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“In questa fase critica occorre rilanciare il progetto”, dice il premier italiano intervenendo alla sessione plenaria.  “Nessuno Stato membro europeo può da solo giocare un ruolo significativo. Di qui l’auspicio che una voce europea unita trovi spazio anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu. È una battaglia, questa, su cui l’unione europea deve muoversi in modo coordinato, deve parlare con una sola voce”

12 febbraio 2019 Nel suo intervento alla plenaria dell’Europarlamento il premier ha parlato della necessità di “uno sforzo comune, alimentato da un grande senso di responsabilità” e del “compito di rilanciare il progetto europeo, facendogli riacquistare credibilità e coesione, in modo da accrescerne la sostenibilità, l’efficacia, la plausibilità”, ha sottolineato. “Fase particolarmente critica” “Il comune edificio europeo sta attraversando una fase particolarmente critica. Il progetto europeo sembra avere perso la sua forza propulsiva. Paradossalmente, però, proprio nel momento in cui sentiamo affievolirsi questa forza, che ha permesso al processo di integrazione di avanzare con tanta rapidità, la complessa congiuntura storica pone davanti a noi, rappresentanti delle Istituzioni, ci sfida nell’ambito dei rispettivi ruoli e delle diverse responsabilità, ad affrontare temi di cruciale rilievo”. Sforzo comune ‘Come gia’ in passato altri che ci hanno preceduto in corrispondenza di altrettante fasi critiche, siamo chiamati – ha sottolineato Conte – a operare uno sforzo comune, alimentato da un grande senso di responsabilita’: abbiamo il compito di rilanciare il progetto europeo, facendogli riacquistare credibilita’ e coesione, in modo da accrescerne la sostenibilita’, l’efficacia, la plausibilita”. Non siamo riusciti a diventare un popolo “Non siamo riusciti ancora a diventare veramente e compiutamente un ‘popolo’, non abbiamo avuto il coraggio di costruire un modello inclusivo che, realisticamente, al di la’ di ogni retorica, favorisse la creazione di un demos europeo”. Cosi’ ancora Conte. Europa ha perso contatto con il popolo “La politica europea, di fronte a una crisi economica senza precedenti, si è ritratta impaurita al di qua della fredda grammatica delle procedure, finendo col perdere progressivamente il contatto con il suo popolo e rendendo sempre più incolmabile la distanza, che non è solo geografica, tra Bruxelles e le tante periferie del Continente”. Quale Europa vogliamo? Le sfide del tempo presente sono nuove, complesse; richiedono visione e anche una qual dose di creativita’. Ma, soprattutto, presuppongono consapevolezza della nostra missione nel mondo”, ha affermato.”Le grandi domande alle quali siamo tutti chiamati a rispondere sono domande di senso: quale Europa vogliamo? Di quale Europa abbiamo bisogno? Come ci percepiamo e come rappresentiamo noi stessi? Sono domande che interpellano le nostre coscienze e meritano la massima considerazione e autenticita’ di risposte, perche’ siamo nella sede del Parlamento europeo, eletto direttamente dai cittadini dell’Unione, depositario sostanziale, autentico, della sovranita’ europea. Siamo, dovremmo essere, innanzitutto un popolo. Il popolo europeo. Il progressivo avanzamento nel percorso di integrazione ci ha reso realmente popolo, comunita’ di destino, al di la’ di ogni fictio giuridica? Certamente, il percorso di definizione e di costruzione di un ‘popolo europeo’ ha vissuto momenti significativi di avanzamento”. Contrastare disintegrazione, figlia della disillusione “Con coraggio e con rigore dobbiamo impegnarci affinché si riveda quel che non ha funzionato, anche nell’attuazione dei trattati, e si contrastino le tendenze centrifughe e alla disintegrazione europea, figlie talvolta, come accade anche nel mio Paese, della disillusione europea”. Lavoro e crescita, priorità della prossima legislatura “L’inadeguata e insufficiente solidarietà all’interno dell’Unione Europea spiega anche perché l’Europa fatichi e tardi ad essere più equa e sociale. La nuova legislatura europea deve perseguire con maggiore decisione e come urgente priorità la lotta contro la disoccupazione e il sostegno alla crescita”. Lo dice il premier Giuseppe Conte intervenendo all’Europarlamento di Strasburgo. Una sola voce europea in Consiglio di sicurezza “Nessuno Stato membro europeo può da solo giocare un ruolo significativo. Di qui l’auspicio che una voce europea unita trovi spazio anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu. È una battaglia, questa, su cui l’unione europea deve muoversi in modo coordinato, deve parlare con una sola voce”. Katainen: “Europa ha bisogno di un’Italia forte” “Dobbiamo costruire il nostro futuro comune insieme in unita’ e lavorando insieme e non contro gli altri, parlando gli uni con gli altri e non parlando gli uni degli alri”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen, nel dibattito con Giuseppe Conte sul futuro dell’Europa all’Europarlamento. L’Europa ha “bisogno di un’Italia forte al suo centro” e “l’Italia per essere forte e vibrante ha bisogno di un’Europa forte”, ha spiegato Katainen. “L’Europa avanza e l’Europa da il suo meglio quando l’Italia e il popolo italiano stanno al centro come cuore pulsante”, ha detto il vicepresidente della Commissione, ricordando l’opera di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Alcide de Gasperi. Incontro con Juncker, il 1 aprile verrà a Roma “L’incontro è andato molto bene e il 1 aprile il presidente Juncker verrà a Roma” per un nuovo bilaterale. Lo afferma il premier Giuseppe Conte al termine del colloquio con il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker. Il colloquio è durato oltre mezz’ora. “Non abbiamo parlato di Francia, ma abbiamo parlato di diversi argomenti”, spiega Conte che, a chi gli chiede il motivo del nuovo incontroa Roma, replica con una battuta: “Lui ama l’Italia”.

Sorgente: Giuseppe Conte al Parlamento di Strasburgo: “L’Europa ha perso il contatto con il suo popolo” – Rai News

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