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La nave dell’ong è arrivata a Lampedusa: «Fermate i motori», aveva intimato la guardia di finanza. Ma il mare forza 7 e le condizioni dei migranti a bordo hanno spinto il capitano a proseguire verso l’isola italiana. Salvini: «Non sarà una nave capitanata da due tizi dei centri sociali a infrangere trattati e convenzioni internazionali». Evacuato uno dei 49 migranti: si tratta di un 25enne malato di polmonite

Ore 13:50 – Durante il controllo della guardia di finanza a bordo della nave, è stato attivato il MedEvac, il sistema di evacuazione rapida di persone ferite da un luogo a un altro. Il giovane migrante, in gravi condizioni di salute, è stato trasportato nell’ambulatorio di Lampedusa. I sintomi sembrano ricondurre a una polmonite.

Ore 13.30 – «Per noi la direttiva del ministro Salvini non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il Diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali», ha detto Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans, che sta coordinando dalla terraferma alcuni membri dell’equipaggio. «Abbiamo chiesto un porto sicuro. Siamo italiani su una nave italiana che ha salvato delle persone che erano in pericolo di vita in mare. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto».

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 7
Alessandra Sciurba, a sinistra, e l’armatore della Mare Ionio, Alessandro Metz

Ore 13.20 – «La Commissione europea segue da vicino gli eventi della Mare Jonio, la nave con a bordo i migranti e ferma davanti a Lampedusa», ha detto Natasha Bertaud, portavoce della Commissione. «Rinnoviamo l’appello a tutti gli Stati membri di tenere a mente innanzitutto e soprattutto l’imperativo umanitario e di contribuire a una rapida soluzione». Poi conclude: «Questo caso evidenzia ancora una volta quanto sono urgenti meccanismi prevedibili sugli sbarchi».

Ore 13.10 – Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans, ha aggiornato la stampa sull’ispezione della guardia di finanza: «Si è conclusa. Nel verbale c’è scritto che non c’è nulla da segnalare, eccetto che le persone a bordo sono “provate”».

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 6
Al largo di Lampedusa, la nave dell’ong circondata da tre motovedette delle autorità italiane

Ore 12.40 – Il ministero dell’Interno smentisce le dichiarazioni del sindaco di Lampedusa: «Sono 162 i migranti sbarcati sull’isola dall’inizio dell’anno ad oggi mentre nel 2018 le persone arrivate a Lampedusa sono state complessivamente 3.468». Lo affermano fonti del Viminale replicando al sindaco Totò Martello. «Numeri che sono compresi nella statistica quotidianamente pubblicata sul sito del ministero dell’Interno e comprendono tutti gli arrivi, anche con imbarcazioni di fortuna, i cosiddetti “microsbarchi”. Numeri ufficiali, verificati e che si basano sull’attività svolta quotidianamente dalla Polizia». Poi i dati snocciolati nel dettaglio: «Sono stati 8 gli sbarchi: 5 a gennaio, uno a febbraio e 2 a marzo. In tre casi i gommoni erano partiti dalla Libia, negli altri dalla Tunisia. In quattro degli 8 casi i migranti sono arrivati direttamente sull’isola senza essere intercettati».

Ore 12.30 – Luigi Di Maio ha incontrato Matteo Salvini per discutere del caso Mare Ionio: «Ho appena parlato con il ministro dell’Interno. Stiamo verificando il rispetto della legalità. Ci risultano diverse irregolarità: la Ong che è italiana ha agito senza aver ascoltato gli ordini della Guardia Costiera libica, andando contro questi ordini. Confermo che non sarà un’altra Diciotti: la soluzione arriverà in tempi brevi».

Ore 12.15 – «Portiamo fortuna. Dopo che Mediterranea ha issato sulla nave la bandiera napoletana si sono salvate vite umane, tra cui molti minorenni». Ha scritto Luigi de Magistris, sindaco di Napoli in un post Facebook. La bandiera del Comune era stata consegnata a rappresentanti di Mediterranea nei giorni scorsi prima del salvataggio dei migranti al largo della Libia. «Napoli ha un cuore immenso. Vi aspettiamo a Napoli, porto sempre aperto per sorelle e fratelli in pericolo, porto chiuso per trafficanti di esseri umani. Grazie alle ong testimoni di giustizia!».

