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Dagli anti-gay filo-Putin alle associazioni pro-vita vicine a Bannon. Salvini annuncia: «Parteciperò». Buffagni, M5S: «In scena il Medioevo»

Non più tardi di tre giorni fa Luigi Di Maio l’ha definito il ritrovo di una «destra di sfigati». E ieri ha chiarito il concetto: «Chi si permette di dire che le donne devono stare in casa, come esseri inferiori, non sta nella mia cerchia di amicizie e frequentazioni». Più diretto ancora il sottosegretario grillino Stefano Buffagni: «A Verona andrà in scena il Medioevo». Poche ore prima, però, il loro alleato leghista Matteo Salvini aveva confermato che lui, a Verona, ci andrà. Il Congresso mondiale delle famiglie, previsto a fine mese nella città veneta, diventa così l’ultimo fronte di scontro all’interno del governo. Con tanto di giallo sul patrocinio di Palazzo Chigi. Un patrocinio revocato, secondo la ministra della Salute Giulia Grillo e il sottosegretario grillino Vincenzo Spadafora. Ma che per il veronese doc e leghista Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia e sponsor politico della manifestazione, resta in essere. Tant’è che il logo della presidenza del Consiglio, ieri sera, era ancora ben visibile nel sito ufficiale del meeting.

Il convegno

«Il vento del cambiamento: l’Europa e il movimento globale pro-family», è lo slogan dell’evento che dal 29 al 31 marzo riunirà a Verona oltranzisti di mezzo mondo «in difesa della famiglia naturale, quella composta da uomo e donna». Tra gli istituzionali, oltre al vicepremier Salvini e al ministro Fontana, ci saranno anche il titolare del dicastero dell’Istruzione, Marco Bussetti, il senatore Simone Pillon (lo stesso del contestato disegno di legge su separazione, divorzio e affido condiviso) e il governatore del Veneto Luca Zaia. Ma a scorrere la lista degli oltre 70 relatori della tre giorni veronese a colpire sono le posizioni estremiste di chi si batte contro l’aborto e i diritti di donne e omosessuali. Tra questi Dmitri Smirnov, arciprete ortodosso che in passato ha equiparato l’interruzione della gravidanza al «cannibalismo» («Chi lo sostiene dev’essere spazzato via dalla faccia della terra», ha sostenuto). E che dire di Theresa Okafor, l’attivista sostenitrice della legge che nel 2014 in Nigeria voleva criminalizzare i matrimoni gay? Senza dimenticare Lucy Akello la parlamentare ugandese che si batte contro i diritti degli omosessuali. «Una lista di impresentabili ai quali il governo italiano ha addirittura dato il patrocinio», commentano unanimi Ong, studenti e associazioni per i diritti umani. Il collettivo di “Non una di meno” si prepara a una contro-manifestazione, una sorta di «internazionale femminista», con tanto di corteo che sfilerà per a Verona sabato 30 marzo.

I due personaggi chiave

Per capire com’è stato possibile che la “città di Giulietta” sia diventata la capitale di quella che qualcuno ha già ribattezzato «l’internazionale oscurantista» serve partire da due date. La prima: il 4 ottobre 2018. Il Comune di Verona vota una mozione leghista che dichiara la città veneta «a favore della vita» e finanza una serie di associazioni cattoliche contro l’aborto. Nelle stesse ore in città c’è anche Brian Brown. L’attivista statunitense guida il World Congress of Families (Wcf), la lobby nata nel 1997 negli Stati Uniti che organizza il raduno internazionale delle famiglie e non disdegna contatti l’Alt-right americana. Una recente inchiesta de L’Espresso ha svelato come Novae Terrae – una delle associazioni che fanno parte al Wcf – ha donato una dozzina di migliaia di euro a Dignitatis Humanae Institute, l’organizzazione cattolica a cui si è appoggiato l’ex stratega di Trump Steve Bannon per l’apertura alla Certosa di Trisulti di un’accademica teocon.

L’altra data da cui partire è il 15 dicembre 2013. Al Lingotto di Torino si celebra l’insediamento di Matteo Salvini alla segreteria dell’allora Lega Nord. Tra chi sale sul palco c’è anche Alexey Komov, membro del Wcf, e considerato il «salviniano russo»: Komov sarebbe infatti uno degli intermediari della Lega con Kostantin Malofeev, il finanziatore moscovita fedele di Putin finito nella lista nera di Ue e Stati Uniti per la guerra in Crimea. Più che «un ritrovo di sfigati», quella che andrà in scena a Verona sembra più un’«internazionale del sovranismo religioso» con una rete che dalla destra statunitense arriva fino agli oligarchi russi. Tutti insieme, in nome dell’oltranzismo cristiano.

Sorgente: Gli ultra conservatori al convegno di Verona Lite tra Lega e M5S – La Stampa

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