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Riaperti alle 7 i 1.840 seggi della Sardegna dove sono state avviate le operazioni per lo scrutinio delle elezioni regionali. Il voto disgiunto spinge il candidato di centrosinistra. Grillini sotto il 20%, la Lega non sfonda

francesco grignetti
roma

Risultati al cardiopalmo, per le elezioni in Sardegna. Per forza di cose ci si deve basare sugli exit-poll, dato che solo oggi comincia lo scrutinio delle schede. E quindi è stata una notte insonne per i candidati alla carica di Governatore. Riaperti alle 7 i 1.840 seggi della Sardegna dove sono state avviate le operazioni per lo scrutinio delle elezioni regionali. Salta agli occhi, però, lo spettacolare risultato di Massimo Zedda, il candidato di centrosinistra, sindaco uscente di Cagliari, che avrebbe incassato un voto personale che oscilla tra il 35 e il 39%. Grazie al voto disgiunto, Zedda ha ottenuto molto più delle liste che lo appoggiano. Di contro, non ha funzionato granché l’uomo del centrodestra, Christian Solinas, del Partito sardo d’azione, catapultato al rango di candidato Governatore per designazione di Matteo Salvini: gli exit-poll per lui indicano un range tra il 36,5 e il 40,5%. E quindi è testa a testa. Un pugno di voti stabilirà chi vince.

In caduta libera, invece, è il M5S: il suo candidato, Francesco Desogus, arranca tra il 13,5 e il 17,5% di preferenze. È la prima volta che i grillini si presentano alle Amministrative in Sardegna, e quindi possono vantare per la prima volta l’ingresso in Consiglio regionale, ma è una magra consolazione. Resta lontanissimo il risultato eccezionale del 4 marzo scorso, quando i grillini alle Politiche avevano ottenuto uno strabiliante 42%.

Sono (meglio: sarebbero) deludenti per la Lega anche i risultati di lista: un modesto 12-16% che non corrisponde all’impegno strenuo di Salvini nell’isola. Il vicepremier ha partecipato a numerosi comizi in Comuni piccoli e grandi, ha promesso di risolvere il problema dei pastori, ieri ha perfino violato il silenzio elettorale con diversi tweet che hanno fatto gridare allo scandalo le opposizioni. Però il viceministro Edoardo Rixi, spedito in televisione a commentare i risultati fin dal primo minuto, ammette: «Abbiamo fatto una campagna elettorale in salita. Il centrosinistra ha scelto un buon candidato, che ha ben governato Cagliari, e godeva di buon radicamento nel territorio. Lo sapevamo. Il radicamento territoriale è fondamentale per le elezioni amministrative». Un modo elegante per riconoscere che forse la scelta di Solinas non è stata delle migliori.

Il risultato delle Amministrative in Sardegna, conta naturalmente per decidere chi dovrà governare l’isola nei prossimi anni, ma è considerato anche un test fondamentale per gli equilibri politici nazionali, in quanto segue di poco il voto in Abruzzo e precede quello per le Europee. Ebbene, sempre secondo gli exit-poll commissionati dalla Rai, il M5S sarebbe ancora il primo partito, ma attestandosi a un modesto 14,5-18,5%. In linea con la doccia gelata in Abruzzo (dove sono scesi al 20%). Tanto che un loro deputato, Pino Cabras, riconosce con aria mesta: «C’è da rimboccarsi le maniche». Anche il Pd, pur arrivato secondo, con un 12,5-16,5% dei voti, ha poco da rallegrarsi. Ma in tutta evidenza la moltiplicazione di liste e listine non può che falsare il peso de singoli partiti. E infine c’è la partita interna al centrodestra: con Forza Italia al 6-10% (in Abruzzo aveva preso il 9%), la Lega non stravince, ma con il 12-16% diventa di gran lunga la più forte.

Sorgente: Sardegna, il tracollo dei 5 Stelle. Testa a testa tra Zedda e Solinas – La Stampa

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