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Oggi a Verona è iniziato il Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, WCF), che riunisce moltissime persone con idee molto conservatrici sulla famiglia e i diritti sociali e civili, tanto da essere definito il movimento globale antiabortista, antifemminista e anti-LGBTQI. Negli scorsi giorni se n’era molto parlato per il patrocinio prima concesso e poi ritirato da parte della presidenza del Consiglio dei ministri, e per le polemiche nate tra alcuni membri del governo sull’opportunità o meno di partecipare. A patrocinare l’evento c’è anche la regione Veneto il cui presidente, Luca Zaia, oggi è intervenuto criticando però chi – come molti dei partecipanti al Congresso – considera l’omosessualità una malattia, e sostenendo che la vera malattia sia l’omofobia: «Utilizzate questo palcoscenico per parlare anche di temi che magari sono più ostici come il tema dell’omofobia, e lo dico da eterosessuale convinto: mi auguro che qui si possa chiarire una volta per tutte che l’omofobia è una patologia»L’intervento di Zaia, accolto da pochissimi applausi in sala, era stato anticipato da un’intervista al Corriere della Sera, dove aveva spiegato la sua posizione rispetto alle idee sostenute dai movimenti che partecipano al Congresso. «Dicono che sarà una manifestazione contro i gay?», aveva detto Zaia a Marco Cremonesi. «Vorrà dire che sarò io a portare il pensiero che se in questa discussione c’è una patologia è l’omofobia, non l’omosessualità […] Io credo che si sia acceso un dibattito esagerato, fuori contesto. Al punto che i nemici del congresso sono stati i veri pr della protesta, i suoi grandi comunicatori. Se non ci fosse stata da parte loro tutta questa pubblicità, l’appuntamento sarebbe stato per addetti ai lavori».Nell’intervista Zaia ha aggiunto che tutti devono essere liberi di esprimere le proprie idee, senza sfociare negli “-ismi”: «non il fondamentalismo cattolico, non il liberismo senza equilibrio». Zaia ha parlato anche dell’aborto e della legge 194, a cui i partecipanti del Congresso sono contrari: «In Italia c’è una legge e non va toccata. Quando non c’era, non è che chi voleva abortire non lo facesse. E non è a causa della legge, che chi non vuole debba abortire per forza. È una questione delicatissima che riguarda molto più le coscienze che non la legge. Semmai, si può dire che è disattesa la parte sui servizi da offrire alle donne che intendono fare questa scelta: assistenza, consulenza e rappresentazione».

Sorgente: Luca Zaia dice che l’unica patologia è l’omofobia, non l’omosessualità – Il Post

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