . Al Sisi è da poco rientrato dal suo viaggio negli Stati Uniti dov’era stato ricevuto dal presidente americano, Donald Trump. Oms: 121 morti e 561 feriti negli scontri E’ salito a 121 il numero dei morti nei combattimenti, i feriti sono oltre 560. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità nel Paese nordafricano. L’ufficio dell’Oms ha condannato anche sul suo account Twitter, “i ripetuti attacchi contro lo staff medico” e le ambulanze a Tripoli. Secondo fonti mediche locali, tra le vittime ci sono anche almeno 28 bambini. Onu: 16mila sfollati per le violenze a Tripoli Sono circa 16.000 le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa delle violenze nell’area di Tripoli. Lo ha riferito oggi l’Ufficio Onu per gli Affari umanitari (Ocha), precisando che oltre 2.000 sfollati sono stati registrati solo nelle ultime 24 ore. Nel suo bollettino, Ocha ha quindi affermando che “finora a circa 4.000 persone” è stata garantita “qualche forma di assistenza sanitaria”. Si combatte da più di 10 giorni Ieri il decimo giorno della guerra proclamata dal maresciallo è stato segnato da violenti scontri lungo l’asse a sudovest della capitale. Dopo una notte di combattimenti, i soldati dell’uomo forte della Cirenaica hanno sfondato le linee avversarie, avanzando a colpi di artiglieria, missili Grad e sostenuti dai raid aerei. Due le zone conquistate per diverse ore: quella di Suani ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli, e quella di Aziziya, una trentina di chilometri più a sud, lungo la direttrice che conduce a Zintan e Gharyan. Dopo ore di battaglia, lanci di razzi e vittime, soprattutto civili – almeno cinque gli uccisi, tra i quali una donna incinta – le milizie di Tripoli hanno lanciato il contrattacco e respinto i nemici a Suani ben Adem. Forze Haftar in ritirata Le truppe di Haftar sono state costrette alla ritirata, lasciando diverse unità di fanteria lungo la linea di un fronte frastagliato, lontane dalle retrovie. I soldati, a corto di munizioni, sparavano contro i tuwar nel tentativo di aprirsi una via di fuga. I soldati che difendono la capitale sono poi avanzati anche su Aziziya, strappando parte della città agli avversari. Sul campo, hanno riferito fonti attendibili, sono arrivate anche le temibili milizie di Zintan, protagoniste della cacciata di Muammar Gheddafi da Tripoli nel corso della rivoluzione del 2011 e pronte ora a combattere per la difesa della capitale. Migliaia di civili intrappolati Decine e decine di famiglie sono bloccate tra due fuochi: moltissime le telefonate strazianti dalle zone di combattimento che arrivano ogni giorno al centro di emergenza di Tripoli. Soprattutto donne, che chiedono cibo, acqua oppure “qualcuno che ci venga a prendere”. I lealisti: “Miliziani di Haftar inesperti” I militari di Tripoli hanno l’ordine di limitare la potenza di fuoco, evitare vittime e distruzioni. “Combattiamo per la nostra terra, per tutti i libici. Per questo sino ad oggi siamo ancora rimasti sulla difensiva: anche i soldati di Haftar sono nostri compatrioti”, ha detto all’ANSA il generale Abuseid Shwashli, al comando della regione del distretto sudovest. “Quelli di Haftar hanno armi più moderne, ma non le sanno usare. Sono soprattutto reclute, meno del 20% delle loro forze ha esperienza, e combattono per lo stipendio oppure perché sono costretti”, ha sottolineato Shwashli, mentre nel suo quartier generale pezzi di artiglieria pesante vengono tirati a lucido, pronti all’uso se da Tripoli partisse l’ordine di un attacco massiccio. “Se dovesse arrivare quell’ordine, saremmo costretti a fare terra bruciata”, ha detto ancora il comandante.

Sorgente: Infuria la battaglia attorno a Tripoli. Oms 121 morti, oltre 560 feriti. Civili intrappolati – Rai News

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