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Per il capo politico del M5s Luigi Di Maio il voto su Rousseau è stato un esempio di democrazia: «Abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, noi lo facciamo da anni. I nostri iscritti decidono e noi portiamo avanti quella linea. Se sul caso Diciotti fosse uscita l’altra linea avrei portato avanti quella perché in M5s lasciamo spazio alla democrazia. Se lo avessero fatto le altre forze politiche ora non starebbero all’opposizione». Ma il voto che di fatto obbligherà il Movimento a votare contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma dopo il voto sono state diverse le prese di posizione, sia contro gli esiti che contro il voto stesso.

FONTI M5S: CHI NON È D’ACCORDO SI DIMETTA

Archiviata una consultazione complessa e ritardata, i vertici dei grillini hanno ribadito la linea serrando i ranghi. Francesco Silvestri, portavoce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, ha ribadito che la «democrazia diretta è sempre stato un principio fondante del MoVimento 5 Stelle» e che si è detto «stupito per le parole di alcuni parlamentari che si sono lamentati per la decisione». Il riferimento è in particolare «alla senatrice Fattori e a quanti cercano giornalmente visibilità sui giornali, che è proprio grazie a Rousseau che sono potuti entrare in Parlamento, ben conoscendo le regole che hanno sottoscritto. Il dialogo all’interno del MoVimento è sempre aperto, ma se Fattori e gli altri non condivido più questo modus operandi, potrebbero semplicemente restituire quanto dovuto e dimettersi». La senatrice, intervistata da Repubblica, aveva espresso dubbi sul modo di votare e soprattutto sulla piattaforma della Casaleggio & Associati: «la democrazia diretta è una cosa seria, si guardi come funziona in Svizzera», aveva tuonato.

I DUBBI DI PARLAMENTARI E SOSTENITORI

Critica la posizione di Paola Nugnes che è intervenuta alla trasmissione Circo Massimo ha spiegato: «La rete aveva già votato su questo punto quando abbiamo votato il programma. È una contraddizione forte, perché questa votazione è fuori regolamento. Nell’articolo 4 dello Statuto, che è quello che regola le votazioni, quelle di questo tipo non sono previste», ha spiegato, «Con questo voto il M5S ha perso una parte della sua natura, dal punto di vista elettorale dovrebbe costare caro. Nella mia bolla di percezione il dissenso è ampissimo». Marco Travaglio in un lungo editoriale ha scritto un lungo editoriale per attaccare la scelta di votare su una materia così delicata: «Quando si chiede al “popolo” di pronunciarsi non su questioni di principio, ma su casi penali dei quali non sa nulla, la risposta che arriva di solito è sbagliata. E quella data ieri dalla maggioranza degli iscritti 5Stelle non è solo sbagliatissima: è suicida», ha scritto il direttore del Fatto Quotidiano. «Chi aveva sperato che gli iscritti dessero una lezione agli eletti, anzi ai “dipendenti” come li chiamava un tempo Grillo, facendoli rinsavire e rammentando loro i valori fondativi della legalità, dell’uguaglianza, della lotta ai privilegi di Casta, è rimasto deluso Per salvare Salvini, i 5Stelle dannano se stessi», ha aggiunto.

L’OPPOSIZIONE COMPATTA: VENDUTA L’ANIMA ALLA LEGA

L’arco dell’opposizione, dal Pd a Leu, Laura Boldrini su twitter ha attaccato duramente tutto il Movimento: «Prima gli hanno lasciato la guida pur avendo preso il doppio dei suoi voti. Poi, dopo aver gridato per anni ‘onestà’, per Salvini hanno venduto pure l’anima, salvandolo dal processo. La storia del M5S al governo è ingloriosa quanto l’attaccamento di DiMaio alla sua poltrona». Duro anche l’ex premier Paolo Gentiloni: «La #piattaformaRousseau decide che i senatori grillini devono impedire ai giudici di procedere. Milioni di elettori M5s si chiedono dove sua andato a finire il loro voto. Tutti gli italiani resteranno col dubbio che Salvini chiudendo i porti abbia abusato del proprio potere». Bordata polemica anche da parte di Matteo Renzi, che nella sua Enews, dove ha ampiamente parlato dell’arresto dei genitori, ha sottolineato come la vicenda che ha toccato la sua famiglia: «ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello».

IL CENTRODESTRA ATTACCA IL VOTO MA PLAUDE AGLI ESITI

Di tenore diverso gli affondi da parte del Centrodestra. Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha scritto su twitter che «la maggioranza degli iscritti al M5s ha votato no all’autorizzazione a procedere contro Salvini. Preoccupante però che il 40,95% abbia votato a favore, chiedendo di fatto che un Ministro del loro governo venga processato per aver difeso i confini italiani». Per la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, «Il no all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini è certamente una notizia positiva». «Ma», ha attaccato, «è anche una sconfitta per la democrazia visto che si è deciso di ricorrere ad uno strumento online privato, oscuro e totalmente manipolabile, per prendere una decisione importante sulla vita pubblica del Paese».

Sorgente: Le reazioni politiche al voto M5s su Salvini e caso Diciotti

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