Ore 12.00 – Alessandra Sciurba, portavoce e team legale della ong Mediterranea Saving Humans, ha detto all’huffington post: «La direttiva di Salvini è subordinata alle leggi dello Stato e alle convenzioni internazionali. Non vale di più. E noi stiamo dalla parte del diritto e delle convenzioni che dicono di salvare chi è in difficoltà in mare. E’ per questo che abbiamo tratto in salvo quelle persone rimaste alla mercé delle onde su un gommone sgonfio per 48 ore». Adesso la nave si trova a circa 300 metri dalla terraferma.

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 5
 Matteo Renzi e Giusi Nicolini, nel 2016 davanti al monumento “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”

Ore 11.30 – L’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha detto all’AdnKronos: «Abbandonare persone in mare è disgustoso, a Lampedusa non abbiamo più alcuna emergenza». Poi rincara la dose e si rivolge direttamente al ministero dell’Interno: «La circolare di Salvini è un’oscenità giuridica prima ancora che politica. Il porto di Lampedusa è aperto e 49 disperati non faranno alcun danno né all’Italia né tanto meno a Lampedusa che, negli anni, ha accolto centinaia di migliaia di persone». Poi conclude: «Si tratta di 49 persone che, senza la Mare Ionio, sarebbero annegate o riportate indietro nell’inferno libico dai gruppi armati della cosiddetta guardia costiera libica».

Ore 11.15 – Aperto un tavolo permanente al Viminale sul tema immigrazione. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha convocato esperti e Forze di Polizia per valutare la situazione anche alla luce della direttiva emanata ieri sera. Lo apprende l’Agi da una nota del Viminale.

Ore 11.10 – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è in Aula alla Camera per riferire sul prossimo Consiglio europeo e sulla questione della Belt and Road cinese. Ma non può non rispondere sul tema della Mare Ionio e dice: «Ci stiamo battendo perché la regolazione dei flussi migratori sia affrontata in maniera strutturale: pregherei tutti di non strumentalizzare il singolo caso».

Ore 11.05 – Arriva la conferma da fonti vicine alla Procura di Agrigento: l’ufficio diretta da Luigi Patronaggio sta vagliando le comunicazioni via radio fra il comandante della nave e la guardia di finanza che ha intimato l’alt, chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa. Pare non sia stato aperto alcun fascicolo, ma la situazione è in continua evoluzione.

Ore 11.00 – Evacuato uno dei 49 migranti a bordo della Mare Ionio. Si tratta di un giovane di 25 anni in gravi condizioni: si sospetta soffra di polmonite. La conferma arriva dal medico Pietro Bartolo all’Agi: «Lo abbiamo fatto scendere urgentemente. È un caso grave e delicato che ha bisogno di cure immediate. Intanto la procura di Agrigento starebbe indagando sull’intera vicenda del salvataggio.

Ore 10.50 – Il deputato Dario Franceschini ha appena conferito in Aula sul caso della Mare Ionio: «Il presidente del Consiglio dica subito su quello che sta accadendo al largo di Lampedusa, che avviene sulla pelle di esseri umani e espone l’Italia all’interesse del mondo. Il presidente Conte alzi il telefono e dia ordine di far sbarcare quei profughi. Dimostri di essere il capo del Governo». Poi ha attaccato direttamente Matteo Salvini: «Conte dica a quel vanitoso del suo ministro dell’Interno che non si gioca duro sulla pelle dei disgraziati, che la smetta di coprire con crudeltà la sua incapacità; gli dica di smettere di indossare divise per poi mortificare ogni giorno con ordini immorali chi quella divisa la indossa con dignità». La posizione della Lega, espressa dalle parole del capogruppo Riccardo Molinari, è che si tratta di una vicenda «quanto meno sospetta». Il riferimento e alla votazione sul caso Diciotti, prevista in settimana.

