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E AL BILANCIO ANNUALE MANCANO ANCORA LE VITTIME DI DICEMBRE. METÀ  DEI LAVORATORI COINVOLTI IN UN INFORTUNIO MORTALE AVEVA MOLTA ESPERIENZA E UN’ETÀ COMPRESA TRA I 50 E I 65 ANNI.

MAGLIA NERA ALLA LOMBARDIA CON 150 VITTIME, SEGUITA DAL VENETO (113), DALL’EMILIA ROMAGNA (109), DAL PIEMONTE (92), DAL LAZIO (82). E CRESCONO ANCHE GLI INFORTUNI DAI 589.483 DEI PRIMI UNDICI MESI DEL 2017 SI E’ PASSATI AI 592.571 DEL 2018.

 

“Cresce il numero delle vittime sul lavoro ed anche, purtroppo, l’incremento della mortalità: a fine novembre del 2018 si registra il 9,8% di infortuni mortali in più rispetto al 2017. E il bilancio è drammatico: 1046 morti; 94 in più dello scorso anno. Come se i lavoratori di una grande azienda fossero deceduti tutti in undici mesi”. Così commenta Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega l’ultima analisi degli esperti dell’Osservatorio sulla base dei più recenti dati INAIL.

 

Un’emergenza sentita diffusamente da Nord a Sud del Paese, che rivela i contorni più tragici in Lombardia, dove le vittime sono 150. Ma è altrettanto sconfortante il numero delle morti sul lavoro in Veneto (113), così come in Emilia (109), in Piemonte (92) e nel Lazio (82). Seguono Toscana (76), Campania (73), Puglia (64), Sicilia (59), Liguria (42), Calabria (38), Friuli Venezia Giulia (28), Abruzzo (23), Marche e Sardegna (18), Umbria e Basilicata (17), Trentino Alto Adige (14), Molise (12) e Valle D’Aosta (1).

 

“A colpire, però, non sono solo i numeri, ma anche l’età delle vittime. Quasi la metà tra i 50 e i 65 anni – sottolinea l’Ing. Rossato – questo a dimostrazione di come l’esperienza non sia sufficiente a tutelare i lavoratori. Anzi, purtroppo, la percezione del rischio sembra diminuire con il passare del tempo”.

 

Osservando il numero degli infortuni si scopre che sono 720 coloro che hanno perso la vita in occasione di lavoro e 326 in itinere.

 

Mentre la media di mortalità nel nostro Paese è un vero e proprio incubo: 96 vittime al mese, 22 alla settimana, dalle 3 alle 4 persone ogni giorno.

Le donne vittime di un infortunio mortale sul lavoro nel 2018 sono state 97. Nel 2017 erano 90.

 

Gli stranieri deceduti nei primi undici mesi del 2018 sono stati 169.

I settori più colpiti sono le Costruzioni (113 vittime), Trasporti e Magazzinaggio (95) e le Attività Manifatturiere (94).

 

La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (40 decessi). Ed è seguita da: Torino (33), Milano (32), Napoli (28), Genova (20), Bologna (17), Treviso (13).

 

Per quanto concerne infine le rilevazioni degli infortuni totali (compresi quelli in itinere) è sempre Roma a condurre le fila (59), seguita da Milano (45), Torino (44), Napoli (37), Foggia, Genova e Verona (28), Bologna (23), Bergamo, Padova e Treviso (19) e Venezia (16).

 

Infine a crescere sono anche gli infortuni dai 589.483 dei primi undici mesi del 2017 si è passati ai 592.571 del 2018. Sul podio ancora una volta la Lombardia con 110.766 infortuni, seguita dall’Emilia Romagna (79.267) e dal Veneto (70.837).

Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che il comunicato non solo sia un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.

 

 

 

Ufficio Stampa – Dott.ssa Annamaria Bacchin

Centro Direzionale Terraglio Uno – Via Don F. Tosatto 37 – Mestre (VE)
Tel 041-957185 – Fax 041 3969038
Web site: www.vegaengineering.com

 


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