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Sospensione temporanea dei salvataggi per accontentare Roma. Il pattugliamento sarà solo aereo. Mogherini: «Così si snatura l’operazione»

marco bresolin
inviato a strasburgo

L’operazione Sophia va avanti per altri sei mesi ma, a causa delle elezioni europee, sospenderà «temporaneamente» le operazioni di salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo. Sintetizzato in modo molto brutale, il compromesso raggiunto ieri dai governi Ue suona più o meno così. Una moratoria elettorale che consentirà alla missione di andare avanti, ma soltanto per quanto riguarda le attività di pattugliamento aereo e l’addestramento della Guardia Costiera libica. Niente più navi in mare, niente attività di ricerca e salvataggio. E di conseguenza niente sbarchi sulle coste italiane.

Il compromesso è stato raggiunto ieri nella riunione degli ambasciatori Ue, riuniti nel Comitato politico e di sicurezza. Il via libera all’accordo dovrebbe arrivare oggi, dopo che i diplomatici si saranno consultati con le rispettive capitali. Una soluzione va trovata entro il 31 marzo, giorno in cui scade la proroga di tre mesi che era stata decisa a fine 2018.

In base all’intesa, una fonte diplomatica europea conferma che «per ora» l’Italia manterrà il comando dell’operazione. Dietro quel «per ora» potrebbe esserci un impegno a ridiscutere la questione, visto che alla Francia non dispiacerebbe affatto prendere il posto di Roma. Ma al momento nulla cambia. Il controllo di Sophia consente all’Italia di avere a disposizione importanti informazioni di intelligence relative alla Libia e ai trafficanti di esseri umani. Questa è una delle ragioni per cui il governo – nonostante l’opposizione di Matteo Salvini – ha sempre fatto il possibile per evitare di fermare la missione, ritenuta preziosa dal ministero della Difesa.

Il compromesso sembra conciliare le esigenze del governo italiano: avanti con la missione, ma niente sbarchi. Francia e Germania avrebbero preferito un rinvio di tre o sei mesi senza modifiche del mandato, ma l’opzione era stata respinta da Roma. Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, aveva proposto di mettere fine a Sophia e di far ripartire una nuova operazione con un mandato ridotto, ma a quel punto il comando non sarebbe più andato in automatico all’Italia. Alla fine è stata trovata questa soluzione che consente a Sophia di proseguire, ma senza la componente navale. Un paradosso per una missione che si chiama EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean, ossia Forza navale mediterranea dell’Ue).

La soluzione non piace affatto a Federica Mogherini, che ha messo in guardia dal rischio di snaturare Sophia, nata nel 2015 proprio come missione navale con l’obiettivo smantellare il traffico di esseri umani. Obiettivo che ora appare difficile senza il pattugliamento in mare. Con gli anni il mandato di Sophia si era poi ampliato all’addestramento della Guardia costiera libica (che continuerà) e al «contributo all’attuazione dell’embargo Onu sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche», attività impossibile da portare a termine senza navi. Al momento la missione guidata dall’ammiraglio Enrico Credendino (supportata da 26 Stati) dispone di 7 mezzi aerei e di due navi.

Sorgente: La missione Sophia: avanti per sei mesi senza le navi in mare – La Stampa

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