Il vicepremier e capo politico dei Cinque Stelle dice: “Quest’opera non sta in piedi dal punto di vista tecnico”. E lancia un messaggio forte a Salvini: “È chiaro che stiamo parlando di qualcosa di più grande che è il destino del governo, inevitabilmente sarà un weekend di lavoro”
08 marzo 2019 “Sono rimasto interdetto del fatto che la Lega abbia messo in discussione il governo sulla Tav”, afferma Luigi Di Maio, durante una conferenza stampa a palazzo Chigi. “Mettere a rischio il governo vuol dire mettere a rischio i soldi per quelli che sono stati truffati dalle banche, la legittima difesa, il reddito di cittadinanza, quota cento. È da irresponsabili mettere in discussione un governo su un passaggio marginale”, avverte il vicepremier e capo politico dei Cinque Stelle. “Lunedì – dice – non impegnamo soldi su un’opera che si deve ridiscutere”. “Non si può dire ci vediamo lunedì, questo è un fine settimana di lavoro in cui si devono portare a casa gli obiettivi nel contratto di governo”, ha detto Di Maio, replicando alle parole di Matteo Salvini. “Nessun vertice di Governo oggi, vado a Milano, ne parliamo lunedì, aveva detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, a proposito della Tav, aveva aggiunto: “Io sono per fare non per disfare”. “È chiaro che stiamo parlando di qualcosa di più grande che è il destino del governo, inevitabilmente sarà un weekend di lavoro”, ha detto Di Maio, in conferenza stampa. ”I prossimi giorni saranno giorni di lavoro per lavorare in questa direzione”, ha aggiunto. “Ci vuole serietà e lo dico anche agli elettori della Lega. Cosa sarebbe successo se avessi messo in discussione la legittima difesa e altri provvedimenti in quota Lega?”, dice Di Maio. “Chi tifa per l’opera vuole mandare a casa il governo” “Chi vuole mandare a casa questo governo tifa per la Tav per dividerci e far saltare il governo e questo fa ancora più male”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio. “Non si può dire che decide solo uno” “Io ho conosciuto Giuseppe Conte prima che diventasse presidente del Consiglio. Lo conoscevo prima e ne conoscevo le idee non si era mai schierato sul progetto Tav”. Secondo Di Maio il fatto che Conte abbia dubbi sull’opera è derivato dall’analisi costi-benefici. Il premier e un vicepremier hanno dubbi quandi “non si può dire che siccome l’analisi costi-benefici non va bene non si può dire che decide solo uno. Altrimenti avremo difficoltà nei prossimi mesi”. “No a prove di forza” Sono allo studio tutte le soluzioni tecniche, qui è una questione di accordo neanche di prove di forza, ha detto il vicepremier, Luigi Di Maio, rispondendo alla domanda se ci sia la possibilità di un voto in Cdm per bloccare i bandi di gara della Tav. “In alcuni consessi M5s potrebbe esercitare una prova di forza ma non lo fa. È un punto nell’accordo di governo, io sono leale a questo contratto e chiedo lealtà”, ha aggiunto Di Maio. “L’opera non sta in piedi dal punto di vista tecnico” “Abbiamo commissionato l’analisi costi-benefici che ha confermato che la ridiscussione del progetto non era ideologica, ma quest’opera non stava in piedi dal punto di vista tecnico”, afferma Luigi Di Maio a Palazzo Chigi. “Ci tengo a dire che quando è venuta fuori l’analisi costi/benefici non era un risultato scontato, perché su altre opera su cui eravamo contro quando sono partite l’analisi costi/benefici ha detto che dovevano andare avanti: il Terzo valico, Brennero, Tap, questioni fondamentali per il Movimento”. Bandi di gara? “Non si possono vincolare i soldi degli italiani” “Non si può fare l’arbitro a partita conclusa. L’analisi costi-benefici è stata complessa, non si può dire ora che non convince”. Così Luigi Di Maio parlando della Tav. “Adesso deve iniziare l’interlocuzione tra Italia e Francia per ridiscutere il progetto alla luce dell’analisi costi-benefici”, ha spiegato il vicepremier. “Siamo consapevoli che ci sono degli impegni, delle leggi ma non si possono vincolare soldi degli italiani ad una opera che si deve ridiscutere. Se stiamo parlando dei soldi degli italiani prima vai a ridiscutere l’opera e poi decidi cosa vai a farne dei soldi”, ha sottolineato. “Il contratto di governo ci ha insegnato ad essere leali” “Il contratto di governo ci ha insegnato ad essere leali, e i temi che ci sono molto importanti, sono la nostra storia”, ha detto Luigi Di Maio, nel corso di una conferenza stampa sul Tav Torino-Lione. “Non è una questione di testa dura, dobbiamo sederci al tavolo e lavorare per la ridiscussione integrale dell’opera ed evitare di vincolare i soldi degli italiani – ha aggiunto Di Maio -. Non si possono mettere ora in discussione temi importanti del governo, non è una questione di sfide, di chi vince, qui devono vincere gli italiani”. Sottosegretario Siri: ci si potrebbe appellare alla “clausola della dissolvenza” Una delle possibili vie di uscita tecniche