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Ferma a un miglio e mezzo dal porto dell’isola siciliana con a bordo 48 migranti, la ong chiede che vengano fatti sbarcare. “Porto chiuso” ribadisce il ministro dell’Interno che la accusa di aver violato due norme. Il premier Conte garantisce “assistenza e diritti”, Di Maio prima rassicura: “Non sarà un altro caso Diciotti”, poi chiede il sequestro della nave. Il caso diventa politico e infuria di nuovo la polemica

19 marzo 2019 A un mese e mezzo dal caso della Sea Watch3, rimasta ferma al largo di Catania per diversi giorni con a bordo 47 migranti, esplode in queste ore quello della Mare Jonio, giunta nelle scorse ore davanti al porto di Lampedusa e priva di autorizzazione allo sbarco. La nave, battente bandiera italiana, ha tratto in salvo ieri pomeriggio 49 migranti (tra cui 12 minori), che viaggiavano su un barcone poi affondato al largo della Libia. Si è diretta verso l’Italia, chiedendo l’indicazione di un porto sicuro. Ha poi puntato su Lampedusa. E ha subito generato la reazione del Viminale, che già ieri sera diramava una Direttiva con la quale ribadisce le procedure dopo eventuali salvataggi in mare. Una Direttiva per “fermare le azioni illegali delle ong”. In sostanza, quel che si contesta alla Mare Jonio è che “il mare non era mosso e non c’era pericolo di affondamento. Era più vicina a Libia e Tunisia, ma ha fatto rotta verso l’Italia sottoponendo gli immigrati a un viaggio più lungo- ha affermato Matteo Salvini-. La nave non ha avvisato Malta. Ha disobbedito alle indicazioni della guardia costiera libica. Un comportamento che dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini”. Non solo. La nave ong, raggiungendo Lampedusa, ha disobbedito per due volte all’ordine della Guardia di Finanza di spegnere i motori. “Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o carabinieri viene arrestato. Conto che questo accada” ha aggiunto senza mezzi termini il ministro dell’Interno al termine della prima riunione del tavolo tecnico, convocato d’urgenza stamattina al Viminale. La Gdf, nel frattempo, è salita a bordo della Mare Jonio (le cui attività rientrano nel progetto Mediterranea) per acquisire documentazione. “L’ispezione si è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c’è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono provate”, ha detto Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea. “Per noi la direttiva del ministro Salvini non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il Diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali” ha aggiunto Sciurba. “Abbiamo chiesto un porto sicuro, siamo italiani su una nave italiana che ha salvato delle persone che erano in pericolo di vita in mare. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto” ha concluso. Ma il tavolo tecnico ha invece evidenziato due violazioni della legge Salvini ed è proprio su questo presupposto che il ministro chiede l’arresto del comandante e del capomissione. Con la Libia che dice: “La ong è stata scorretta”. Il caso diventa politico e infuria di nuovo la polemica. Di Maio rassicura: “questo non sarà un altro caso Diciotti”, poi chiede il sequestro della nave; le opposizioni chiedono lo sbarco immediato e gridano alla strumentalizzazione di vite umane; il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, dice: “il porto è aperto e i 49 migranti sono i benvenuti”; il premier Conte garantisce: “Come sempre assistenza e diritti”. Intanto, dalla Mare Jonio in tarda mattinata è stata ottenuta l’evacuazione di un migrante ventiquattrenne del Gambia che ha una sospetta polmonite. Mentre Luca Casarini (capo della missione Mediterranea) ha fatto un appello: “Siamo a pochi metri da Lampedusa, sarebbe strano non attraccare qui”. Pronta la risposta di Salvini in un ironico post su Facebook. Salvini, dovremmo cedere a uno come Casarini? “Ecco Luca Casarini, noto tra l’altro per aver aperto l’osteria ‘Allo sbirro morto’, pluripregiudicato, coccolato da Pd e sinistra (è stato consulente del