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Una storia di bonifici annullati, di vere o presunte malattie, di veri o presunti video hard. Si complica sempre di più la storia di Giulia Sarti, presidente dimissionaria della Commissione Giustizia della Camera, e del suo ex e collaboratore Bogdan Tibusche. In una nuova puntata delle Iene emergono nuove circostanze, tutte da verificare, sulla Rimborsopoli che ha investito alcuni parlamentari M5S.

Promesse mancate

Filippo Roma rivela in apertura le due fonti utilizzate per scoprire il caso dei 14 «furbetti delle restituzioni» (solo 8 sono stati sospesi dal Movimento). Il senatore Vito Petrocelli aveva accusato «il Caimano Berlusconi», Mario Giarrusso aveva chiamato in causa i servizi segreti. E invece le fonti erano molto più vicine: gli ex senatori Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino, espulsi 4 anni prima. A un anno da Rimborsopoli, i parlamentari coinvolti (tra gli altri Andrea Cecconi, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli) non si sono dimessi, nonostante le promesse. Anche Luigi Di Maio non ha rispettato la promessa: aveva detto che se non avessero rinunciato all’elezione li avrebbe denunciati per danno d’immagine. Non è avvenuto.

La casa e l’auto

Il caso più scottante è quello di Giulia Sarti, che ha sfiorato anche i capi della Comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, che le avrebbero consigliato di denunciare l’ex «per salvarsi la faccia». Casalino smentisce di aver saputo di irregolarità commesse dalla Sarti. Ma il programma si concentra anche sulle cifre non restituite. La Sarti non ha denunciato Bogdan per i mancati bonifici (annullati o non passati per mancanza di fondi) ma per appropriazione indebita di 12 mila euro. L’ex, che all’inizio aveva abbozzato, non l’ha presa bene. E ha raccontato ai magistrati, e alle Iene, dove sono finiti i soldi delle mancate restituzioni. Una parte sarebbe stata spesa per una casa affittata a Salerno (18 mila euro, in cinque anni, «come da accordi»). Ma altri soldi sarebbero stati spesi in altro modo dalla Sarti. Che avrebbe «prestato 7 mila euro al padre per l’acquisto di un’auto e la ristrutturazione della casa» e speso 4.200 euro in campagna elettorale. Non solo. In un messaggio, Bogdan parla dei «4 mila euro che abbiamo speso per i videocontrolli di Dedo e Luca». La Sarti non obietta. Bogdan, in un’altra chat con un amico, parla di telecamere piazzate nella camera da letto della Sarti dove sarebbero stati realizzati, a suo dire, «video hard».

I video privati

Tutte circostanze poco chiare e da verificare, come la malattia grave che Bogdan riferì di avere alla deputata. La Sarti era già stata vittima della diffusione di alcune foto hard e l’uomo era intervenuto, da tecnico, proprio per aiutarla. I toni dell’ex sono inquietanti. Annuncia nuove rivelazioni: «Non vedo l’ora di arrivare al processo. Ci saranno cose da spiegare che nessuno sa». Su Facebook aveva scritto: «Preparate i popcorn». Le Iene si interrogano: «È solo uno spaccone che millanta storie pruriginose? L’onorevole è vittima di una brutta storia di video privati finiti in mano sbagliate? Dedo e Luca chi sono? E sapevano di essere video controllati? E i video controlli sono compatibili con il ruolo di una presidente di Commissione Giustizia?».

Sorgente: «Telecamere in camera da letto e auto: così la Sarti usò i rimborsi 5 Stelle»

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