0 2 minuti 5 anni

(Gianni Sartori)

Il giorno 18 marzo il ministro dell’Interno turco ha annunciato l’inizio dell’ennesima operazione militare contro la guerriglia curda del PKK. Ordinaria amministrazione, si dirà. Ma – forse – stavolta c’è una novità non da poco.

L’operazione sarebbe stata concordata e verrebbe condotta congiuntamente con l’esercito iraniano. Del resto c’era da aspettarselo. Molte, moltissime cose dividono Ankara da Teheran, in primis la collocazione sullo scacchiere internazionale. Pensiamo solo alla diversa, antitetica posizione sulla Siria (fattore determinante, molto più delle differenze religiose tra un paese a prevalenza sunnita e un altro a prevalenza sciita). Ma su una cosa di sicuro Turchia e Iran concordano: impedire ai curdi ai autodeterminarsi. Qualunque sia la forma: indipendenza, federalismo o autonomia…Niente da fare. La collaborazione turco-iraniana verrebbe così definitivamente formalizzata. Non per la prima volta, si presume. Tuttavia mai prima d’ora era stata evocata tanto apertamente.

Tant’è che in un secondo tempo, l’agenzia iraniana INRA è intervenuta per smentirla con un comunicato. Ma ormai la notizia era trapelata (grazie soprattutto alla Turchia, sembra) e il danno (più che altro di immagine) era fatto.

Le prime avvisaglie di tale operazione (per ora consideriamola pure ipotetica, ma comunque assai probabile) avrebbero per scenario le montagne nel nord dell’Iraq.

Una coincidenza. La notizia di questa operazione congiunta era immediatamente successiva a quella della morte di due militari iracheni in uno scontro a fuoco con guerriglieri del PKK nella provincia di Ninive. I combattenti curdi avrebbero reagito al tentativo di bloccarli ad un check- point dell’esercito.

Un episodio che potrebbe aver fornito il pretesto per l’intervento congiunto turco-iraniano

Gianni Sartori

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20