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Se ci fosse ancora Dino Risi e volesse girare un’altra puntata dei suoi Mostri, quelli nuovissimi, ne potrebbe trovare un agghiacciante assortimento a Verona la città dove, in questo fine settimana di marzo, si svolgerà il tredicesimo congresso mondiale delle famiglie, un “gruppo d’odio” per l’organizzazione americana Splc, nata invece per tutelare i diritti delle persone. Ne arriveranno da tutto il mondo tra le antiche mura dove Romeo e Giulietta vissero un amore vero ma in cui, molti secoli dopo, è nato l’iperattivo ministro per la famiglia, Lorenzo Fontana cui non è parso vero di ritrovarsi per tre giorni, dandosi anche il patrocinio, con chi la pensa come lui (e forse anche peggio) su ruolo della donna, possibilmente chiusa tra le mura di casa, aborto, contraccezione, Lgbtqi, immigrazione, famiglia ovviamente e via elencando, sostenuto nell’iniziativa dal suo capo politico e di governo, Matteo Salvini che non potrebbe per nessun motivo mancare l’appuntamento assieme al ministro dell’Istruzione Bussetti.


Il confronto dei nuovissimi mostri, è scontato, verterà sulla ricerca e l’elencazione di quelle che per loro sono perversioni e non semplici diritti, non evoluzione e visione larga del futuro, non solidarietà e disponibilità verso il prossimo. Ma si lavorerà anche sullo studio delle pene più atroci da augurarsi vengano previste dalle leggi dei governi arretrati e oscurantisti che ognuno di loro già sostiene o è pronto a farlo. Stando almeno alle dichiarazioni dei più noti che, senza alcun dubbio, vanno oltre qualunque possibilità di comprensione. Comunque la si pensi mai nell’ambito della civiltà.
Ecco alcuni esempi delle perle di saggezza che verranno distribuite a Verona nel Congresso mondiale delle famiglie.
Brian Brown, statunitense presidente WCF: in nome del Signore scrive che l’omosessualità è degradante per la natura umana o che essere gay distrugge il senso stesso dell’essere umani. E infatti ha finanziato il tour di un camper antitrans. Brown si è schierato in difesa di diversi commercianti che si sono rifiutati di servire coppie omosessuali “nel nome del primo emendamento”, che stabilisce la libertà di pensiero, espressione e religione.


Arciprete Dimitrij Smirnov, Presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità della Chiesa ortodossa russa, scrive: “Il regno dei cieli non è per tutti, mi dispiace, ma solo per gli eletti. Per tutti gli altri, quello è il televisore.” Secondo lui biusognerebbe tornare al Sacro Romano Impero d’Oriente e, tra le posizioni che rivendica con più orgoglio, c’è la totale avversione alla democrazia. “Concordo con Churchill. La democrazia è la forma di governo peggiore,” una frode che permette che un “senzatetto alcolista” abbia lo stesso diritto al voto del rettore dell’Università di Mosca, o una recluta di un generale. Per lui uomo e donna non sono uguali, i primi sono più intelligenti e forti, le seconde si sono fatte traviare dalla pericolosa idea di essere loro pari. Avverso alla possibilità di abortire ha dichiarato misericordiosamente: “Se hai le braccia ricoperte di sangue fino al gomito, e i tuoi piedi sguazzano nel sangue del tuo bimbo ucciso, non pensare che troverai alcuna felicità.” “Questi cannibali,” ha continuato riferendosi ai sostenitori del diritto all’aborto, “devono essere spazzati via dalla faccia della terra.”
Lucy Akello, ministra ombra per le politiche sociali in Uganda è nota per aver supportsto la mozione che voleva riportare in parlamento la discussione del Kill the gay bill, già rigettato nel 2014 dalla Corte costituzionale del Paese. Questa legge prevede l’ergastolo, per chi avesse commesso il reato di “omosessualità aggravata”. “Supporto la mozione e chiedo ai miei colleghi di fare lo stesso con forza.Mandiamo un messaggio forte e chiaro al mondo. Diciamo loro (riferito agli occidentali, ndr) che non abbiamo paura di ciò che ci faranno per non aver ceduto. Ora che se ne renderanno conto, la loro popolazione sarà ormai diminuita. Mentre noi dobbiamo mantenere il nostro popolo e le nostre famiglie intatte.”
Theresa Okafor, rappresentante africana della Salute Familiare per il WCF, vuol vietare l’uso di contraccettivi, pur provenendo da un paese che ha il secondo al mondo per malati di Aids. Ma per lei “vero significato” del sesso all’interno del matrimonio è ovviamente solo quello procreativo, altri,menti di incentiva “promiscuità e omosessualità”. Vuole il divieto della pornografia, dell’adulterio e del divorzio.
Jim Garlow, ex pastore californiano ha paragonato i figli delle coppie non etero agli orfani dell’11 settembre.


