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AGGIORNAMENTO ore 09.23, 24 gennaio – E’ stato trovato nella notte l’accordo tra Lega e M5S sulla questione delle trivelle, contenuta nel Dl Semplificazioni in esame al Senato. Lo confermano fonti della maggioranza. Al momento è in corso la conferenza dei capigruppo che deciderà il prosieguo dei lavori

Minacce di dimissioni sul tavolo e l’approvazione del decreto Semplificazioni, che doveva approdare in Aula mercoledì, slitta a giovedì. La questione trivelle fa arrivare il governo al massimo della tensione, con una trattativa che, nonostante qualche passo avanti, prosegue per tutta la notte. Alla fine viene inserita la moratoria di 18 mesi durante i quali saranno sospesi i permessi e poi un aumento del canone al 25% e non più al 35% come previsto in un primo momento. Sarà poi graduale anno dopo anno.

L’accordo però è stato difficile da raggiungere. L”apice dello scontro arriva quando Sergio Costa si dice pronto ad andar via se gli dovessero chiedere di firmare autorizzazioni per l’estrazione di petrolio dal mare. La presa di posizione del ministro dell’Ambiente in quota 5Stelle crea il caos nelle commissioni del Senato alle prese con il decreto Semplificazioni che contiene la norma.

La distanza tra Lega e M5s durante l’intera giornata è siderale. Trovare un’intesa sembrava impossibile, solo a tarda sera i leghisti fanno sapere che non si opporrebbero all’introduzione di una speciale moratoria di 18 mesi (i 5Stelle ne avevano chiesti 24) fino all’approvazione del Piano per la transazione energetica sostenibile nelle aree idonee, durante i quali saranno sospesi i nuovi permessi di prospezione, di ricerca e di coltivazione di idrocarburi, come prevede l’ultima versione dell’emendamento presentato al decreto Semplificazioni. Per i grillini è un buon compromesso.

Ma nella proposta di modifica è prevista anche una rideterminazione dei canoni annuali delle concessioni di coltivazione e stoccaggio nella terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana a partire dal 1 giugno 2019 e di quelli dei permessi di prospezione e ricerca a partire dal termine della moratoria. Ed è su questo che si è concentrata la trattativa, con i leghisti che spingono per aumenti più ridotti dei canoni, a fronte della resistenza pentastellata.

Tra le proposte – spiegano fonti vicine al dossier – c’è l’aumento graduale dei canoni anno dopo anno, a partire dal 25% e non più dal 35%, anche se i pentastellati fanno notare che così vengono penalizzate le regioni che grazie a questi canoni traggono molto guadagno: “La Lega va contro i territori e a favore delle multinazionali del petrolio”. E Salvini risponde: “L’aumento dei canoni deve essere compatibile con la tutela delle aziende e con la tutela di migliaia di posti di lavoro”. I 5Stelle fanno sapere che sull’aumento dei canoni non hanno intenzione di arretrare, quindi è necessario trovare un’intesa che sia una via di mezzo.

Al Senato in questi giorni c’è stato un tavolo permanente sulle trivelle. Tavolo guidato dai due capigruppo di Lega e M5s Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli e che però non ha portato a una soluzione, tanto che i grillini nel pomeriggio hanno minacciato di far saltare l’intero decreto.

La trattativa dunque dal piano parlamentare è passata a quello più alto. Ad occuparsene è direttamente il governo in una girandola di telefonate. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento incontra i due sottosegretari M5s all’Ambiente Crippa e Cioffi per trovare una soluzione. Sul tavolo c’è sempre la “testa” del ministro dell’Ambiente. Nel senso che Sergio Costa oggi, nel pieno della trattativa tra M5s e Lega, ha minacciato le dimissioni: “Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza”.

Parole che non lasciano via d’uscita e a cui la Lega ha risposto a muso duro: “Non può fare quello che vuole”. I toni nelle due commissioni del Senato, Lavori Pubblici e Affari costituzionali, sono sempre più aspri. Il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia lancia parole di fuoco: “Costa non può fare quello che vuole. Non è un tema politico, ci sono atti obbligatori”. In extremis si è trovata la mediazione per non far saltare l’intero decreto.

Sorgente: La grana Costa sul tavolo del governo. Poi sulle trivelle c’è l’accordo | L’Huffington Post

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