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13 / 3 / 2019

Tutto è iniziato con la protesta di Greta Thunberg, quindicenne svedese affetta da sindrome di Asperger, che dallo scorso agosto si reca ogni venerdì mattina di fronte al Riksdag  con un cartello in mano: Skolstrejk för klimatet, sciopero scolastico per il clima. La protesta in breve è diventata virale e non solo perché Greta è diventata nel frattempo un fenomeno mediatico, soprattutto dopo i suoi interventi a Cop 24 e al vertice di Davos. La viralità di #fridaysforfuture, nome che ha assunto la protesta a livello globale, si inserisce in un contesto di movimentazione sociale che da anni ha assunto la questione climatica come elemento centrale nei processi di lotta.

Lottare per la giustizia climatica è innanzitutto un atto continuo di liberazione della vita contro il capitale, all’interno di una società a capitalismo avanzato che è intrinsecamente insostenibile. La caratteristica di questa campagna sempre più forte, è proprio il carattere di urgenza: il tempo stringe e non vi è nessuna possibilità per azioni compatibili che mirino ad una transizione che riformi il sistema di produzione ed il modello di sviluppo.

Riprendendo la frase di Greta, agire come se la casa fosse in fiamme, implica prendere misure drastiche, quindi il cambio radicale del modello di sviluppo e del sistema di produzione è fondamentale. Ma questo è solo una parte del discorso che emerge dalle piazze di Fridaysforfuture, come da movimenti come quello di Ende Gelande o il processo che sta conducendo alla piazza del 23 marzo: la salvezza del nostro pianeta passa per l’ottenimento della giustizia climatica, un concetto che abbraccia molti aspetti. Quando si parla di giustizia climatica si parla anche della necessità di identificare i diversi gradi di responsabilità nel disastro ambientale attuale e riconoscere che gli effetti del cambiamento climatico colpiscono in maniera diseguale, pesando di più su coloro che hanno meno ricchezza e che impattano meno sul cambiamento climatico.

Questo parla direttamente di tutti quei fenomeni che provocano l’instabilità di certe aree del pianeta o l’impossibilità di riprodurre i propri mezzi di sostentamento, portando inevitabilmente al fenomeno delle migrazioni di massa. In sostanza, la giustizia climatica si basa su tre pilastri: la giustizia ambientale, la giustizia sociale e la giustizia transfemminista. Quest’ultima infatti non può che essere centrale: il sistema di sfruttamento e di imposizione che il sistema culturale patriarcale esercita sui corpi è assolutamente collegato allo sfruttamento e alla devastazione ambientale, andando ad attaccare comunque la nostra salute.

Quella di Fridays For Future è una protesta che trova cittadinanza soprattutto sulla componente giovanile, che più di altre sente il proprio futuro minacciato dal climate change. Da alcuni mesi in tante città del mondo ogni venerdì gli studenti hanno preso l’iniziativa, costruendo cortei  e mobilitazioni di vario tipo. Friday for future sta diventando un vero e proprio movimento, che si è dato come punto di caduta quello del 15 marzo, giorno in cui è stato indetto uno sciopero globale per il clima.

Come ogni movimento, anche Fridays For Future ha le proprie contraddizioni e vive numerosi tentativi di strumentalizzazione. Nel momenti in cui gli studenti che scioperavano ogni venerdì sono iniziati a diventare centinaia e poi migliaia, numerosi politici hanno provato a cavalcarne la protesta. Ci ha provato Macron in Francia, tentando di utilizzare i «bravi studenti che vogliono giustizia climatica» contro «i cattivi gilet gialli» che stanno mettendo il Paese transalpino a ferro e fuoco. Ci ha provato di recente in Italia il neo segretario del PD Nicola Zingaretti, che ha dedicato a Greta Thunberg la propria vittoria all’interno di un discorso che inneggiava alla ripresa dei cantieri per la costruzione del Tav in Valsusa.

A tutto questo si è aggiunto il colpo di mano attuato da uno dei gestori della pagina facebook Friday for Future Italy, che ha privato tutti gli altri amministratori della possibilità di accedere ai social e al sito della piattaforma. Un “golpe” che ha scatenato l’indignazione e la reazione di tutti coloro che a livello territoriale stanno lavorando per dare sostanza a un movimento anche fuori dalla dimensione virtuale. Con un breve comunicato, molte pagine locali di Fridays For Future hanno disconosciuto gli account nazionali dichiarando che, a partire dal 9 marzo, «tutto ciò che viene pubblicato sui canali social di Friday For Future Italy non è frutto di un lavoro comune e condiviso».

Le beghe virtuali non stanno fermando il lavoro di costruzione reale dello sciopero globale del prossimo 15 marzo. Sono davvero numerosi gli eventi in programma in quella giornata in tutto il mondo, e anche le città italiane stanno rispondendo in massa all’appello.

La campagna Fridays For Future sta portando alla luce una fetta di popolazione giovane che sente come propria la preoccupazione per il futuro proprio e di tutti, e pone giustamente interrogativi imperativi alla classe dirigente attuale, senza distinzione di colore politico, chiedendo che le responsabilità vengano assunte e che il cambio sia reale e radicale.

A noi spetta supportare, aiutare a crescere e dare voce a questi giovani, facendo in modo che le loro richieste non siano strumentalizzate da politici che hanno da sempre portato avanti politiche sviluppiste e predatorie, ma che risveglino tutti coloro che non si sono resi conto che in questa lotta l’unica opzione è vincere, perché l’alternativa è sparire.

Di seguito gli appuntamenti nel Nord-Est previsti per il 15 marzo:

Belluno: ore 9,00 Stazione Fs

Bolzano: ore 10,00 Piazza Tribunale

Chioggia: ore 8,30 Corso del Popolo (Comune di Chioggia)

Padova: ore 9,30 piazzale della Stazione FS

Rovigo: ore 9,00 Piazza Matteotti

Schio: ore 8,00 Piazzale Summano

Trento: ore 9,30 via Verdi

Treviso: ore 8,00 Palla di Ferro (via Roma)

Trieste: ore 14,30 Piazza dell’Unità

Udine: ore 8,30 Piazza della Libertà

Venezia: ore 9,00 stazione Santa Lucia

Verona: ore 8,00 Palazzo Barbieri

Vicenza: ore 9,00 piazzale della Stazione FS

Sorgente: Fridays For Future: il futuro del pianeta è incompatibile con il capitalismo! | Global Project

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