Ore 10.35 – «Come si fa a pensare che sia un caso l’iniziativa della nave Mare Jonio, con a bordo il noto esponente dei centri sociali Casarin, che va a caricare clandestini nel mezzo del Mediterraneo, proprio quando in Senato si deve discutere e votare sul caso Diciotti? Non crediamo alle coincidenze». Ha detto Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità. «Ci pare davvero una manovra politica per tornare a proporre la dissennata iniziativa delle ong che tanti danni hanno fatto negli ultimi anni, alimentando il traffico di clandestini e favorendo i guadagni di cinici speculatori che in Libia pretendono montagne di soldi da persone in fuga. Giusta la fermezza nei confronti della nave Mare Ionio e indispensabile un approfondimento sui protagonisti e sui moventi di questa vicenda. La tempistica non può essere casuale e l’Italia non può subire intimidazioni. Il diritto è dalla parte di chi vuole un Mediterraneo di pace, non un Mediterraneo regno dei trafficanti di clandestini».

Ore 10.15 – In corso l’ispezione della guardia di finanza a bordo della nave: i militari sono saliti appena la Mare Ionio ha gettato l’ancora nella fonda a mezzo miglio da Lampedusa. Secondo quanto riportano i volontari dell’ong, i militari stanno verificando che tutti i documenti dell’imbarcazione siano in regola.

Ore 10.00 – È forte il messaggio lanciato da Totò Martello, sindaco di Lampedusa: «La nave Mare Ionio ha bandiera italiana e non si può tenere questa imbarcazione fuori da un porto italiano. Questo è il primo punto. Poi si pone un problema di sbarco di migranti. Qui deve intervenire la capitaneria di porto che deve salire a bordo e valutare», sostiene il sindaco. «Mi chiedo però perché il 6 e 7 marzo scorsi sono entrate in porto due barche senza bandiera, non italiane, e i migranti sono stati prelevati e accompagnati dai carabinieri nel centro di accoglienza. Chi non rispetta le regole e arriva come vuole – conclude – viene fatto entrare, chi rispetta le regole viene bloccato. A Lampedusa gli sbarchi non sono mai finiti. Arrivano nel silenzio. Piccole barche con motori fuori bordo con una ventina di persone alla volta. Ma Lampedusa non viene mai nominata».

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 4
Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Salvatore Martello, detto Totò

Ore 9.45 – Pare che a bordo della Mare Ionio, oltre a 12 minori, ci sia un migrante con una sospetta polmonite: l’equipaggio ha chiesto la sua evacuazione. Luca Casarini, intanto, lancia un appello: «Siamo a pochi metri da Lampedusa, sarebbe strano non attraccare qui». Matteo Salvini ha attaccato il capo missione a bordo: «Questa è la nave dei centri sociali, perché a nome della nave sta parlando Luca Casarini: vedete i precedenti penali del signore che era noto per essere leader dei centri sociali del nord est, con precedenti penali vari», ha detto il ministro dell’Interno a Sky tg24. «A bordo ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra, che stanno a mio parere commettendo un reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché hanno raccolto questi migranti in acque libiche».

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 3
Luca Casarini durante una conferenza stampa organizzata sulla nave Mare Ionio

Ore 9.30 – Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Lampedusa Totò Martello: «La nave Mare Ionio è italiana e il nostro porto è aperto e pronto ad accoglierla. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati».

Ore 9.15 – «Sto sentendo i ministri della Difesa e dell’Interno e il presidente del Consiglio», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ai microfoni di Radio1. «In queste ore dobbiamo risolvere la questione e soprattutto abbiamo il potere, come Stato italiano, di agire sulla bandiera di questa nave. Bisogna rispettare le regole: questa è una ong italiana e non si può permettere di disobbedire alle regole della guardia costiera libica che noi sosteniamo nelle operazioni di salvataggio».

Ore 8.45 – «Possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia senza il mio permesso non mettono piede», ha detto Matteo Salvini. «Non è una nave capitanata da due tizi dei centri sociali che può fregarsene di trattati e convenzioni internazionali. Questa gente non scenderà. Finché la responsabilità è mia, queste persone resteranno a bordo. Per me si tratta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Chi favoreggia l’immigrazione clandestina vuole trasformare, di nuovo, il mar Mediterraneo in un cimitero a cielo aperto. Il traffico di esseri umani, in Africa, rende di più del traffico di droga e di armi». Così il ministro dell’Interno sempre ai microfoni di Sky tg24, prima di concludere: «La nave non entra in porto!».

