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La denuncia di uno studente aggredito dai compagni in una scuola media

Ferrara, 16 aprile 2019 – «Quando saremo grandi faremo riaprire Auschwitz e vi ficcheremo tutti nei forni, ebrei di…». Questa la frase che un alunno di religione ebraica, che frequenta un istituto secondario di primo grado nel Ferrarese, si sarebbe sentito gridare mentre veniva preso per il collo da un gruppo di compagni, negli spogliatoi della palestra.

Un episodio inquietante, a maggior ragione nella città di Giorgio Bassani e del Meis (museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah). La denuncia, riferita dalla madre del bambino (che preferisce non esporsi), arriva per bocca della rappresentante di classe. «E’ inaccettabile – dice la portavoce, mamma di una bambina che frequenta lo stesso istituto – che accadano simili episodi. Non si può far passare sotto silenzio questo chiaro segnale di antisemitismo strisciante».

E sotto silenzio non passa. Perché già questa mattina la dirigente scolastica riceverà la rappresentante e la madre del bambino oggetto di aggressione per decidere quali provvedimenti adottare nei confronti dei ‘bulli’. Nel frattempo la portavoce dei genitori della classe ha immediatamente avvertito Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Andrea Pesaro, guida della comunità ebraica ferrarese, e Luciano Meir Caro, rabbino capo della comunità ebraica estense. «Questa aggressione – prosegue la rappresentante – è una preoccupante cartina di tornasole del clima di latente antisemitismo che aleggia anche nelle scuole. Un abisso verso cui ci stiamo calando tutti».

Insomma «una marea di odio che sento palpabile – prosegue – . Mi spaventa ancora di più perché questo sentimento evidentemente alberga anche tra i bambini». Immediata la presa di posizione di Betti Guetta, direttrice dell’Osservatorio sull’antisemitismo di Milano, che parla di «un episodio allucinante» e, stigmatizzando il ruolo del web, afferma: «Sul totale degli episodi di antisemitismo che registriamo come Osservatorio, l’80% proviene dalla rete e dai social. In questo territorio sconfinato, si legittima la possibilità di dire le cose più terribili». Dalla scuola in ogni caso giungono rassicurazioni, ma anche la garanzia «di prendere i provvedimenti più opportuni per far fronte a questo episodio tanto sgradevole quanto grave».

A parlare è la dirigente scolastica che, dopo aver sottoposto il caso all’Ufficio scolastico territoriale, assicura: «So che la questione era già stata affrontata all’interno della classe tra docenti e studenti. Peraltro, il ragazzino responsabile dell’aggressione, una volta scoperto, si è scusato e ha promesso che non farà mai più cose simili. Comunque ho in programma di convocare un consiglio di classe straordinario per capire meglio, anche con i professori, quello che è accaduto». La preside precisa: «La scuola da sempre è attiva nell’organizzare iniziative legate al Giorno della Memoria e, in tanti anni che presiedo questo istituto, è il primo caso di questa portata che mi trovo ad affrontare». Caso che, a detta del dirigente «va preso con la giusta serietà, senza essere sminuito, ma che deve essere trattato con il massimo della cautela e della discrezione». Ma, se anche tra i ragazzini si annida l’odio verso il popolo d’Israele, che tanto richiama i periodi più oscuri della nostra storia recente, cosa significa? «Significa che c’è un germe – chiude la portavoce – di qualcosa che può esplodere». Qualcosa di violento, disumano. Ad oltre ottant’anni dall’emanazione delle leggi razziali.

Sorgente: Bambino ebreo di Ferrara vittima dei bulli. “Riapriamo Auschwitz” – Cronaca – ilrestodelcarlino.it

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