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Germania e Francia firmano il trattato di Aquisgrana. Al centro dell’accordo difesa comune e commercio

Un testo senza ambizioni: per alcuni sarebbe soltanto questo il nuovo trattato di cooperazione franco-tedesco. E c’è chi lo liquida come un’iniziativa puramente elettorale, in vista delle Europee di maggio, voluta da due leader così fragili rispetto a solo un anno fa: Angela Merkel, che ha ormai deciso di uscire di scena nell’autunno 2021, ed Emmanuel Macron, scosso dalle proteste dei gilet gialli.

Ma andando a spulciare tra i 28 articoli del nuovo trattato, integrazione di quello del 1963, firmato dal generale de Gaulle e da Konrad Adenauer, che dette il via al mitico asse franco-tedesco, si trova anche della sostanza. Con la Brexit alle porte e il populismo dilagante, Macron e Merkel, la Francia e la Germania, sembrano voler dire: noi due, comunque, andiamo avanti. E rilanciamo.

Le critiche della destra

La firma è avvenuta in un luogo simbolico, Aquisgrana, sul suolo tedesco, ma capitale di Carlo Magno. All’arrivo nel municipio dei due leader, qualche decina di manifestanti si sono messi a fischiarli, pure alcuni ormai inevitabili gilet gialli. E subito dopo Macron ha precisato: «Coloro che dimenticano il valore della riconciliazione franco-tedesca, si rendono complici dei crimini del passato. E quelli che diffondono delle menzogne fanno del male ai popoli che hanno la pretesa di difendere». L’allusione era agli attacchi scagliati da giorni in rete al trattato sia dall’estrema destra tedesca che francese.

Il suo contenuto vero, invece, qual è? Una parte importante riguarda la difesa. Il nuovo trattato stabilisce «una clausola di solidarietà bilaterale in caso di aggressione a uno dei due Paesi» e questo anche per un attentato terroristico. La Merkel ha evocato l’obiettivo di «una cultura militare e un’industria della difesa comuni», citati esplicitamente nel testo. Che rappresenta, ha precisato, «un contributo alla creazione di un esercito europeo». È un’aspirazione che la cancelliera e il presidente francese avevano già espresso nell’autunno scorso, scatenando l’ira di Donald Trump.

Sembra non sia stato facile convincere i tedeschi a spingere così tanto sulla cooperazione militare (viene creato un nuovo organismo politico, il Comitato franco-tedesco della difesa e della sicurezza). Ma in cambio, il trattato fissa come priorità di Parigi l’appoggio a Berlino per ottenere un seggio permanente nel consiglio di sicurezza dell’Onu (e non la condivisione di quello francese tra i due Paesi, da giorni una delle critiche più vivaci di Marine Le Pen e una delle «menzogne» cui ha fatto accenno ieri Macron).

Nel trattato esiste pure un capitolo ad hoc per la cooperazione economica, con l’obiettivo di armonizzare il diritto commerciale dei due Paesi e tutte le norme relative alle imprese. Viene rafforzata la cooperazione transfrontaliera, con la possibilità di deroghe amministrative e giuridiche (invece, non si mettono Alsazia e Lorena sotto la tutela tedesca, come affermato da vari esponenti sovranisti francesi).

In coppia al Consiglio

Il bilinguismo diventa un traguardo da raggiungere in queste regioni di confine. Sono anche introdotti nuovi meccanismi istituzionali, altamente simbolici: ad esempio, un’assemblea comune permanente di cento deputati francesi e tedeschi. Poi, la consultazione obbligatoria tra i due governi prima di ogni vertice europeo, per trovare una posizione comune. E ogni tre mesi un ministro di uno dei due Paesi parteciperà al consiglio dei ministri dell’altro.

Saranno inoltre creati a livello sperimentale cinque istituti di cultura comuni franco-tedeschi all’estero. Uno è previsto a Palermo, con le due bandiere, che sventoleranno insieme sulla facciata, una accanto all’altra.

Sorgente: Merkel e Macron, un patto per l’Europa “È la nostra risposta al populismo” – La Stampa

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