Roma, 9 gen. (askanews) – Possibile svolta nella crisi dei rifiuti che stringe la Capitale: nella riunione della cabina di regia voluta dal ministro dell’ambiente Sergio Costa tenutasi ieri presso il ministero, si è lavorato sulle aree “bianche” indicate dalla Città Metropolitana come possibili sedi di impianti per lo smaltimento o lo stoccaggio dei rifiuti, nella mappa già trasmessa a dicembre dalla Città metropolitana alla Regione. In Campidoglio ieri bocche cucite fino a tarda sera su un incontro definito ‘strettamente tecnico’ cui avrebbe preso parte la sola assessora capitolina all’Ambiente Pinuccia Montanari per parte politica, ma che occupa oggi pagine intere dei quotidiani romani secondo i quali il M5S avrebbe ammorbidito le sue posizioni di netto ‘no’ all’apertura di eventuali discariche di servizio nel territorio metropolitano.Dopo il rogo del Tmb Salario, infatti, è diventato cruciale per la Capitale accelerare con l’individuazione delle aree adatte all’impiantistica e il tabu sulle discariche è già stato rotto con l’autorizzazione al trasferimento di 300 tonnellate di rifiuti al giorno nella discarica di Ponte Malnome. A inizio gennaio era stato, inoltre, completato uno studio dai tecnici della città Metropolitana che, sulla base delle indicazioni dei propri omologhi nei comuni dell’area, avevano individuato quattro ‘aree bianche’ nel Comune di Roma e tre fuori, idonee a accogliere tutti i tipi di impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti: un’area nel Tiburtino (IV Municipio) al confine con Guidonia, una seconda tra il X Municipio di Ostia e il IX Laurentino, il terzo tra l’XI Municipio e il Comune di Fiumicino, e l’ultimo in XIV Municipio. Le tre fuori Comune interessano Cerveteri, Riano e Ladispoli.La fuga di notizie irrita il Campidoglio, che bolla quanto riportato come ‘fake news’, ma a rispondere è la Città Metropolitana, spiegando di non avere indicato alcun sito per la realizzazione di discariche per i rifiuti nel territorio della Capitale o dell’area metropolitana”, si precisa in una nota, aggiungendo che “la mappa trasmessa lo scorso 22 dicembre alla regione Lazio, con mero atto amministrativo previsto dalla legge, riporta le aree indicate dai Comuni della area metropolitana come idonee alla realizzazione di impianti la cui definizione spetta esclusivamente alla Regione Lazio”. Il lancio viene parzialmente corretto dalla consigliera capitolina M5S Simona Ficcardo che in una nota precisa che per ‘aree bianche’ – quelle indicate dalla Città metropolitana nella mappa al centro della polemica “si intendono i luoghi in cui è possibile aprire nuovi impianti, non necessariamente discariche come alcuni catastrofisti di professione vorrebbero far credere”. E rimanda alla Regione Lazio “l’ultima parola sulla scelta delle aree bianche, nonché il compito di individuare le tipologie di impianti di smaltimento da realizzare e la loro collocazione”.Nonostante la correzione del tiro, il centrosinistra metropolitano è già sul piede di guerra: “La Raggi fa fare il lavoro sporco ai tecnici – attacca il capogruppo metropolitano Federico Ascani de ‘Le città della Metropoli – non si assume come suo solito alcuna responsabilità, e scarica sui territori il problema dell’immondizia. Avevamo chiesto di portare il documento in aula e discuterne democraticamente. Attiveremo tutte le nostre energie per far sì che il dramma dei rifiuti romani non diventi una guerra tra i cittadini e tra i territori”.A puntare il dito contro Virginia Raggi è il segretario del Pd provincia di Roma, Rocco Maugliani.Sis/bet
Sorgente: La storia infinita della “monnezza”, Roma torna alle discariche