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Diciotti, su autorizzazione a procedere per Salvini per M5S deciderà voto online su Rousseau

Luigi Di Maio ha deciso di affidare la scelta alla base attraverso la piattaforma web: se vince il sì, governo a rischio. Se vince il no, possibili nuovi malumori nell’elettorato pentastellato

di Paolo Foschi

Saranno gli iscritti alla piattaforma Rousseau a decidere online se il Movimento 5 Stelle deve votare a favore o contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier leghista Matteo Salvini per il caso Diciotti in giunta al Senato. Il via libera alla consultazione sul web è arrivato in occasione della presentazione della prima bozza del «manifesto» per le Europee di Luigi Di Maio, capo politico dei pentastellati e a sua volta vicepremier, dopo giorni di fibrillazione: la decisione, qualsiasi essa sia, si porta a presso rischi e polemiche. Il «sì», in linea di continuità con i princìpi del Movimento, inasprirebbe ulteriormente i rapporti già tesi con gli alleati di governo. Il «no» aumenterebbe il malcontento nella base, in una fase in cui il consenso è in progressivo calo, come confermato dal voto alle regionali in Abruzzo e dagli ultimi sondaggi.

Le valutazioni politiche

Il voto online per dirimere la faccenda, in questo contesto sembra avere un duplice obiettivo: da un lato, adottare uno strumento di pressione sull’alleato su un dossier delicato come quello Diciotti; dall’altro dare la parola alla base su un voto che, nel Movimento rischia, comunque vada, di creare una vistosa spaccatura. L’illustrazione del quesito – elemento chiave nelle votazioni su Rousseau – potrebbe essere affidata al capogruppo M5S in Giunta delle Immunità, Michele Mario Giarrusso, senatore che nei giorni scorsi sembrava orientato verso il «no», posizione che sarebbe motivata da ragioni giuridiche (la decisione sulla Diciotti fu di tutto il governo: questo uno degli elementi della tesi difensiva del leader leghista), ma anche politiche, per non mettere a rischio la stessa dell’esecutivo. Fra l’altro, come emerge da una ricostruzione dell’agenzia Ansa, fra i senatori pentastellati sarebbe diffusa la convinzione secondo la quale il «sì» oltre a far cadere il governo trasformerebbe Salvini in un «martire», dando un’ulteriore spinta alla crescita di consensi registrata negli ultimi mesi dal Carroccio.

La procedura

La votazione su Rousseau dovrebbe avere luogo tra domenica e lunedì per poter diffondere i risultati nell’assemblea congiunta prevista per lunedì sera in cui Di Maio spiegherà ai parlamentari anche il senso delle novità (dal team di coordinamento locale all’apertura alle civiche) che vuole introdurre nel M5S. L’aria nel Movimento è piuttosto agitata. «Noi siamo tradizionalmente a favore del sì per l’autorizzazione a procedere, ma questo è un caso particolare. Dobbiamo prima leggere e studiare le carte»: Mattia Fantinati (M5s), sottosegretario alla Pubblica amministrazione, ha messo le mani avanti illustrando la linea improntata alla realpolitik, «il caso di Salvini è un giudizio politico sul suo operato e quello del governo, per questo si deve decidere se abbia agito o meno nell’interesse generale e secondo le sue prerogative ministeriali. Stiamo parlando, infatti, non della immunità dell’articolo 68 della Costituzione ma dell’articolo 96. Anche Conte e Di Maio hanno chiaramente detto che Salvini ha agito a nome del governo. Detto questo, aspettiamo il voto in giunta di martedì con serenità. Dopodiché, decideremo come votare, dopo aver letto il parere della giunta». Una posizione destinata a creare malumore nella base, come testimoniato dal post pubblicato su Facebook da Maura Paoli, consigliere comunale pentastellata a Torino: «Chi vota contro l’autorizzazione a procedere, vota contro i principi del Movimento».

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