governo Prodi), oggi alla guida del centro sociale galleggiante arrivato davanti a Lampedusa. E noi dovremmo cedere a questi personaggi? #portichiusi”. Conte: come sempre assistenza e diritti “Risolveremo anche questo”. Così risponde il premier Giuseppe Conte al suo ingresso in Senato ai giornalisti che lo interpellano sulla vicenda della nave Jonio. Sul tema dei migranti il governo ha “una chiara linea politica che può piacere o essere opinabile. Diversi indirizzi politici sono stati espressi in passato, noi non possiamo che giudicarli insoddisfacenti: il concetto di accoglienza è diverso da quello di sbarco. Consentire sbarchi indiscriminati senza limiti non equivale a offrire accoglienza”, dice il premier poi in Aula al Senato. Della vicenda della nave Jonio ci stiamo “occupando con gli uffici dei ministeri competenti. Sono stati evocati interessi fondamentali della persona ma in tutti i casi emergenziali, anche quelli più drammatici e che hanno avuto gli onori delle cronache, noi abbiamo sempre tutelato i diritti fondamentali delle persone, siamo sempre tempestivamente intervenuti per assicurare assistenza. Anche a uno dei migranti della nave Jonio è stata data assistenza”, dice il premier Giuseppe Conte replicando alle opposizioni al Senato. Libia: Ong ha agito scorrettamente Il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, ha confermato che la nave Mare Jonio del progetto Mediterranea avrebbe agito scorrettamente nel salvataggio dei migranti. Una pattuglia portatasi nell’area dove era stato segnalato il gommone “ha scoperto che una ong non aveva preso contatto” con la Guardia costiera libica, ha detto il portavoce. “Hanno preso contatto dopo” l’intervento “e hanno sostenuto che i migranti erano in una condizione che necessitava un salvataggio” ma “ciò é scorretto”, ha sostenuto Ghasem. Comandante Nave: io non spengo motore “Abbiamo persone che non stanno bene,devo portarle al sicuro e ci sono due metri di onda. Io nonspengo nessun motore”. Queste le parole di Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio rivolte via radio alla motovedetta della Guardia di finanza che gli intimava di fermarsi, secondo quanto riporta Mediterranea saving humans. La ong definisce Marrone “un vero capitano. Di professione è pescatore. Per decenni ha navigato in quel tratto di Mediterraneo che accomuna Libia, Italia e Tunisia. Oggi è il comandante della Mare Jonio. Abbandonare esseri umani in mare per un pescatore non è solo reato, è tradimento”. Ue: urgenti soluzioni per gli sbarchi La Commissione segue da vicino gli eventi nel Mediterraneo e ribadisce quanto siano urgenti soluzioni prevedibili per gli sbarchi e rinnova ancora una volta agli Stati membri l’imperativo umanitario” ma anche “di contribuire ad una rapida risoluzione della situazione”. Così una portavoce della Commissione Ue sulla nave ong con a bordo imigranti davanti a Lampedusa. Pd a Conte: alzi telefono e faccia sbarcare profughi “Il presidente del Consiglio ha il dovere di esplicitare subito la posizione del governo su quanto sta accadendo al largo di Lampedusa. Sono esseri umani. Alzi quel telefono e dia ordine di far sbarcare quei profughi, chieda se necessario una sospensione di cinque minuti, faccia qualcosa, dimostri di essere il capo del governo”. Lo ha detto il deputato del Pd Dario Franceschini, all’inizio della seduta di oggi alla Camera per le comunicazioni del premier Giuseppe Conte sul prossimo Consiglio europeo. “Dica – ha detto Franceschini a Conte – a quel vanitoso del suo ministro degli Interni che non si gioca a fare il duro sulla pelle dei disgraziati. Gli dica di smetterla di coprire con la crudeltà la sua totale incapacità a garantire la sicurezza degli italiani”. Zingaretti, sceneggiata dei forti con i deboli “In assenza totale di politica esterae sull’immigrazione, stiamo assistendo all’ennesima tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare #MareJonio”. Così su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
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