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20 April 2024
0 9 minuti 5 anni

 

Polemiche senza fine sul voto deciso dai 5Stelle per il caso Diciotti (previsto domani dalle 10 alle 19). Anche il fondatore del Movimento contesta la formula utilizzata. La senatrice M5S: “Il presunto interesse pubblico è preminente rispetto al diritto costituzionale?”. Nel testo due errori. I dubbi dei militanti, compreso il marito di Raggi. Saviano: “Per salvare Salvini M5s usa trucco da trastolari”

di TIZIANA TESTA

Il voto degli iscritti ci sarà. La consultazione online su Salvini è stata lanciata. Ma ha provocato un diluvio di critiche. Soprattutto all’interno del Movimento. Il blog delle Stelle ha presentato, stamattina, il voto sulla piattaforma Rousseau che si svolgerà domani dalle 10 alle 19. Il Movimento chiede dunque agli attivisti di pronunciarsi sul processo a Salvini per il caso Diciotti, su cui dovranno esprimersi la giunta e poi l’assemblea del Senato. Il leader della Lega ostenta tranquillità: “Facciano quel che vogliono”. Ma la stessa tranquillità non è condivisa dalla base 5Stelle. E dal fondatore stesso del Movimento.

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La ricostruzione del caso e gli errori nel testo

L’annuncio del quesito, nel post, viene preceduto da un’ampia sintesi del caso in cui si sostiene che i migranti rimasero sulla nave perché il ministro degli esteri e il presidente del Consiglio stavano sentendo i leader degli altri Paesi europei perché accogliessero la loro quota di migranti. Peraltro nel testo ci sono due errori: si parla di 137 migranti – e invece erano 177 – e di una giunta per le autorizzazioni a procedere mentre il vero nome al Senato è “giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari”.

5S, consultazione online su Salvini: "Se dici no al processo, vota sì". Grillo contesta il quesito. Nugnes: "La formula non è chiara"

In un lungo passaggio si parla della particolarità del caso, provando a dimostrare che non c’è alcuna contraddizione rispetto alla linea politica sempre sostenuta dai 5 Stelle sulle immunità parlamentari: “Questo è un caso senza precedenti – si legge – perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale”.

Il quesito: votare sì per dire no (e viceversa)

Quindi arriva la formulazione del quesito: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere
– No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.

La contestazione di Grillo

Beppe Grillo sceglie la strada dell’ironia per contestare il quesito:  “Se voti Si vuol dire No. Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”, scrive su Facebook. Grillo cita dal romanzo “Comma 22” dell’americano Joseph Heller il noto paradosso della regola per cui “chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo”. E fa riferimento alla sindrome che indica, in una persona, il disprezzo per chi è considerato di maggior successo.

Nugnes: la formula non è chiara, si rischiano errori

Dubbi su questa formula – il sì per dire no – vengono espressi dalla senatrice Paola Nugnes, spesso critica sulla linea del governo, soprattutto in materia di immigrazione: “La formuna non è chiara – dice a Repubblica – bisogna fare uno sforzo per non votare diversamente dalle proprie intenzioni”. La senatrice sottolinea anche che “il quesito deve essere veritiero, cioè deve contenere anche la valutazione di un interesse pubblico preminente”. E sottolinea la parola preminente: “Non basta dire ‘interesse pubblicò senza spiegare ‘in rapporto a cosà Valutazione che invece viene richiesta ai senatori della Costituzione. È stato PREMINENTE, questo presunto interesse pubblico, rispetto al diritto costituzionale alla libertà delle persone che erano confinate a bordo della nave?”. Nel quesito, infatti, si parla semplicemente di un interesse dello Stato.

