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Arriva un decreto legge, per tutelare il sistema economico, bancario, finanziario e assicurativo italiano dall’uscita senza un accordo del Regno Unito dall’Unione europea. Un provvedimento che, si legge in una bozza visionata dall’Adnkronos, il governo ha deciso di mettere in campo ”ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di assicurare continuità” nei rapporti tra i due paesi e per ”disciplinare la fuoriuscita ordinata dal mercato italiano dei soggetti aventi sede nel Regno Unito”.Gli istituti di pagamento del Regno Unito, i gestori di fondi, gli Oicr e gli istituti di moneta elettronica che operano in Italia ”cessano l’attività entro la data di recesso” della Gran Bretagna dall’Unione europea. Il governo prepara quindi il paese alla Brexit con un decreto legge ‘Recante misure urgenti per garantire la stabilità finanziaria e l’integrità dei mercati’ che dovrebbe essere all’esame del Consiglio dei ministri. Nella bozza visionata dall’Adnkronos si spiega che il provvedimento si rende necessario ”considerata l’attuale incertezza in merito alla ratifica” della Gb e ”ritenuto necessario tutelare la stabilità complessiva del sistema economico, bancario, finanziario e assicurativo italiano”. “Da tempo stiamo lavorando per la prospettiva, non auspicabile, del no deal e questo governo ha già predisposto uno schema di decreto che potrà tranquillamente, da un momento all’altro, entrare in vigore per tutelare i nostri cittadini, le nostre imprese, per intervenire con tempestività in una prospettiva del no deal”, ha confermato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla Camera al termine del dibattito sulle sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.

Per il premier, “non è da escludere” che dalla Gran Bretagna “ci verrà chiesto un differimento del termine del 29 marzo. La premura che rappresenterò ai Paesi partner è che il differimento, semmai dovessimo arrivare tutti a questa conclusione, sia un breve differimento, perché, per esperienza, concedere una prospettiva temporale lunga significa differire i problemi, che ovviamente si ripresenteranno allo stesso modo sempre in prossimità della nuova scadenza, ove mai si arrivasse ad una prospettiva del differimento”.

Rispetto ad uno scenario di no deal, quindi, “ci siamo premurati con uno strumento normativo: uno schema di decreto predisposto con le misure necessarie per il Consiglio dei ministri di domani”.

Intanto, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha avuto due riunioni, a Bruxelles, con membri del governo del Regno Unito, dedicate all’evoluzione della questione Brexit. La prima ieri, a margine del Consiglio Affari Esteri, con il ministro per gli Affari Esteri britannico, Jeremy Hunt; la seconda oggi, a margine del Consiglio Affari Generali, con il vice primo ministro britannico, David Lidington.

Le riunioni hanno consentito un articolato aggiornamento sui più recenti sviluppi del dibattito britannico sulla Brexit, anche in vista della discussione prevista all’ordine del giorno del Consiglio europeo di giovedì prossimo e della sua sessione dedicata all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Nei due colloqui sono stati anche evocati i temi di maggior rilievo bilaterale, ribadendo fra l’altro la convergente volontà di garantire i diritti acquisiti, quale che sia lo scenario finale.

LA BOZZA – Secondo quanto prevede la bozza, nel caso in cui il Regno Unito esca dall’Ue senza un accordo le assicurazioni inglesi che operano in Italia dovranno chiudere i battenti. Nell’articolo ‘Operatività in Italia delle imprese di assicurazione del Regno Unito dopo la data di recesso’ si legge che le assicurazioni inglesi saranno ”cancellate” dall’elenco dell’Isvap, che contiene le società comunitarie operanti in Italia. Nel periodo transitorio potranno proseguire con le loro attività ”nei limiti della gestione dei contratti e delle coperture in corso” senza però assumere nuovi contratti, né rinnovare quelli esistenti.

Il decreto legge segue la comunicazione della Commissione europea dello scorso anno, concernente la ”preparazione al recesso del Regno Unito dall’Unione europea’ il 30 marzo 2019: un piano di azione di emergenza”. Le norme si rendono necessarie vista la ”straordinaria necessità e urgenza di assicurare continuità nella prestazione dei servizi bancari, finanziari, assicurativi” da parte dei soggetti italiani operanti nel Regno Unito e viceversa e ”disciplinare la fuoriuscita ordinaria dal mercato italiano dei soggetti aventi sede nel Regno Unito che cesseranno l’attività in Italia”.

”Al fine di evitare pregiudizio ai clienti -si legge nella bozza- sono fatte salve le operazioni necessario all’ordinaria chiusura dei rapporti già in essere, nel più breve tempo possibile, e comunque non oltre il termine massimo di sei mesi dalla data di recesso, con l’osservanza dei termini di preavviso per lo svolgimento dei contratti”.

Entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge le imprese del Regno Unito dovranno ”comunicare ai clienti, agli altri soggetti con cui intrattengono rapporti nella prestazione dei servizi e alle autorità competenti le iniziative adottate per garantire l’ordinaria cessazione dell’attività”

Sorgente: Brexit, arriva dl per uscita senza accordo

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