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A due settimane dalla ripresa dello sciopero e dei blocchi davanti a Italpizza, le lotte strappano una nuova, per quanto parziale, vittoria.

L’azienda cede, riammettendo le delegate e i delegati in sciopero con effetto praticamente immediato. Dal prossimo 5 febbraio tutti e tutte torneranno al loro posto, a dimostrazione che ai ricatti e alla repressione è possibile rispondere lottando e vincendo.

La prossima settimana verrà inoltre affrontata la situazione relativa al reintegro dei due delegati sindacali licenziati. Inoltre, si verificherà nella pratica il rispetto degli accordi stipulati, dato che l’azienda non si è certo distinta per la coerenza tra la parola data e gli atti effettuati..

Intanto oggi lo sciopero delle lavoratrici del Si Cobas ottiene la solidarietà anche da pezzi di Fiom e Cgil del territorio modenese e non solo, finora rimasti silenti. Nonostante una prima vittoria la battaglia rimane ancora lunga, necessitando di ulteriori passaggi.

Dal picchetto si rilancia con diversi appuntamenti: dall’iniziativa pubblica di giovedì prossimo ( Italpizza: uno sciopero che vale piu di un decreto ) fino al corteo previsto per il 9 gennaio in cui si scenderà in piazza contro il muro di aziende e istituzioni, la repressione delle lotte sindacali e sociali che attraversano il territorio modenese ed emiliano, ma anche contro la prossima apertura del Centro di Permanenza e Rimpatrio in città.

 

Di seguito il testo di indizione del corteo da parte del SI Cobas:

Da oltre due mesi ormai prosegue la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Italpizza, una lotta che sta dimostrando come la tenacia e la determinazione operaia possano rompere quei meccanismi di sfruttamento che sono ormai la quotidianità nei nostri territori.

Dall’altra parte della barricata si schiera un’azienda in costante crescita nei profitti, che appalta a cooperative che evadono sistematicamente tasse e contributi, mentre le istituzioni modenesi fanno muro a difesa di quella che chiamano un’eccellenza: un’eccellenza sporca di sfruttamento.

Un muro quello del sistema-modena sul quale sono ormai evidenti le crepe che si allargano nella misura in cui si allargano le mobilitazioni e gli scioperi, accresciuti da dalla solidarietà militante dei lavoratori di tutta la provincia ed oltre, senza farsi spaventare dalla violenza poliziesca o dalle prese di posizione di parte della politica cittadina.

In una delle province con i distretti produttivi più ricchi d’Italia anche le illegalità accertate dalle stesse autorità dello Stato sembrano essere accettabili e tollerate, in nome del profitto, mentre viene visto con pericolo chiunque alzi la testa per i propri diritti.

Ricordiamo come Modena sia teatro della vergognosa montatura giudiziaria contro il nostro coordinatore nazionale, Aldo Milani, il cui processo continua in questi giorni, pur in assenza di alcuna prova a suo carico. Modena è terreno di scontro nazionale per tutto il S.I. Cobas.

Non a caso è stato proprio nella mobilitazione ad Italpizza che è stato applicato per la prima volta in regione il reato di blocco stradale, introdotto dal Decreto Sicurezza di Salvini (che punisce con anni di carcere la pratica del blocco delle merci utilizzata durante gli scioperi). L’arresto e l’incriminazione di due delegati sindacali durante le cariche al picchetto dimostra come questa norma non sia unicamente un decreto contro i migranti, ma piuttosto un ricatto contro tutta la classe operaia.

Ricatto che vuole essere rafforzato anche grazie all’apertura nei prossimi mesi del nuovo Lager (CPR) prorpio nella nostra provincia.Chiamiamo quindi per sabato 9 febbraio 2019, un corteo cittadino per rilanciare le lotte sul territorio, dalla G.M. di Camposanto all’Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, dalle ceramiche ai magazzini della logistica. Il S.I. Cobas a Modena è presente e cresce ogni giorno di più.

Invitiamo tutti i collettivi, movimenti, comitati e organizzazioni che quotidianamente si battono per la dignità e la giustizia, per la difesa del territorio, del diritto alla casa, per gli spazi sociali e i diritti dei migranti a unirsi a noi, a stringersi attorno agli operai ed alle operaie in lotta, come fece la città di Modena nel 1950 per gli operai delle Fonderie in sciopero.

Uniti si vince! Alla lotta!

Sorgente: Modena: i lavoratori Italpizza ottengono il reintegro. 9 febbraio corteo cittadino

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