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L’autista parla davanti al giudice che dovrà decidere sulla convalida del fermo, chiesta dai pm Nobili e Paniz: “Volevo fare qualcosa affinché questo non accada più”. Il giudice: “Non ho notato segni di squilibrio”. Ma il legale punta alla perizia psichiatrica. Per gli inquirenti l’uomo “sta recitando una parte”, mentre la procura chiede che resti in carcere: “Può rifarlo”

Ha raccontato di aver agito dopo aver sentito le “voci dei bambini che stavano morendo nel Mediterraneo” che gli avrebbero chiesto di fare qualcosa di “clamoroso affinché questo non accada più”. Ousseynou Sy, l’autista che due giorni fa ha sequestrato un bus con 51 studenti a bordo e gli ha dato fuoco, ha spiegato così il suo gesto durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Milano, Tommaso Perna, venerdì pomeriggio a San Vittore. Il giudice, intercettato all’uscita dal carcere, a chi chiedeva se avesse notato i “segni di squilibrio” riferiti dall’avvocato dell’uomo, ha risposto: “Non mi è sembrato”. Mentre, per gli inquirenti, l’autista “sta recitando una parte”.

Sy ha spiegato di voler fare “un’azione dimostrativa” e avere “non un impatto nazionale ma un massimo impatto internazionale”. Come riferito dal suo legale, Davide Lacchini, l’uomo davanti al gip “ha lodato la politica italiana sulle migrazioni” e spiegato che il suo messaggio era “nessuno dall’Africa deve venire in Europa”. Sy, stando a quanto riferito dall’avvocato, durante l’interrogatorio, in sostanza, ha ribadito quanto aveva già detto ai pm “e l’elemento nuovo – ha spiegato – è il fatto che ha dato dei segni di squilibrio che a mio parere richiedono un approfondimento con una perizia psichiatrica”.

Lo stesso difensore ha parlato di “evocazioni” e “invocazioni” da parte dell’uomo, ma senza precisare meglio e ha riferito che il suo assistito “ha esposto le sue ragioni davanti al giudice con un certo vigore”. In sostanza, Sy ha rivendicato ancora una volta – come riferito dal difensore – di aver fatto quel gesto eclatante come “rivendicazione” per i bimbi migranti morti nel Mediterraneo. E ha ribadito ancora che lui, però, non voleva fare male a nessuno e che il bus ha preso fuoco in modo accidentale.

Nella richiesta di custodia cautelare in carcere i pm di Milano Alberto Nobili e Luca Poniz, titolari dell’inchiesta per sequestro di persona e strage, chiedono che l’uomo resti in carcere perché “può colpire ancora”. Da fonti della procura si esclude, come riferito invece da qualche studente, che il 47enne avesse già tentato di realizzare il piano qualche giorno prima. La decisione del gip Perna pare già scontata, dato che lo stesso 47enne ha ammesso i fatti. Intanto, dopo la prima notte passata in carcere, quando è arrivata la distribuzione della colazione sono partiti lanci di uova e frutta in direzione della sua cella da parte di altri detenuti. Una reazione che succede quando arrivano nuovi detenuti ‘criticabili’, ad esempio i pedofili. Anche per questo dopo è stato trasferito nel settore protetti.

Per quanto riguarda gli aspetti ancora da chiarire, gli investigatori puntano ad acquisire integralmente e analizzare quel video-manifesto, partito dal suo canale privato su YouTube, nel quale Sy aveva presentato quel “gesto eclatante”. E stanno cercando di capire se ce ne siano altri in circolazione, oltre ad aver sequestrato materiale informatico nella sua casa a Crema. Sy, tra l’altro, aveva già mentito all’azienda più di una decina d’anni fa quando gli era stata sospesa la patente per guida in stato d’ebbrezza e lui si era dato malato, mentre nell’ottobre scorso era stato condannato a un anno per molestie ad una 17enne a bordo di un autobus nove anni fa. Era sempre lui il conducente.

Sorgente: Bus in fiamme a Milano, Sy: “Bimbi morti in mare mi dicevano di colpire”. Il legale: “Segni di squilibrio”. I dubbi del giudice – Il Fatto Quotidiano

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