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Diciotti, prima del contratto di Governo, c’è il Patto con gli elettori

Roberta Lombardi candidate for President of the Lazio Region for Five Stars Movement (M5S) during the meeting with Confcommercio (Italian General Confederation of Enterprises, Professional Activities and Autonomous Work) where she presented the programme for the party for the upcoming regional elections to be held on March 4, on February 13, 2018 in Rome, Italy. (Photo by Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images)

NURPHOTO VIA GETTY IMAGES

A differenza di molti che oggi, com’è evidente, hanno la memoria corta, io ricordo molto bene quel mix di ilarità e indignazione che circa dieci anni fa suscitò il lodo Alfano con l’escamotage paradossale secondo cui l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, doveva essere considerato davanti alla Legge “primus super pares”, ovvero più uguale degli altri”, come tradusse qualcuno all’epoca, piegando così alle personalistiche esigenze l’assunto che campeggia in tutte le aule dei nostri tribunali secondo cui “La legge è uguale per tutti”.

Oggi con Salvini, ministro dell’Interno, la storia si ripete e il rischio è lo stesso: far passare la prassi secondo cui chi ricopre ruoli istituzionali e di potere, invece che essere ancora più ligio di tutti gli altri cittadini proprio in virtù della carica pubblica ricoperta, può sottrarsi al giudizio della magistratura, in barba al principio della separazione dei poteri, oltre che ai valori fondanti del Movimento 5 Stelleche ha fatto della tutela della legalità e dell’etica i propri elementi identitari.

Oggi, votando favorevolmente all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, il M5S e la Lega, sia considerati singolarmente che insieme come ‘Governo del Cambiamento’, hannouna grande opportunità:

– il M5S di confermare e rafforzare la propria identità ribadendo che su etica e legalità non facciamo sconti a nessuno né all’interno delle nostre fila né tantomeno a un nostro alleato di Governo.

– la Lega, e Salvini in primis, di dimostrare che non ha nulla da temere perché ha piena fiducia nel proprio operato, senza doversi così rimangiare la parola data rispetto a quanto dichiarato inizialmente sulla sua disponibilità a sottoporsi al giudizio della magistratura.

– il Governo del Cambiamento di dare, nel suo complesso, una nuova prova di tenuta e di convergenza d’intenti e di valori, dopo aver già portato a casa risultati storici come il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 ed essere riuscito a tenere testa con successo alle trattative con l’Unione Europea su temi cruciali come immigrazione e austerity.

Una triplice partita decisiva per il Governo giallo-verde, che, voglio sperare, valga per M5S e Lega molto più di quella imminente delle elezioni europee in cui i due partner di Governo correranno separati.
Una cosa è sicura: tra i due a uscirne perdente sarà il M5S se voterà contro l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini abdicando così ai suoi valori identitari.

Il M5S apparirebbe infatti come quello che ha immolato se stesso sull’altare del Governo del Cambiamento, mentre Salvini come colui che, duro e puro fino alla fine, si è immolato sull’altare della Patria contro l’invasione scafista. E alla fine a dettare la linea, quando ormai sarà troppo tardi, saranno i nostri elettori, ai quali siamo legati con un patto di lealtà che va ben oltre la durata del contratto di Governo.

Sorgente: Salvare Salvini ci costerà caro | L’Huffington Post

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