0 5 minuti 5 anni

Articolo scritto da Radheshyam Jadhav

In lingua originale QUI. Traduzione di Cecilia del Gruppo Abbatto i Muri.

Gli appaltatori della raccolta della canna da zucchero non vogliono assumere donne col ciclo mestruale, così l’isterectomia è diventata la norma.

“È difficile trovare donne con l’utero in questi villaggi. Sono villaggi di donne senza utero”, dice Manda Ugale, con la tristezza negli occhi. Seduta nella sua minuscola casa nel villaggio di Hajipur, nel distretto di Beed (regione del Marathwada, nello stato del Maharashtra), flagellato dalla siccità, deve fare un grande sforzo per parlare di questo doloroso argomento. A Vanjarwadi [villaggio del distretto], dove il 50 per cento delle donne hanno avuto un’isterectomia, le donne dicono che nei villaggi rimuovere l’utero dopo aver avuto due o tre bambini è la “norma”. La maggior parte di queste donne sono raccoglitrici di canna da zucchero e migrano nella cintura dello zucchero, nel Maharashtra occidentale, durante la stagione della raccolta. Con il peggiorare della siccità il numero dei migranti si moltiplica. “Il mukadam [l’appaltatore] è ben contento di avere donne senza utero nel suo gruppo di raccoglitori”, dice Satyabhama, un’altra raccoglitrice. Centinaia di migliaia tra uomini e donne della regione migrano per lavorare come raccoglitori di canna tra ottobre e marzo. Gli appaltatori firmano contratti con marito e moglie considerati come un’unità. La raccolta della canna è un lavoro duro e impegnativo e se il marito o la moglie lo interrompono per un giorno, la coppia deve pagare all’appaltatore una sanzione di 500 rupie al giorno per ogni interruzione.

Le mestruazioni intralciano il lavoro

Le mestruazioni intralciano il lavoro e hanno come conseguenza le sanzioni. Nel Beed, la soluzione è sottoporsi a un’isterectomia, in modo da non averle più. “Dopo un’isterectomia, non c’è più pericolo di mestruazioni. E così non c’è più il problema di dover interrompere il lavoro durante la raccolta. Noi non possiamo permetterci di perdere neanche una rupia”, dice Satyabhama. Gli appaltatori dicono che durante le mestruazioni le donne voglio una pausa di un giorno o due, e che il lavoro si ferma.

“Abbiamo un obbiettivo da raggiungere in un limitato lasso di tempo e perciò non vogliamo donne che potrebbero avere le mestruazioni durante la raccolta”, dice Dada Patil, un appaltatore. Patil sottolinea che lui e gli altri appaltatori non costringono le donne a sottoporsi all’intervento: sono piuttosto le famiglie che fanno questa scelta. Curiosamente, le donne dicono che gli appaltatori danno loro un anticipo per l’intervento e che il denaro viene poi detratto dalle loro paghe.

Achyut Borgaonkar di Tathapi, un’organizzazione che ha condotto uno studio su questo tema, dice : “Nella comunità dei raccoglitori di canna le mestruazioni sono considerate un problema e si pensa che l’intervento chirurgico sia l’unica opzione per liberarsene. Ma questo ha un grave impatto sulla salute delle donne, che sviluppano squilibrio ormonale, problemi di salute mentale, aumento di peso etc. Abbiamo rilevato che anche ragazze giovani, di venticinque anni, si sono sottoposte a questo intervento.”

La logica

Bandu Ugale, marito di Satyabhama e raccoglitore di canna egli stesso, spiega la logica che c’è dietro questa pratica: “Una coppia guadagna circa 250 rupie per una tonnellata di canna da zucchero. In un giorno, ne raccogliamo 3-4 tonnellate e in un’intera stagione una coppia raccoglie circa 300 tonnellate di canna. Quello che guadagniamo durante la stagione è la nostra entrata di tutto l’anno, perché non prendiamo nessun altro lavoro quando torniamo dalla raccolta”, dice Ugale. “Non possiamo permetterci un’interruzione neanche per un giorno. Dobbiamo lavorare anche se abbiamo problemi di salute. Non c’è riposo e le donne che hanno il ciclo sono un problema in più”, spiega.

La settuagenaria Vilabai dice che la vita di una raccoglitrice di canna da zucchero è infernale. Fa intendere che gli appaltatori e i loro uomini abusano sessualmente delle donne ripetutamente. “I raccoglitori devono vivere in tende, nei campi di canna o vicino agli stabilimenti di lavorazione dello zucchero. Non ci sono bagni né gabinetti. E questo rende le cose ancora più difficili per una donna, se ha le mestruazioni in condizioni simili”, dice l’anziana donna. Molte donne dei villaggi di questo territorio riarso dicono che i medici che esercitano privatamente prescrivono un intervento di isterectomia anche se le pazienti lamentano un banale dolore addominale o delle perdite bianche.

Sorgente: #India – Perché molte donne nel distretto di Beed, nel Maharashtra, non hanno l’utero – Al di là del Buco

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20