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Lo scrittore a Il Sole 24 ore: “Ho provato orrore per la vicenda dei naufraghi lasciati 20 giorni in una nave. La perdita della solidarietà dell’uomo con l’uomo è gravissima, più grave di un fatto politico

Il suo ultimo libro, La casina di campagna, sarà nelle librerie a gennaio. Intanto, quel casolare che Andrea Camilleri tanto amava è stato distrutto dal maltempo e poi abbattuto dalle ruspe. Parla anche di questo lo scrittore 93enne in un’intervista a Il Sole 24 Ore, in cui racconta la sua percezione del presente, il suo rapporto con il suo personaggio più famoso – il commissario Montalbano – e del suo modo di fare letteratura.Il tempo che stiamo vivendo non gli piace, e non ha problemi ad ammetterlo. La sua generazione, spiega, ha fallito. E chi è venuto dopo, chi non ha mai visto la guerra, non ha saputo fare di meglio. Si legge nell’intervista:Forse sono venute a mancare le persone decenti e non abbiamo saputo trovare sostituti delle cose nelle quali credevamo. Io ero comunista perché ci credevo. Questo fallimento della mia generazione e della più giovane lascia una cattiva eredità ai pronipoti, che dovranno sbrogliarsela da soli. È un rimorso che mi porto dentro. (..) Ho provato orrore per la vicenda dei naufraghi lasciati altri 20 giorni in una nave, ma non per chi ha ordinato questo, ma per chi lo applaude e lo segue. La perdita della solidarietà dell’uomo con l’uomo è gravissima, più grave di un fatto politico. Sta cambiando il nostro dna e non so spiegarmene le ragioniQuanto a lui dice: “Non mi pare di essere stato un cattivo esempio, anche se una volta tirai le uova al crocefisso”. Tutti lo conoscono per aver inventato il commissario Montalbano. Nei suoi progetti avrebbe dovuto scrivere non più di due libri con quel personaggio come protagonista, poi le cose sono andate diversamente.Montalbano è sopravvissuto alla mia volontà di estinguerlo in virtù del suo successo, e spesso anzi mi ha intralciato su altri progetti. Spuntava e mi tentava: “lascia perdere e dedicati a me…”. Mi ha fatto perder tempo talora, sì, ma non è mai riuscito a sopravvalere.A chi gli chiede se pensa di poter essere considerato alla stregua di Leonardo Sciascia e di Carlo Emilio Gadda risponde che gli piacerebbe, è la sua aspirazione. Ricorda che l’autore de Il giorno della civetta gli sconsiglio di usare il siciliano nelle sue opere:E ancora oggi» chiosa Camilleri, dopo milioni di copie vendute e 10 lauree ad honorem, «non mi avrebbe dato ragione, non avrebbe cambiato idea

Sorgente: Andrea Camilleri: “La mia generazione ha fallito, lasciamo una cattiva eredità. È un rimorso che mi porto dentro” | L’Huffington Post

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