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La senatrice, che si prepara a dire sì al processo quando sarà chiamata a votare in aula, non ritiene questa consultazione vincolante: “Il parlamentare una volta eletto rappresenta la nazione, il governo una volta insediato è il governo di tutti. Queste sono cose che non andrebbero mai dimenticate né mortificate”. E contesta anche l’utilizzo del piattaforma Rousseau per questi temi: “La piattaforma può essere utile per questioni interne al partito, che è un ente privato, per definizione, ma per questioni che interessano tutta la popolazione e che ricadono su tutto il Paese occorre una piattaforma pubblica indipendente e terza cui possono avere accesso tutti gli aventi diritto al voto. E, in aggiunta, sul punto la rete già si è espressa votando il programma che prevede di concedere sempre l’autorizzazione a procedere”. E ora che la procura di Catania si prepara ad aprire un fascicolo sulla Diciotti anche per Conte, Di Maio e Toninelli? “L’autorizzazione a procedere è dovuta. Spetta al tribunale giudicare”. Amarezza anche dall’altra senatrice, Elena Fattori, spesso critica nei confronti delle scelte dei vertici: “Salvini ha già vinto, ha spaccato il Movimento”.

Diciotti, Fattori (M5s) su voto online: ”Salvini ha gia vinto, ha spaccato il Movimento”

I dubbi dei militanti

Tanti i dubbi espressi dagli attivisti sulla formulazione del testo: “Giochetti degni del peggior Psi di Craxi, vergognatevi”, scrive Roberto Baresi. E Paolo Spallino: “Non ho capito la storia del trucchetto, o se voti si neghi l’autorizzazione a procedere, se voti no consenti. Chi dovrei mandare a quel paese?”. Dubbi anche da Andrea Severini, marito della sindaca di Roma Raggi: “Salvini affronti il processo come ha fatto Virginia”, scrive su Facebook.

Centinaia i commenti sul blog delle Stelle già prima dell’intervento, tutto in chiave sarcastica, di Beppe Grillo.

Saviano: M5s usa un trucco per salvare Salvini

Duro anche l’intervento di Roberto Saviano su Facebook: “La decisione sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Diciotti è rimessa a poche migliaia di iscritti alla piattaforma Rousseau. Ma attenzione, perché il ministro della Mala Vita venga processato, sulla piattaforma Rousseau si dovrà votare “no” e non “sì”. Magnifico, vero? Un trucco da trastolari (leggi: imbroglioni) diremmo a Napoli, attraverso cui rendere meno comprensibili i termini di una decisione cruciale. Che vile attaccamento alla poltrona!”.

Le opposizioni all’attacco. I timori dei vertici 5S

Nelle reazioni del mondo politico prevale il registro dell’ironia nei confronti dei 5Stelle. “Il m5s salva Salvini dai giudici. Come si cambia per non morire”, scrive su twitter il capogruppo Pd in Senato, Andrea Marcucci. E Maurizio Martina: “Il Movimento ha scelto di scaricare le responsabilità sui militanti, invece di prendersi l’onere delle decisioni”. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia: “Abbiano il coraggio di sostenere le politiche migratorie, senza nascondersi dietro la piattaforma Rousseau”. Roberto Speranza, di Leu: “Finora la propaganda del movimento 5 Stelle diceva ‘uno vale uno’. Vale a dire non importa se sei ministro, parlamentare o cittadino devi sempre essere giudicato. Così i 5Stelle perdono la loro credibilità”. E l’ex Federico Pizzarotti, sindaco di Parma: “Scambiano la democrazia con il voto online di X Factor per decidere se un ministro può stare dentro o fuori. Svuotano il Parlamento delle sue più nobili funzioni”. Il capogruppo M5S, Francesco D’Uva, si difende: “Il nostro è un esempio di democrazia partecipata”. Ma intanto i vertici del Movimento fanno filtrare la “preoccupazione” per la tenuta del governo in caso di via libera al processo.

Sorgente: 5S, consultazione online su Salvini: “Se dici no al processo, vota sì”. Grillo contesta il quesito. Nugnes: “La formula non è chiara” – Repubblica.it

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