dall’impasse sulla Tav l’ha indicata il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri: appellarsi alla “clausola della ‘dissolvenza’ prevista dal diritto francese” che permette la “revoca” dei bandi Telt, in scadenza lunedì, “in qualsiasi momento”. Il leghista ne ha parlato oggi in radio, dopo averla avanzata come proposta durante il vertice notturno di mercoledì. Secondo quanto si legge sull’Agi, “stando a quanto riferito da fonti leghiste, sembra che, in realtà, la proposta fosse stata avanzata da Matteo Salvini a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, almeno due settimane fa. Ma qualificate fonti pentastellate ne rivendicano, sorprendentemente, la primogenitura”. “È una proposta su cui stavamo lavorando noi”, sostengono. L’escamotage sarebbe quello di lasciare che lunedì Telt faccia partire i bandi ma ‘con riserva’ in modo che le aziende italiane e francesi si possano autocandidare. Dopodiché sarà sempre possibile non approvare i capitolati appellandosi all’interesse nazionale. Ciò permetterebbe al governo di avviare quella “ridiscussione” dell’opera, promessa dal contratto di governo e annunciata dal premier Conte che guiderà la trattativa con Francia e Unione europea. In piazza a Torino: nuovo flash mob domani per dire sì alla Tav Le “madamin” tornano domani in piazza a Torino per dire sì alla Tav. Lo fanno con un nuovo flash mob, questa volta davanti a Palazzo Carignano, sede del Parlamento subalpino da cui Cavour fece partire il progetto per il tunnel del Frejus. “Siamo pronte, vista la situazione di stallo, a fare sentire la voce dei cittadini che dicono sì alla Tav subito”, spiegano le attiviste, che avevano già organizzato un flash mob in piazza Castello il 12 gennaio; risale al 10 novembre la prima manifestazione che portò in piazza oltre 30.000 persone. Il Presidente della Regione Piemonte Chiamparino: “I bandi devono partire” “Si può discutere tutto, però una cosa deve essere chiara: lunedì i bandi devono partire senza se e senza ma. Se partono con la riserva mentale che tra sei mesi si possono bloccare, l’Italia diventa il Paese dei balocchi”. Così il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ospite della trasmissione L’aria che tira, su La7. Imprenditori lombardi pronti a dar battaglia Lo spettro del no alla Tav spaventa gli imprenditori della Lombardia: la speranza è nel weekend di riflessione cambi la posizione del Movimento 5 Stelle per poter partire lunedì con i bandi Telt. “Siamo pronti a dar battaglia in tutte le forme”, ha assicurato Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. “Siamo in ginocchio, il no alla Tav sarebbe un ulteriore colpo alla crescita dell’Italia che si ritroverebbe presto isolata dal resto dell’Europa”, ha aggiunto il numero uno degli industriali lombardi. Se le frizioni tra Lega e Movimento 5 Stelle dovessero portare a una rottura, ha attaccato Bonometti, “meglio una crisi di governo che una crisi di tutto il Paese” dovuta alla scelta di rinunciare all’alta velocità Torino-Lione. In gioco, ha detto, “c’è la visione futura di paese e di difesa dell’industria italiana: la Tav vuol dire collegare merci e persone al resto d’Europa. Si deve fare senza se e senza ma, non possono esserci più alibi”, ha tagliato corto Bonometti. Rinunciare, ha sottolineato Mattia Macellari, presidente dei giovani di Assolombarda, sarebbe “l’ennesima occasione persa per garantire sviluppo al Paese e all’Europa”. Se dal governo in queste ore dovesse arrivare il definitivo stop all’opera “noi ci opporremo dati alla mano e chiederemo quali sono stati gli indicatori che hanno portato a questa scelta”, ha detto. Per Riccardo Comerio, presidente dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, “è da irresponsabili mettere in gioco il futuro del Paese per una battaglia di natura politica”, come è diventata quella sull’alta velocità. “Siamo la seconda economia manifatturiera d’Europa, dobbiamo cercar di diventare sempre più competitivi” e fermarsi significherebbe “volersi far del male. I nostri competitor saranno felicissimi e i nostri prodotti diventeranno sempre meno esportabili”, ha aggiunto. Da un osservatorio molto legato al territorio come il Varesotto, Comerio ha sottolineato anche l’impatto che la tratta ad alta velocità può avere sull’aeroporto di Malpensa che “migliorerebbe le sue potenzialità” e potrebbe aspirare a diventare sempre più uno snodo centrale per le merci che si muovono in Europa. Come ha evidenziato anche Bonometti, del resto, un’alta velocità funzionante nel Nord Italia farebbe bene anche al resto dell’Italia: “Per il Sud è una grande opportunità perché permette al Mezzogiorno di avvicinarsi al resto d’Europa e di far diventare le sue aziende più appetibili”.
Sorgente: Di Maio a Salvini: “Mettere a rischio il governo sulla Tav è da irresponsabili” – Rai News
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