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Elezioni in Basilicata, la Regione va al centrodestra. Bardi: «Scelto il cambiamento». Crolla il M5S

Affluenza del 53,58%. I risultati a due terzi delle sezioni scrutinate: Bardi al 42.4%; Trerotola al 34.2%; Mattia (M5s) al 19.3% e Tremutoli (sinistra) al 3.9%

Dopo Abruzzo e Sardegna, il centrodestra ha conquistato dopo 24 anni la Regione Basilicata, ex roccaforte rossa. A due terzi delle sezioni scrutinate il risultato è orami consolidato con il centrodestra in vantaggio di oltre 8 punti sul centrosinistra: Vito Bardi (centrodestra) è al 42.7%; Carlo Trerotola (centrosinistra) al 33.3%; Antonio Mattia (M5s) al 19.9%. Valerio Tremutoli (Sinistra) al 4%. Un successo che è stato di fatto confermato anche il candidato del centrodestra Bardi, nel suo primo intervento dopo lo spoglio dei primi voti: «I lucani hanno risposto presenti. La Basilicata è pronta per il cambiamento. Oggi abbiamo scritto la storia di questa regione. Dopo tanti anni di centrosinistra, il centrodestra ha scelto la via del riscatto di questa terra. Sono emozionato come lucano, onorato come uomo delle istituzioni». Testa a testa invece nella classifica del partito più votato: M5S è al 19.8% mentre la Lega al 19.2%.

Così la sinistra perde il governo della Basilicata dopo oltre vent’anni. Inoltre con il successo lucano di Vito Bardi, generale in pensione della Guardia di finanza, scelto da Berlusconi per guidare l’asse Lega-Forza Italia-Fd, il centrodestra guida più Regioni in Italia rispetto al centrosinistra. Trerotola, arrivando in sala stampa della Regione, ha detto: «Se ha vinto Bardi mi congratulo con lui. Farò opposizione, lo devo ai cittadini».

Domenica oltre 570 mila elettori sono stati chiamati a scegliere il successore di Marcello Pittella (Pd), presidente dimissionario travolto nei mesi scorsi da un’inchiesta giudiziaria sulla sanità lucana. L’affluenza è stata del 53,58 per cento.

Dopo 24 anni consecutivi di governo di centrosinistra, la Basilicata si prepara dunque a cambiare bandiera, anche se il Pd a trazione zingarettiana ha dato evidenti segnali di ripresa rispetto alle ultime consultazioni, pagando però tutte le criticità sul territorio: dal malcontento della base ambientalista per le posizioni ambigue sulla delicata questione dell’estrazione del petrolio e del gas, allo sgomento per il sistema clientelare emerso dall’inchiesta su Pittella, che pur avendo rinunciato alla presidenza ha comunque ottenuto la candidatura per il consiglio regionale in una lista civica. Trerotola, farmacista di professione, scelto fuori dalle stanze del partito per dare un segnale di discontinuità, in realtà è considerato vicino alla famiglia Pittella e non è riuscito ad allontanare tutti i fantasmi del recente passato. Fra l’altro in campagna elettorale è incappato in una gaffe su Almirante, lodandolo come politico e raccontando che andava ai suoi comizi da bambino accompagnando il padre, a sua volta fra i fondatori dell’Msi lucano.

Come già accaduto in Abruzzo e Sardegna, il Movimento 5 Stelle ha subito un forte stop, con percentuali più basse rispetto alle politiche (qui aveva sfiorato il 44%), ma è anche vero che alle regionali i grillini non hanno mai brillato. Qui in Basilicata, poi, il candidato presidente pentastellato è stato un po’ abbandonato al proprio destino dai big del Movimento, che hanno preferito tenersi prudentemente a distanza durante la campagna elettorale per non doversi intestare l’ennesima sconfitta annunciata.

Sorgente: corriere.it
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