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Il presidente: «Circa l’80% dei soldi finisce nelle tasche dei procuratori degli atleti, a cui in sostanza restano solo le briciole o poco più»

LUCCA – In occasione della sesta edizione della “Half Lucca Marathon”, in programma domenica 5 maggio, non sarà ingaggiato (a pagamento) alcun top runner africano. Ma le iscrizioni, come sempre, saranno aperte a chiunque a prescindere dalla sua nazionalità. A pochi giorni dalla “mezza maratona” – così chiamata perché si sviluppa su un percorso di 21,097 km, vale a dire la metà esatta rispetto ai canonici 42,195 chilometri di una maratona tradizionale -, una delle più importanti della Toscana nel suo genere per numero di partecipanti (nel 2018 presero il via oltre 1300 atleti), a confermarlo è il presidente di Lucca Marathon Moreno Pagnini, che in una intervista a “Il Tirreno” ha chiarito i perché di una scelta già messa in pratica nel 2018 e confermata adesso, proprio nei giorni in cui impazzano a livello nazionale le polemiche sulla maratona di Trieste.

NO SFRUTTAMENTO – Pagnini, a differenza dei colleghi friulani, assicura che non farà passi indietro: per ogni top runner ingaggiato, spiega il presidente, circa l’80 per cento dei soldi finisce nelle tasche dei procuratori degli atleti, a cui in sostanza restano solo le briciole o poco più. «E a Lucca – dice – non ci presteremo più a operazioni del genere». Insomma, nessuna ombra razzista ma anzi, al contrario, una difesa della dignità di atleti etiopi, kenioti, marocchini o di altre nazionalità che, arrivando quasi sempre da realtà poverissime, provano a trovare nella corsa l’unica via di riscatto. Ma rischiando spesso – sottolinea il presidente di Lucca Marathon – di trovare persone che si approfittano di loro. «Chi critica e parla di razzismo – afferma Pagnini – o lo fa senza sapere nulla o è in malafede».

Sorgente: Anche la mezza maratona di Lucca dice no agli ingaggi dei top runner africani – CorriereFiorentino.it

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