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Tav, spinta del Nord per il referendum. E Salvini sfida M5S anche sulle trivelle

Torino-Lione, i governatori Chiamparino, Zaia e Fontana per il sì. In arrivo nuove stime: non farla costerà 3 miliardi. La Lega spinge: l’Alta velocità va conclusa

di Lorenzo Salvia

Per un documento che spinge verso lo stop della Tav, l’analisi costi-benefici già depositata al ministero delle Infrastrutture, ne è in arrivo un altro che invece suggerisce la soluzione opposta, e cioè la prosecuzione dei lavori per l’Alta velocità Torino-Lione. Si tratta dell’analisi giuridica commissionata sempre dal ministero delle Infrastrutture, che a giorni dovrebbe essere consegnata nelle mani di Danilo Toninelli (M5S). Il documento quantifica in almeno 3 miliardi i costi che l’Italia dovrebbe affrontare in caso di stop dei lavori. La metà, 1,5 miliardi, sarebbe il cofinanziamento stanziato dall’Unione europea. Il resto se ne andrebbe tra il ristoro ambientale dei 27 chilometri di gallerie già realizzate e gli interventi di potenziamento della vecchia linea. Il tutto senza considerare i ricorsi che potrebbero essere presentati dalle imprese che stanno lavorando nei cantieri aperti.

I documenti contrapposti

I due documenti — uno per lo stop, l’altro per la prosecuzione — sembrano riproporre lo stesso scenario già visto per la Tap e per l’Ilva. Con la possibilità che il governo si dichiari contrario ma poi si dica «costretto» ad andare avanti. Stavolta però il caso è ancora più delicato. Anche perché sale la temperatura dei rapporti tra Lega e Movimento 5 Stelle, specie sulle contestazioni per lo stop alle trivelle. «È sbagliato bloccare le autorizzazioni» dice dalla Lega la sottosegretaria all’Ambiente Vannia Gava. Ribatte dal M5S il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano: «Salvini riporti i suoi sulla giusta strada». Ma lo stesso Salvini interviene dicendo che «trivellare vicino alla costa no, ma dire di no a ricerche in mezzo al mare per partito preso rimettendo in discussione contratti già fatti non mi sembra molto intelligente».

La spinta di Salvini pro Tav

Sulla Tav è proprio il vicepremier leghista ad aprire lo scontro: «Sono a favore, deve andare avanti. Se l’analisi dei tecnici fosse negativa nessuno di noi vorrebbe o potrebbe fermare una richiesta di referendum». Parole subito rintuzzate dall’altro vicepremier Luigi Di Maio, che ricorda come il Movimento 5 Stelle sia «contro quella opera». Il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, lancia la proposta di un referendum consultivo, indetto dal consiglio regionale, al quale «se lo riterranno potranno unirsi i colleghi di Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria». L’idea viene subito raccolta da Attilio Fontana, governatore leghista della Lombardia: «La Tav va fatta. Se per raggiungere questo obiettivo è necessario un referendum faremo anche questo». Apertura anche dal Veneto, con l’altro governatore leghista Luca Zaia: «È sempre giusto che i cittadini dicano la loro. I veneti voterebbero sì». Il presidente della Liguria Giovanni Toti (Forza Italia) sarà in piazza sabato a Torino per la manifestazione sì Tav, e definisce l’eventuale stop un «imperdonabile autolesionismo». In piazza Castello ci sarà anche la Lega.

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