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Milano, 25 mar. (askanews) – “Ho capito il male che ho fatto alle vittime. Chiedo scusa alle loro famiglie”. Lo ha detto Cesare Battisti nel suo primo interrogatorio reso sabato e domenica nel carcere di Oristano al pm Alberto Nobili, coordinatore del pool antiterrorismo della Procura di Milano.“Non è stato un pentimento”, ha chiarito il pm Nobili che preferisce parlare di “disconoscimento di quegli anni terribili” da parte di un protagonista degli Anni di Piombo come Battisti che era convinto di combattere “un guerra giusta”. E che soltanto ora, finito in carcere dopo 37 anni di latitanza, è arrivato a riconoscere che “la la lotta armata ha stroncato il movimento culturale sociale e politico nato nel 1968”.Nell’interrogatorio l’ex terrorista, arrestato in Bolivia a gennaio e poi estradato in Italia, ha chiarito che le vittime dei Proletari Armati erano “obiettivi precisi”. Non solo agenti delle forze dell’ordine come il maresciallo della Polizia Penitenziaria Antonio Santoro o l’agente della Digos Andrea Campagna, colpevoli ai loro occhi di “perseguitare i detenuti politici”. Ma anche commercianti come il gioielliere milanese Pierluigi Torreggiani e il macellaio di Mestre Lino Sabbadin. Persone, ha spiegato il pm Nobili, freddate dai Pac “perchè a loro volta avevano ucciso dei rapinatori”. Commercianti che Battisti riteneva “miliziani” perchè a suo giudizio “si erano armati per aiutare lo Stato e le forze di Polizia. Per questo erano soggetti che andavano puniti”.Fcz/Int2

Sorgente: Battisti non si è pentito (così il magistrato che l’ha interrogato)

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