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Dopo gli eccessi dei gilet gialli in Francia, aggredito un deputato Afd in Germania. Non è il primo caso. E in Gran Bretagna una parlamentare dei Tories impegnata per un secondo referendum è stata attaccata da estremisti

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE TONIA MASTROBUONI

BERLINO. Frank Magnitz stava tornando a casa, lunedì sera, quando alcuni uomini dal volto coperto lo hanno aggredito con un bastone e lo hanno picchiato selvaggiamente. Il parlamentare dell’Afd è svenuto per un colpo alla testa e sostiene di non ricordare nulla. Ma dall’ospedale dove resterà ricoverato ancora per qualche giorno, il gestore immobiliare ha fatto sapere di ritenere l’attacco “un tentato omicidio”. Nessuno ha rivendicato il gesto, per ora, e sul movente restano i dubbi degli inquirenti. Ma secondo la polizia potrebbe essere un gesto “politicamente motivato”. Il leader della destra populista della città-regione più piccola della Germania, Brema, era stato minacciato in passato e la sede dell’Afd era stata già bersaglio di un attacco. E per la verità la destra tedesca ha subito di recente vari attacchi: la scorsa settimana un ordigno è esploso  davanti a un ufficio dell’Afd a Doebeln, in Sassonia. E in Bassa Sassonia, a Meppen, la casa di un esponente del partito di Alice Weidel è stata imbrattata di vernice rossa.

Dopo l’aggressione a Magnitz sono state immediate le condanne del governo e dei principali partiti. Ma spicca quella, durissima, del presidente della Repubblica, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier: “Ogni forma di aggressione contro un parlamentare è un attacco allo Stato. Al quale dobbiamo reagire uniti e con fermezza”. Parole che ricordano quelle del presidente francese, Emmanuel Macron, dopo gli eccessi più recenti dei gilet gialli, di segno politico del tutto diverso. Al termine dell’ultima manifestazione parigina, dopo che una parte del corteo aveva assaltato la sede del governo con un ruspa e aveva lasciato per le strade macchine bruciate, battelli sulla Senna in fiamme e una bandiera dell’Ue carbonizzata, Macron ha parlato di “violenza estrema” che avrebbe “attaccato la République, i suoi custodi, i suoi rappresentanti, i suoi simboli”.

L’entusiasmo del vicepremier italiano, Luigi Di Maio, per gli eccessi dei gilet gialli francesi sembra ancora più fuori posto alla luce di questi episodi, che, non solo in Francia ma anche nel Regno Unito, sembrano segnalare un salto di qualità nell’opposizione al potere costituito. Una polarizzazione politica che sta producendo una violenza di strada come non si vedeva da tempo.

I forconi di tutta Europa sembrano convergere nell’intento di colpire non solo i simboli delle democrazie ma anche i loro rappresentanti. Nei giorni scorsi la parlamentare dei Tories, Anna Soubry, fortemente impegnata a favore di un secondo referendum sulla Brexit, è stata aggredita davanti a Westminster da estremisti pro-Brexit che hanno deciso di scimmiottare i francesi indossando gilet gialli. Mentre registrava un’intervista con la Bbc, hanno cantato “Soubry è una nazi”, più tardi l’hanno inseguita definendola “feccia” e la parlamentare ha giustamente protestato perché la polizia non è mai intervenuta.

Soubry è abituata alle minacce: nelle scorse settimane un gruppetto di estremisti “Brexiteers” l’aveva circondata definendola “traditrice” – lo stesso termine usato dai neonazisti quando Thomas Mair accoltellò a morte la deputata laburista Jo Cox, due anni fa. Ma l’ultima aggressione verbale contro Soubry è stata la goccia per il presidente della Camera dei comuni, John Bercow, che ha scritto una lettera alla capa della polizia Cressida Dick definendo l’episodio “un tipo di fascismo” e chiedendo un maggiore intervento degli agenti che secondo i deputati si stanno moltiplicando. La lettera di Bercow è stata firmata da almeno 55 parlamentari. Scotland Yard ha confermato intanto di aver aperto un’indagine sui cori “Soubry è una nazi”.

Sorgente: Pestaggi, roghi e minacce, in Europa cresce la violenza politica | Rep

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