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Dal 29 al 31 marzo l’incontro internazionale delle famiglie. Il coordinatore nazionale della Rete della conoscenza: “E’ vergognoso che il ministro dell’Istruzione partecipi a un’iniziativa che calpesta la Costituzione e impone una visione di famiglia che legittima le discriminazioni”

di CORRADO ZUNINO

ROMA – Ci sarà anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, al Congresso mondiale della famiglia, a Verona dal 29 al 31 marzo prossimi. Nella locandina che annuncia l’evento la sua foto è inserita nei medaglioni che inquadrano i relatori: il ministro per la Famiglia Attilio Fontana, per esempio, che ritiene “la famiglia naturale sotto attacco”, e il leader del Family Day, Massimo Gandolfini, lui sostiene che “l’omosessualità è un disturbo identitario”.

Colpisce la presenza del ministro dell’Istruzione, pubblica e laica per Costituzione, alla tre giorni di Verona. Ed è la Rete della conoscenza, la più larga organizzazione di studenti italiana, a sollevare il caso: “Scuole e università devono essere libere da omotransfobia e discriminazioni”, scrive la Rete nel giorno in cui si celebra la donna.

Obiettivo del Congresso, giunto alla tredicesima edizione, è da sempre quello di “affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società”. Causa del declino della famiglia naturale, come espressamente detto nel documentario prodotto nel 2007 dal World congress of families, “sono il divorzio, l’omosessualità e le donne lavoratrici”. Giacomo Cossu, coordinatore nazionale della Rete della Conoscenza, attacca: “E’ vergognoso che il ministro dell’Istruzione partecipi a un’iniziativa che calpesta la Costituzione, riduce le donne al solo ruolo di madri e impone una visione di famiglia che legittima le discriminazioni. Scuole e università dovrebbero essere il luogo in cui combattere l’omotransfobia e i bigottismi, la presenza di Bussetti al Congresso delle famiglie va nella direzione opposta”.

Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti (costola della Rete della conoscenza), afferma: “Oggi nelle scuole italiane l’educazione sessuale è ancora un tabù, siamo il fanalino di coda in Europa, ma è solo garantendo uno spazio sicuro di conoscenza di sé e degli altri che si può iniziare a combattere la violenza, prevenire le malattie sessualmente trasmissibili e costruire una società in cui tutte e tutti possano sentirsi a proprio agio amando chi e come vogliono”. Aggiunge: “Il ministro Bussetti con la sua presenza legittima movimenti che calpestano l’autodeterminazione”. Conclude Alessio Bottalico, coordinatore nazionale di Link (gli studenti universitari della Rete): “Tra i giovani le aggressioni legate a genere od orientamento sessuale crescono. Nelle università bigottismi e obiezione di coscienza impediscono a migliaia di studenti di formarsi in maniera completa proponendo una visione antiquata della società, della famiglia e dei ruoli di genere. La presenza di Bussetti a Verona è un atto ancor più grave, ci mobiliteremo nel Paese a partire dalle piazze di queste giornate”.

Ci saranno Salvini e il medico contro i gay

Il Congresso mondiale delle famiglie nasce tra le associazioni cristiane statunitensi e si sviluppa come lobby unificante dei gruppi religiosi conservatori. L’evento di Verona è allestito dall’Organizzazione internazionale per la famiglia e da Generazione Famiglia insieme a ProVita Onlus, CitizenGo, National organization for marriage e Comitato difendiamo i nostri figli (di cui è portavoce lo stesso Gandolfini). “Si tratta di una delle più grandi iniziative internazionali che afferma e difende la famiglia naturale come unità fondamentale della società”, si legge sul sito degli organizzatori. E’ a Verona, città del ministro Fontana, si è condotta con più perseveranza la battaglia contro i libri scolastici etichettati come “gender”, “capaci di confondere l’identità sessuale dei bambini”.

Il Congress of the families così si autoannuncia: “Sta arrivando il più pericoloso evento dell’anno, ostacolato da Emma Bonino, odiato dalle femministe di tutto il mondo, temuto dalle élite, messo all’indice dai radical chic”. Tra i temi previsti, “la maternità surrogata deve diventare un crimine universale”. Per le associazioni internazionali dei diritti civili il Wcf è un “hate group”, un’organizzazione che promuove odio.

Tra i relatori che hanno confermato la presenza si segnalano Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, il presidente della Repubblica Moldava Igor Dodon (“non ho mai promesso di essere il leader dei gay”, ha detto a proposito di una marcia in patria per i diritti Lgbt), quindi la segretaria di Stato e ministra per la Famiglia ungherese Katalin Novak, il patriarca della chiesa cattolica sira Ignazio Giuseppe III. Tra i presenti è annunciata il medico Silvana De Mari: nega l’esistenza dell’omosessualità e sostiene il diritto umano all’omofobia.

Il precedente del questionario nelle scuole umbre

Sulle questioni di genere, il ministro Bussetti – che ha confermato la sua presenza sul palco a Verona – a inizio dicembre fermò la distribuzione in Umbria di un questionario che indagava su omofobia, bullismo e razzismo tra gli adolescenti. Lo avevano elaborato docenti dell’Università di Perugia: il ministero dell’Istruzione intervenne dopo che alcune associazioni cattoliche e il senatore leghista Simone Pillon lo avevano definito “un questionario gender”. Bussetti al Corriere dell’Umbria spiegò: “Abbiamo chiesto di rivedere la formulazione delle domande, il questionario era già stato rifiutato dalle scuole umbre”.

Sorgente: Bussetti relatore al congresso antigender a Verona. Gli studenti protestano – Repubblica.it

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