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Al centro dell’inchiesta un faccendiere nel settore dell’energia in rapporti con un condannato per mafia a Trapani, che oggi è stato arrestato nuovamente

di SALVO PALAZZOLO e MARIA ELENA VINCENZI

Armando Siri, sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e senatore della Lega, è indagato dalla procura di Roma per corruzione. Avrebbe intrattenuto frequenti rapporti, tutti da chiarire, con un faccendiere impegnato nel settore dell’energia – Paolo Arata, docente universitario, genovese come Siri, ex deputato nazionale di Forza Italia – su cui indagano da tempo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e gli investigatori della Dia. Proprio i pubblici ministeri siciliani hanno trasmesso ai colleghi della Capitale il filone dell’inchiesta riguardante le frequentazioni romane del faccendiere, che era sempre alla ricerca di sostegni politici – e sembra anche legislativi – per la galassia delle sue attività. A documentarlo, ci sono intercettazioni e pedinamenti, che aprono uno scenario inquietante di infiltrazioni nei palazzi delle istituzioni. Siri è il consigliere economico del ministro dell’Interno Matteo Salvini e l’ideologo della Flat Tax, quattro anni fa patteggiò una condanna per bancarotta.

Questa mattina, i procuratori aggiunti di Palermo e Roma, Paolo Guido e Paolo Ielo, hanno disposto una serie di perquisizioni. Per acquisire atti e documenti riguardanti appalti, e soprattutto autorizzazioni in materia di impianti energetici, che solo in Sicilia rappresentano un giro d’affari che vale 10 miliardi di euro. A condurre l’inchiesta, il pm romano Mario Palazzi e il collega palermitano Gianluca De Leo.

In provincia di Trapani, il faccendiere era in affari con un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Vito Nicastri, il “re” dell’eolico ritenuto vicino all’entourage del superlatitante Matteo Messina Denaro, oggi è stato arrestato dalla Dia, per violazione degli arresti domiciliari. Non poteva incontrare nessuno, ma avrebbe continuato a curare i suoi affari, frequentando il faccendiere e alcuni prestanome. Così è emersa l’intera vicenda. Un’indagine che prosegue da sei mesi nel massimo riserbo, per la presenza di Siri, che è sottosegretario dal 13 giugno dell’anno scorso.

Il sottosegretario Armando Siri è indagato per corruzione. Perquisizioni della Dia fra Palermo e Roma

Armando Siri con Matteo Salvini

Il personaggio

Armando Siri era finito al centro di un caso dopo che l’Espresso aveva rivelato il suo patteggiamento a un anno e otto mesi per il reato di bancarotta fraudolenta: la sua società, la Mediatalia, aveva lasciato un debito di un milione euro e 162 mila di tasse non pagate. Lui ha però sempre negato le accuse, durante una puntata di Report spiegò: “Non ho mai commesso alcuna bancarotta”. I giudici che hanno scritto la sentenza la pensavano però diversamente, chiamando in causa Siri e i suoi soci per aver svuotato la società e messo al sicuro un tesoretto in un paradiso fiscale. Siri ha continuato a difendersi, rilanciando anche sul tema del codice etico degli imprenditori. Di recente, si è detto pronto a spazzare via l’Anac, l’autorità anticorruzione: “Siamo l’unico Paese – ha dichiarato – che ha un ente ulteriore contro la corruzione, diamo per scontato che siamo tutti corrotti e dobbiamo curarci, io penso che sia il contrario: siamo tutti persone corrette fino a prova contraria”.

Adesso, è lui che deve difendersi dall’accusa di corruzione. E la nuova indagine fra Palermo e Roma apre scenari imprevedibili. Al momento, l’unico documento reso noto dalle procure è il decreto di perquisizione di alcuni uffici e aziende, in cui è contenuta una sintetica illustrazione delle risultanze dei due filoni di indagine: per mafia, corruzione e intestazione fittizia di beni a Palermo: per corruzione a Roma.

 

Sorgente: Il sottosegretario Armando Siri è indagato per corruzione. Perquisizioni della Dia fra Palermo e Roma – Repubblica.it

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