Ci sarà Sandro Oliveri, un “credente credente”, fiero di essere arrivato in Parlamento “senza competenze, né esperienza” per promuovere una legge sulla famiglia come luogo in cui l’uomo è “leader strumentale” e la donna “leader espressivo”.
Alberto Zelger, consigliere al comune di Verona e membro del comitato esecutivo del WCF, sostiene che“le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto”.
Igor Dodon, presidente della repubblica moldava, ha detto: “Non ho mai promesso di essere il presidente dei gay, avrebbero dovuto eleggersi il loro presidente”.
Željka Markić, attivista croata, ha dichiarato “Preferirei dare mio figlio all’orfanotrofio, piuttosto che in adozione a una coppia dello stesso sesso”.
Contemporaneamente ai lavori del World Congress of Families, Verona ospiterà la controiniziativa dei movimenti delle donne, Verona città transfemminista,  e dell’Anpi. Attorno al grande corteo di sabato una miriade di iniziative su libri, documentari, spettacoli teatrali, laboratori.
S’inizia giovedì con la presentazione del libro “L’aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender” di Porpora Marcasciano. Ci sarà una mostra al Laboratorio Autogestito Paratodos (corso Venezia 51), a cura della rete Assemblea 17 novembre, “Verona, città dell’amore e dell’odio”, laboratorio dell’estrema destra ma anche della resistenza di chi si oppone.


Venerdì mattina alla sala Elisabetta Lodi (via S. Giovanni in Valle 13) incontro su “Il ruolo del gender e della famiglia nella mobilitazione e nelle politiche della destra. Solidarietà femminista e prospettive rivoluzionarie”, con Eva Von Dedecker (Humboldt University, Berlin), Sara Garbagnoli (Université Paris 3), Adriana Zaharijevich (University of Belgrade), Elzbieta Korolczuk (Warsaw University) e Laura Sebastio, Non Una di Meno.
Ancora. Al circolo Circolo Pink (via Cantarane 63) alle 14 proiezione del documentario “City of the Damned” sulle lotte della comunità LGBTQI+ in Uganda, e dibattito con la protagonista del documentario, Najib Kabuye, attivista Lgbtqi ugandese. A Libre (Interrato dell’Acqua Morta 38) alle 16 presentazione del libro “Corpi impuri. Il tabù delle mestruazioni” di e con Marinella Manicardi. All’Anpi di via Cantarane 26, alle 18, “Conosci il tuo nemico”. Che cos’è il Congresso mondiale delle famiglie? Da chi è formato e come viene finanziato? Quali sono i suoi legami con l’estrema destra? Alle 20.30, ancora all’Anpi, il documentario “Le nuove crociate” sulla lobby europarlamentare contro il diritto all’aborto. Alla Fonderia 20.9 (via XX settembre 67) vernissage della mostra “Femminismi Manifesti”.
Sabato mattina a Libre presentazione del cartone “Piccolo uovo” tratto dall’omonimo libro. Sarà presente Francesca Pardi autrice del libro e fondatrice della casa editrice Lo Stampatello.
In piazza Isolo alle 11 laboratorio su scuola e formazione di Non una di meno Bologna, “Scuola DeGenere. Per un’educazione libera da stereotipi”. Ancora un lavoratorio pratico sullo sciopero dei/dai generi a cura della Consultoria Transfemminista Queer e di Non Una di Meno Bologna alle 13 in piazzale XXV aprile (Stazione di Porta Nuova).
Poi il corteo, che partirà alle 14.30 da piazzale XV Aprile (Stazione di Porta Nuova), che si annuncia fitto di partecipanti. A fine serata, alle 21.30 al teatro Satiro Off “Il Corpo Lesbico” di Laura Scarmoncin e Graziella Savastano.
Domenica assemblea internazionale transfemminista in via santa Teresa 2 alle 9, con Marta Dillon, attiviste dei movimenti spagnoli, polacchi, irlandesi, croati, olandesi e francesi. E ancora presentazione di libri, documentari, spettacoli teatrali.

Sorgente: Contro donne e gay sfilano a Verona i “mostri” del terzo millennio – Strisciarossa

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