Ore 8.30 – Sono saliti a bordo alcuni uomini della guardia di finanza.

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 2
 La posizione della Mare Ionio, poco prima di gettare l’ancora nella rada del porto di Lampedusa

Ore 8.15 – È arrivata: Mare Ionio si trova nella fonda di Lampedusa a un miglio e mezzo dalla costa. La nave non ha ancora ottenuto l’autorizzazione allo sbarco e in questo momento si trova circondata da tre motovedette: due appartengono alla guardia di finanza e una alla guardia costiera. Intanto il sindaco di Lampedusa attacca il ministero dell’interno: «Gli sbarchi non sono finiti come dice il Viminale. Qui i migranti continuano ad arrivare: il nostro porto resta aperto», ha detto a Sky tg24.

Ore 8.00 – La nave si trova a circa 10 miglia da Lampedusa: a questa velocità, manca davvero poco per raggiungere l’isola italiana. A bordo ci sono 12 minori.

Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio foto 1
Mare Ionio ha soccorso, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. Foto di Francesco Malingri

Ore 7.30 – Se la guardia di finanza ha intimato di non entrare nelle acque territoriali italiani, la guardia costiera invece ha autorizzato un punto di fonda: la nave è ormai prossima all’isola di Lampedusa e al capitano è stato indicato dove gettare l’ancora nella rada (l’insenatura antistante al porto). Luca Casarini, il capo missione, ha ribadito che «il mare forza 7 ha reso indispensabile l’avvicinamento a Lampedusa».

Ore 7.00 – Giorgio Ruta, giornalista di Repubblica che si trova a bordo della nave Mare Ionio, ha confermato che la Guardia di Finanza ha imposto l’alt al capitano dell’imbarcazione. «Rimorchiatore Mare Ionio, da pattugliatore guardia di finanza Paolini, vi intimiamo l’alt, fermate le macchine, arrestate i motori», è stato il comando via radio sentito nella plancia della nave. La risposta del capitano non si è fatta attendere: «Non possiamo arrestare nessuna macchina, qui siamo in pericolo di vita comandante, ci sono tre metri di onda», e ripete più volte, «Siamo in condizioni di pericolo di vita».

Il capo missione, Luca Casarini, ha raccontato a Ruta: «Abbiamo fatto presente che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l’isola di Lampedusa per proteggere la vita delle persone». La nave ha disobbedito all’ordine della guardia di finanza: si procede verso Lampedusa.

18 marzo – La nave Mare Ionio della ong Mediterranea saving humans ha recuperato un gommone con a bordo 49 migranti. Uno di loro è apparso subito in gravi condizioni. «Stiamo facendo rotta verso nord per evitare il maltempo, ci dirigiamo verso l’Italia dove chiederemo il porto sicuro per sbarcare», ha comunicato il capo missione Luca Casarini. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è schierato subito contro l’attività della nave: «Bisogna stoppare definitivamente le azioni illegali delle ong. Ogni comportamento difforme sarà letto come trasporto di immigrati clandestini e traffico di essere umani».

Per l’imbarcazione si tratta della quarta missione di salvataggio nel Mediterraneo: la Mare Ionio ha lasciato sabato 16 marzo il porto di Palermo per dirigersi nella Sar libica. Dopo aver soccorso i 49 migranti a bordo di un gommone in avaria, ha cambiato rotta e si è diretta verso l’Italia. Benché sia impossibile per l’Italia operare un blocco navale, tali competenze non spetterebbero nemmeno al Viminale. Ma la direttiva di ieri è stata comunque evasa dal ministero guidato da Salvini: «Chi soccorre migranti irregolari in acque non di responsabilità italiana, senza che Roma abbia coordinato l’intervento ed entra poi in acque territoriali italiane lede il buon ordine e la sicurezza dello Stato italiano», recita la direttiva. Salvini poi ha twittato: «I porti italiani erano e rimangono chiusi».

Sorgente: Migranti a Lampedusa, Mare Ionio: «Siamo italiani su una nave italiana, fateci entrare in porto». Il liveblogging del salvataggio – Open

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